Scuole Paritarie: è emergenza economica ad Andria

Sono 14 gli istituti co-firmatari della lettera che lancia l'allarme. La FISM scrive all'ente comunale: «contributi erogati con grave ritardo»

martedì 14 maggio 2013 00.01
A cura di Stefano Massaro
La situazione economica non è delle migliori per tutti gli enti ed a subire le fortissime ripercussioni restano tutte quelle istituzioni sociali che lavorano a stretto contatto con gli enti stessi. Oggi l'attenzione si sposta sulle Scuole Paritarie dell'Infanzia: gli istituti andriesi parificati e riconosciuti nel loro ruolo di educazione e formazione sono 14 e lanciano il loro grido d'allarme. A rischio decine di posti di lavoro, come rimarca la nota della Federazione Italiana Scuole Materne di Bari che ha inviato una nota lo scorso 8 maggio al Comune di Andria indirizzata al Primo Cittadino ed a tutti i Consiglieri comunali.

«Le nostre scuole garantiscono un servizio di qualità a fronte di una retta mensile dei genitori, non sufficiente a sostenere tutte le spese di gestione delle stesse scuole - scrive la FISM - i contributi statali, erogati con gravissimo ritardo, integrano solo in minima parte i nostri bilanci sempre in affanno». Le scuole paritarie andriesi hanno stipulato con il Comune di Andria una convenzione nel settembre 2011 che terminerà proprio alla fine di questo anno scolastico. Dai dati raccolti delle varie delibere di pagamento da parte del Comune di Andria dei contributi mensili da erogare in favore degli istituti paritari, tuttavia, traspare già la difficoltà: una sola scuola ha visto riconoscersi sino alla mensilità di febbraio, mentre le altre sono ferme più o meno tra gennaio e dicembre 2012.

«Ora siamo in seria difficoltà nell'onorare gli impegni delle retribuzioni mensili ai dipendenti - scrive ancora il FISM - il pagamento delle fatture dei fornitori e delle utenze, i pagamenti dei contratti di locazione e degli oneri contributivi oltre ad una assoluta mancanza di prospettive per il prossimo anno scolastico poichè la convenzione scadrà. Se la situazione dovesse perdurare ancora a lungo - conclude la nota del FISM - e non ci fossero segnali concreti di inversione di tendenza, molte delle nostre istituzioni educative si vedrebbero costrette e chiudere». Il settore occupa diverse decine di dipendenti e supporta centinaia di bambini e famiglie.