Sanità, Ministro Speranza: "Dal 2022 nuova indennità a personale pronto soccorso"
Soddisfatti Guido Quici e Luciano Suriano, rispettivamente presidente e vice segretario organizzativo di CIMO-FESMED
lunedì 8 novembre 2021
20.51
"Medici, infermieri e professionisti sanitari dei Pronto soccorso affrontano quotidianamente l'emergenza e lavorano sovente in condizioni di stress. Per questo ho proposto che dal prossimo anno venga aggiunta alle loro retribuzioni un'indennità accessoria. Servirà a rendere più forte la prima linea del nostro Servizio sanitario nazionale a cui dobbiamo tutti dire Grazie". Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla sua pagina Facebook. La cifra prevista per medici e infermieri di Pronto soccorso è pari a 90 milioni a partire da gennaio 2022.
"Apprezziamo molto la sensibilità del Ministro della Salute, Roberto Speranza - sottolinea Guido Quici, presidente di CIMO-FESMED, la più importante rappresentanza dei medici ospedalieri-, nei confronti dei sanitari che lavorano nei pronto soccorso e nelle strutture di emergenza del SSN, attraverso un'azione concreta che prevede il finanziamento di 28 milioni di euro per i medici come indennità aggiuntiva a decorrere dal 2022". Riteniamo che l'iniziativa del ministro per incentivare economicamente i professionisti sanitari delle emergenze sia un primo passo verso la soluzione di una problematica per lungo tempo disattesa.
"Ci rendiamo conto che si tratta di un segnale di attenzione verso i medici che lavorano in condizioni di grave precarietà e rischio; tuttavia e riteniamo che occorra un intervento strutturale che recuperi 'motivazione' per quei professionisti che trascorrono tutto il loro lavoro nei pronto soccorso, sulle autoambulanze, nelle strutture di emergenza. Disertare l'accesso alla scuola di specializzazione in medicina di urgenza rappresenta un campanello di allarme di non poco conto, ma gli interventi che la Federazione CIMO-FESMED chiede sono di tipo strutturale che devono essere avulsi da interessi di parte ma funzionali al vero fabbisogno dei cittadini nell'ambito della sicurezza delle cure e degli stessi operatori sanitari.
"Troppi disegni di Legge in cantiere, troppi contratti di lavoro differenziati, troppi stati giuridici, troppe organizzazioni che non fanno altro che favorire l'ingresso di troppi stakeholders.
CIMO-FESMED rilancia ancora una volta la necessità di avere una rete unica dell'emergenza ed uno stato giuridico unico del personale ma, soprattutto, rilancia l'ipotesi che l'intero sistema di emergenza diventi la 'quarta' gamba del SSN , insieme alla prevenzione , territorio e ospedali , perché, oggi, è terra di tutti e di nessuno, predata da interessi diversificati che non risolvono i problemi dei cittadini e degli stessi operatori sanitari".
"Considero l'iniziativa del ministro Speranza - ha quindi aggiunto Luciano Suriano, vice segretario organizzativo CIMO-FESMED- un atto di attenzione notevole in cui dimostra perlomeno di aver capito perfettamente che il problema non solo esiste ma è importante e complesso in quanto coinvolge non solo la serenità lavorativa della dirigenza medica che opera nell'emergenza ma riguarda in modo particolare la qualità delle cure in emergenza urgenza oltre che nel buon funzionamento degli ospedali in toto. Se le Istituzioni vogliono continuare a garantire il Diritto alla cura previsto costituzionalmente, dovrebbero pensare a dare quindi una maggiore attrattività a questa Specializzazione con una serie di provvedimenti che la CIMO Fesmed ha avanzato in tutte le sedi istituzionalmente preposte".
"Apprezziamo molto la sensibilità del Ministro della Salute, Roberto Speranza - sottolinea Guido Quici, presidente di CIMO-FESMED, la più importante rappresentanza dei medici ospedalieri-, nei confronti dei sanitari che lavorano nei pronto soccorso e nelle strutture di emergenza del SSN, attraverso un'azione concreta che prevede il finanziamento di 28 milioni di euro per i medici come indennità aggiuntiva a decorrere dal 2022". Riteniamo che l'iniziativa del ministro per incentivare economicamente i professionisti sanitari delle emergenze sia un primo passo verso la soluzione di una problematica per lungo tempo disattesa.
"Ci rendiamo conto che si tratta di un segnale di attenzione verso i medici che lavorano in condizioni di grave precarietà e rischio; tuttavia e riteniamo che occorra un intervento strutturale che recuperi 'motivazione' per quei professionisti che trascorrono tutto il loro lavoro nei pronto soccorso, sulle autoambulanze, nelle strutture di emergenza. Disertare l'accesso alla scuola di specializzazione in medicina di urgenza rappresenta un campanello di allarme di non poco conto, ma gli interventi che la Federazione CIMO-FESMED chiede sono di tipo strutturale che devono essere avulsi da interessi di parte ma funzionali al vero fabbisogno dei cittadini nell'ambito della sicurezza delle cure e degli stessi operatori sanitari.
"Troppi disegni di Legge in cantiere, troppi contratti di lavoro differenziati, troppi stati giuridici, troppe organizzazioni che non fanno altro che favorire l'ingresso di troppi stakeholders.
CIMO-FESMED rilancia ancora una volta la necessità di avere una rete unica dell'emergenza ed uno stato giuridico unico del personale ma, soprattutto, rilancia l'ipotesi che l'intero sistema di emergenza diventi la 'quarta' gamba del SSN , insieme alla prevenzione , territorio e ospedali , perché, oggi, è terra di tutti e di nessuno, predata da interessi diversificati che non risolvono i problemi dei cittadini e degli stessi operatori sanitari".
"Considero l'iniziativa del ministro Speranza - ha quindi aggiunto Luciano Suriano, vice segretario organizzativo CIMO-FESMED- un atto di attenzione notevole in cui dimostra perlomeno di aver capito perfettamente che il problema non solo esiste ma è importante e complesso in quanto coinvolge non solo la serenità lavorativa della dirigenza medica che opera nell'emergenza ma riguarda in modo particolare la qualità delle cure in emergenza urgenza oltre che nel buon funzionamento degli ospedali in toto. Se le Istituzioni vogliono continuare a garantire il Diritto alla cura previsto costituzionalmente, dovrebbero pensare a dare quindi una maggiore attrattività a questa Specializzazione con una serie di provvedimenti che la CIMO Fesmed ha avanzato in tutte le sedi istituzionalmente preposte".