"Scusa qualche parola", caro Michele inviato molto speciale

Lettera aperta del giornalista Nino Vinella all'amico e collega Michele Palumbo

martedì 4 aprile 2017
Professore. Filosofo. Scrittore. Giornalista. Persona. Le tue cinque vite, caro Michele: perché tali e tante sono state. Noi le abbiamo conosciute tutte: è la tua vita di persona che più volentieri ricordo proprio adesso, ad un mese da quando hai intrapreso quell'altra nuovissima esperienza. In un'altra vita da inviato speciale…

Di lassù ci stai certamente guardando. E sono sicuro che, prima o poi, ci manderai un qualche segno, o magari addirittura una corrispondenza degna della dimensione nella quale Ti trovi ora a comunicare. Per quelle vie, nemmeno tanto misteriose, che avevi sempre voluto indagare a modo Tuo.

In quelle ore di un mese fa ci siamo ritrovati tutti insieme intorno a Te. Stretti in un dolore profondo, tangibile, commosso, commovente. E sembra ieri che noi tutti, amici e colleghi di Barletta, abbiamo deposto cinque tulipani bianchi: cinque come appunto quelle che ci sembravano essere le tue cinque vite. Almeno fino ad un mese fa.

Cinque bianchi tulipani e tantissime le lacrime versate, specie le mie: nella Tua scuola, in chiesa, davanti ai Tuoi concittadini andriesi. Cinque tulipani bianchi… Ai quali, giusto un mese dopo, mi sento di aggiungere un altro fiore, un altro ed un altro ancora, in quell'infinita fioritura di pensiero e di partecipazione che ci segna la via per diventare, col Tuo esempio, ancora più veri. Sempre meno personaggi e sempre più persone.

Già, caro Michele, e sai perché? Ci scuserai Tu qualche parola, solo qualche parola appropriata alla circostanza. Senza più piangere. Senza più lacrime. Basta.

Col conforto di quanto ci hai insegnato. Che solo nella verità, nella partecipazione, nella condivisione, nella continua ricerca e nella civile, perseverante testimonianza ci può essere il senso di una vita veramente vissuta. Come le Tue prime cinque. Come tutte le altre che sono già fiorite. E che ancora fioriranno…

Ciao, Michele!

Nino Vinella