Sanità, On. D'Ambrosio: «Tante domande, nessuna risposta»

Tema affrontato dal Movimento 5 Stelle nella Città di Andria ed in Regione

venerdì 31 ottobre 2014 12.55
A cura di Stefano Massaro
Sanità, nuovo ospedale di Andria, reparti a rischio chiusura e tante domande. L'On. Giuseppe D'Ambrosio del Movimento 5 Stelle di Andria rilancia la necessità di risposte ai tanti interrogativi posti in particolare all'Assessore Regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia: «In questi giorni il Movimento 5 Stelle, ad Andria come a Roma, si sta occupando della salute dei cittadini - dice l'On. D'Ambrosio - non solo con segnalazioni all'amministrazione comunale di Andria o con la nostra quotidiana opera di controllo del lavoro dei politici locali, ma anche con ripetute richieste d'intervento all'assessore regionale alla sanità, sulle questioni dolenti che da tempo affliggono la sanità cittadina. Senza cercare il clamore della notizia, con discrezione ed educazione, ho posto delle domande, eppure le risposte non sono mai arrivate».

Riorganizzazione e personale per l'attuale Ospedale di Andria che dovrebbe esser il vero polo di emergenza-urgenza dell'intero territorio: «Già a luglio - dice ancora D'Ambrosio - avevo chiesto lumi circa i criteri utilizzati per rivedere le strutture semplici e complesse, come pure avevo chiesto un intervento sulle "assolute necessità" in tema di personale, segnalate al Direttore Generale della ASLBT, e quindi di conseguenza anche sul tema mobilità. Poi sono passato ai primari, assenze pesanti nell'organigramma dell'ospedale di Andria, come pure avevo chiesto notizie sull'esistenza di fondi da sbloccare per le spese in attrezzature sanitarie e ristrutturazioni e, ancora, sulla creazione di una struttura complessa unica per Andria - Barletta come DEA di 1^ livello (Pronto Soccorso) avente un unico primario».

Rischio di perdere diversi reparti e reale capacità del nosocomio andriese di fronteggiare l'emergenza: «Altre richieste e nessuna risposta - prosegue D'Ambrosio - la situazione del presidio ospedaliero di Andria, che essendo di "Emergenza-Urgenza", dovrebbe avere la "stroke unit", avendo i reparti di Neurochirurgia e Neurologia (con Angiografia che funziona egregiamente anche senza riconoscimenti); la reale capacità, dell'ospedale di Andria, di assolvere al compito di "emergenza-urgenza" perdendo o rischiando di perdere Otorino, Oculistica, Chirurgia plastica, Anatomia patologica, Farmacia, Laboratorio d'analisi, Sit e Neuroradiologia (e chissà cos'altro); l'aggiornamento del RIS PACS, così da poterlo magari anche collegare con gli altri presidi ospedalieri e con i medici di base, rendendo un concreto vantaggio ai cittadini, come anche l'aggiornamento tecnologico della neurochirurgia, forse fermo agli anni 90; la "stranezza" di voler incrementare (fatto positivo) di circa 30 posti letto la dotazione di un ospedale nel quale la riqualificazione dei locali posti al sesto, terzo e primo piano non sono stati avviati e la neurochirurgia è ancora allocata con l'ortopedia, dopo il crollo avvenuto a maggio del solaio, in attesa di ristrutturazione; la possibilità di avvalersi di idee e suggerimenti provenienti direttamente da operatori del settore, a vantaggio dei cittadini, come nel caso della proposta del nostro primario di Oculistica. Di questi temi ho parlato in conferenza stampa, ma ho scritto articoli, ho inviato lettere ai vari enti, ne ho parlato in aula a Montecitorio (sulle liste d'attesa, mi ha risposto prima il Ministero della Salute, attendo con ansia la risposta dell'assessore pugliese al ramo). Insomma, avrei chiesto al dott. Pentassuglia lumi circa la capacità dell'Ospedale di Andria, il più grande centro della provincia, di assistere al meglio un cittadino, come pure avrei chiesto se la Regione ha posto fine alla stagione dei tagli (se mai è cominciata seriamente), mettendo così il nostro DG nelle condizioni di lavorare al meglio delle sue possibilità».

Ma nessuna è stata la risposta e l'On. D'Ambrosio conclude con una considerazione: «Al netto dei riscontri avuti, al netto degli incontri richiesti e mai ottenuti, io continuerò a battermi e spero di non essere da solo. Questi temi vanno ben al di là delle appartenenze politiche. Perché la salute dei cittadini è un bene primario che ogni figlio del nostro territorio deve tutelare ad ogni costo».