Salvataggio Minzolini, i sostenitori del senatore contro Giannicola Sinisi

L'ex sindaco di Andria era tra i giudici che condannarono l'ex direttore del Tg1

domenica 19 marzo 2017
Il "salvataggio" a Palazzo Madama dell'ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, condannato con sentenza passata in giudicato per peculato per aver speso con le carte di credito della Rai 65 mila euro in un anno e mezzo, riapre il dibattito sul rapporto tra toghe e politica.

Infatti, tra i giudici di Corte d'Appello che hanno condannato Minzolini c'era il magistrato Giannicola Sinisi, già sindaco di Andria a capo di una coalizione di centrosinistra nel 1993. Sinisi, lo ricordiamo, tre anni dopo la sua elezione alla guida della città di Andria,venne eletto deputato e volò a Roma dove divenne sottosegretario all'Interno con Prodi e D'Alema. Nel 2000 si candidò alla guida della Puglia ma non riuscì a diventare presidente: vinse l'avversario di centrodestra Raffaele Fitto e lui si dimise.

Oggi Forza Italia esulta per la decisione dell'Aula ma è sempre stata convinta che il magistrato avrebbe dovuto astenersi perché appena tornato alla toga dopo tanti incarichi di governo con il centrosinistra.
La pensa così anche il senatore democratico Luigi Manconi, uno di quelli che ha votato per il salvataggio di Minzolini, che spiega in un articolo pubblicato su "La Repubblica.it": «Ho votato contro la decadenza per una ragione fondamentale: la sentenza che lo aveva condannato, dopo la prima assoluzione, era stata determinata da un collegio in cui era presente un giudice che fino a poco tempo prima era un suo avversario politico. Sinisi è una persona degnissima e coscienziosissima - aggiunge il parlamentare - ma io penso che avrebbe dovuto astenersi da quel giudizio. Così come penso che sia il momento di approvare una legge analoga a quella che proposi molto tempo fa, l'aveva scritta l'allora avvocato Giuliano Pisapia, prevedendo la non sovrapposizione di ruoli tra magistratura e politica. Ed è ovvio che questo vale - facciamo un nome a caso - per il governatore della Puglia Michele Emiliano, che come se nulla fosse continua a rimanere un giudice».

E lo stesso Minzolini rivolgendosi all'Aula chiede: «Che effetto vi farebbe se Emiliano tornando a fare il magistrato giudicasse Renzi? Sarebbe imparziale?». Ed è così a Palazzo Madama si decide per il "salvataggio" dell'ex direttore del Tg1.