Savio Vurchio, una vita all'insegna della musica
Dalla gavetta nei locali pugliesi alle esibizioni internazionali, passando per "The Voice"
venerdì 22 gennaio 2016
10.16
"Sei estremamente completo, il numero uno, insieme faremo grandi cose". Con queste parole di Piero Pelù fu inaugurata la partecipazione dell'artista andriese Savio Vurchio al programma musicale The Voice (2013), dove interpretò Man's Man's World di James Brown e seppe stupire personaggi illustri come Raffaella Carrà, Riccardo Cocciante e Noemi, compagni d'avventura del leader dei Litfiba. Nella successiva fase selettiva delle battles, a sorpresa, il cantante pugliese fu eliminato, scatenando incredulità e sgomento tra il pubblico. «E' stata comunque - ha dichiarato Savio - una bellissima esperienza. La mia precedente avventura televisiva risaliva al 1995, perciò all'inizio ero titubante sulla possibilità di partecipare al programma, anche perché non ho mai amato i reality. Nonostante ciò, fui convinto dal fatto che si trattava di una novità in Italia. Diedi uno sguardo alla versione americana dello stesso show e, tra i giudici, notai che figuravano artisti come Cee Lo Green, Christina Aguilera ed Adam Levin. L'idea mi intrigò, iniziò a piacermi, quindi alla fine accettai di presentarmi alle selezioni. Il resto è Storia. Ricordo con piacere le manifestazioni di stima ricevute da tutti gli addetti ai lavori, che mi hanno voluto bene ed hanno tifato per me. Con Fabio Troiano, Pierò Pelù e Mario Biondi sono nate delle bellissime e durature amicizie. Mi ha lasciato amareggiato il fatto che la maggior parte dei partecipanti alle audizioni si presentavano privi di esperienza sul campo e ritenevano che l'unico modo per realizzarsi artisticamente fosse andare in tv. Personalmente non condivido queste posizioni, anzi, sono orgoglioso dei miei lunghi anni di gavetta, durante i quali ho imparato davvero tanto».
Attualmente Savio Vurchio è annoverabile tra gli artisti più affermati del panorama culturale pugliese ed è rinomato per la sua sorprendente poliedricità artistica, che gli consente di interpretare lodevolmente brani di generi musicali eterogenei, dal soul al rock, passando per blues e pop. «La chiave del successo - ha continuato Savio - sta nel non stancarsi mai di imparare. Nella mia vita sono tanti i punti di riferimento, uno su tutti l'indimenticabile Pino Daniele. Ho iniziato ad ascoltare i suoi brani perché i miei genitori erano suoi grandi fans, e grazie alla sua produzione mi sono innamorato della melodia blues, della musica brasiliana e della tradizione napoletana. Nutro profonda stima anche nei confronti di De Andre', Fossati, Dalla, Concato, De Gregori o, per spostarci oltreoceano, apprezzo cantanti del calibro di James Taylor, Donnie Hathaway, Ray Charles, Stevie Wonder, i Beatles, Tony Bennett ed il grande Joao Gilberto». Mentre la lunga e persistente crisi economica rende ardui i percorsi artistici di numerosi ragazzi italiani, il cantante andriese può affermare di avercela fatta, essendo riuscito a trasformare la sua più grande passione in un lavoro. «Non posso negare - ci ha confessato lui - che sono una persona fortunata. A volte mi capita di immaginarmi ultramiliardario e sdraiato su un isola esotica a mangiare aragoste e bere rum, eppure mi basta pensare a tutte le emozioni che mi regala la musica per accorgermi di essere già felice».
Savio Vurchio è riuscito a realizzarsi professionalmente senza abbandonare la propria terra, anzi, la stessa è diventata uno dei suoi punti di forza. Oggi, tuttavia, i giovani artisti locali sono spesso costretti a confrontarsi con una realtà diversa, più cruda, dalla quale non di rado avvertono l'esigenza di fuggire, alla ricerca di maggiore fortuna. Per queste ragioni abbiamo chiesto al 46enne federiciano quali consigli darebbe ad un giovane aspirante cantante dei giorni nostri. «Innanzitutto - ha concluso Vurchio - risulta essenziale studiare ed ascoltare costantemente buona musica, poi non fa mai male qualsiasi tipo di esperienza musicale, matrimoni compresi. Inoltre, se ce ne fosse la possibilità, direi ad un giovane di belle speranze di lasciare questo Paese, almeno per un po. Si dice che l'Italia è la terra di santi, poeti e navigatori, ma purtroppo abbondano anche trasmigratori e nipoti. Da qualche anno faccio concerti in Austria, Svizzera, Francia, Spagna, e non avrei mai potuto immaginare di ricevere tanta stima ed affetto durante le mie serate. In altri Paesi l'arte è fonte di orgoglio, di investimenti e di ricchezza. Se oggi avessi vent'anni, mi piacerebbe viaggiare come ho iniziato a fare solo 4 anni fa».
Attualmente Savio Vurchio è annoverabile tra gli artisti più affermati del panorama culturale pugliese ed è rinomato per la sua sorprendente poliedricità artistica, che gli consente di interpretare lodevolmente brani di generi musicali eterogenei, dal soul al rock, passando per blues e pop. «La chiave del successo - ha continuato Savio - sta nel non stancarsi mai di imparare. Nella mia vita sono tanti i punti di riferimento, uno su tutti l'indimenticabile Pino Daniele. Ho iniziato ad ascoltare i suoi brani perché i miei genitori erano suoi grandi fans, e grazie alla sua produzione mi sono innamorato della melodia blues, della musica brasiliana e della tradizione napoletana. Nutro profonda stima anche nei confronti di De Andre', Fossati, Dalla, Concato, De Gregori o, per spostarci oltreoceano, apprezzo cantanti del calibro di James Taylor, Donnie Hathaway, Ray Charles, Stevie Wonder, i Beatles, Tony Bennett ed il grande Joao Gilberto». Mentre la lunga e persistente crisi economica rende ardui i percorsi artistici di numerosi ragazzi italiani, il cantante andriese può affermare di avercela fatta, essendo riuscito a trasformare la sua più grande passione in un lavoro. «Non posso negare - ci ha confessato lui - che sono una persona fortunata. A volte mi capita di immaginarmi ultramiliardario e sdraiato su un isola esotica a mangiare aragoste e bere rum, eppure mi basta pensare a tutte le emozioni che mi regala la musica per accorgermi di essere già felice».
Savio Vurchio è riuscito a realizzarsi professionalmente senza abbandonare la propria terra, anzi, la stessa è diventata uno dei suoi punti di forza. Oggi, tuttavia, i giovani artisti locali sono spesso costretti a confrontarsi con una realtà diversa, più cruda, dalla quale non di rado avvertono l'esigenza di fuggire, alla ricerca di maggiore fortuna. Per queste ragioni abbiamo chiesto al 46enne federiciano quali consigli darebbe ad un giovane aspirante cantante dei giorni nostri. «Innanzitutto - ha concluso Vurchio - risulta essenziale studiare ed ascoltare costantemente buona musica, poi non fa mai male qualsiasi tipo di esperienza musicale, matrimoni compresi. Inoltre, se ce ne fosse la possibilità, direi ad un giovane di belle speranze di lasciare questo Paese, almeno per un po. Si dice che l'Italia è la terra di santi, poeti e navigatori, ma purtroppo abbondano anche trasmigratori e nipoti. Da qualche anno faccio concerti in Austria, Svizzera, Francia, Spagna, e non avrei mai potuto immaginare di ricevere tanta stima ed affetto durante le mie serate. In altri Paesi l'arte è fonte di orgoglio, di investimenti e di ricchezza. Se oggi avessi vent'anni, mi piacerebbe viaggiare come ho iniziato a fare solo 4 anni fa».