Salva villa Bonomo. Teatro Astra in pericolo: possibile l'abbattimento
Lo ha stabilito la delibera della Giunta regionale del 2 maggio 2018
lunedì 25 giugno 2018
15.43
Negli scorsi giorni sono circolati timori in merito a villa "Bonomo", la storica residenza tra via Brindisi e viale Venezia Giulia, secondo i quali la dimora sarebbe stata presto abbattuta per far spazio a nuovi appartamenti.
Nulla di vero: secondo una ricostruzione dei fatti, i timori infondati sarebbero scaturiti da una errata interpretazione del termine "variante", in riferimento a quanto accaduto lo scorso 17 maggio, quando il Commissario ad acta, arch. Vincenzo Turturro avrebbe adottato la variante al P.R.G. comunale approvata con Delibera di Giunta Regionale del 26 giugno 1995.
La variante, infatti, metterebbe fine ad una annosa querelle che vedeva i proprietari della villa contro il Comune di Andria in ricorso per la destinazione urbanistica data all'immobile dal Piano Regolatore.
Il lungo iter ha visto la nomina da parte del TAR di un Commissario ad Acta, il quale con delibera n 7 del 17 maggio 2018 ha deliberato la conferma della destinazione "A3 – Edifici sparsi di valore storico ambientale", confermandone il valore storico e impedendone, di conseguenza, la demolizione.
Dunque è salva l'antica residenza andriese e quanti avevano temuto la cementificazione dell'area potranno rasserenarsi.
Non si può dire lo stesso a proposito del Cinema Teatro "Astra", con destinazione "Zona B3/4 - Zone di Completamento" che, per delibera della Giunta regionale del 2 maggio 2018, può essere abbattuta con il solo vincolo di mantenerne la facciata. Così si legge nel documento: "Non sono consentiti interventi di ampliamento. Sono consentiti interventi di demolizione e ricostruzione nei limiti dei volumi preesistenti. [...] E' in ogni caso prescritta la conservazione del paramento murario originario prospiciente sul corso Cavour, con riferimento al quale non sono consentiti interventi eccedenti il restauro e risanamento conservativo". Al suo posto potranno sorgere palazzi.
Sono ormai sepolti gli ottimismi di chi aveva ben sperato nella riapertura dello storico polo culturale andriese grazie ai 100 milioni di euro di fondi strutturali europei stanziati dalla Regione Puglia per biblioteche e teatri, pubblici e privati, storici, abbandonati, fatiscenti, da recuperare e da valorizzare.
A causa dell'azzeramento della Giunta comunale non abbiamo potuto chiedere lumi all'ex assessore al ramo, l'architetto Rosangela Laera, pertanto si attende la nomina del nuovo assessore per ulteriori chiarimenti.
Insieme all'Astra, sparirà la speranza di un teatro comunale già edificato e situato in una zona centrale, consono alle esigenze della città di Andria che, oltre a contare oltre 100 mila abitanti, è l'unico capoluogo di Provincia ad essere sprovvista di un importante polo culturale, se si esclude l'ex mattatoio di via Canosa, non completamente fruibile.
Nulla di vero: secondo una ricostruzione dei fatti, i timori infondati sarebbero scaturiti da una errata interpretazione del termine "variante", in riferimento a quanto accaduto lo scorso 17 maggio, quando il Commissario ad acta, arch. Vincenzo Turturro avrebbe adottato la variante al P.R.G. comunale approvata con Delibera di Giunta Regionale del 26 giugno 1995.
La variante, infatti, metterebbe fine ad una annosa querelle che vedeva i proprietari della villa contro il Comune di Andria in ricorso per la destinazione urbanistica data all'immobile dal Piano Regolatore.
Il lungo iter ha visto la nomina da parte del TAR di un Commissario ad Acta, il quale con delibera n 7 del 17 maggio 2018 ha deliberato la conferma della destinazione "A3 – Edifici sparsi di valore storico ambientale", confermandone il valore storico e impedendone, di conseguenza, la demolizione.
Dunque è salva l'antica residenza andriese e quanti avevano temuto la cementificazione dell'area potranno rasserenarsi.
Non si può dire lo stesso a proposito del Cinema Teatro "Astra", con destinazione "Zona B3/4 - Zone di Completamento" che, per delibera della Giunta regionale del 2 maggio 2018, può essere abbattuta con il solo vincolo di mantenerne la facciata. Così si legge nel documento: "Non sono consentiti interventi di ampliamento. Sono consentiti interventi di demolizione e ricostruzione nei limiti dei volumi preesistenti. [...] E' in ogni caso prescritta la conservazione del paramento murario originario prospiciente sul corso Cavour, con riferimento al quale non sono consentiti interventi eccedenti il restauro e risanamento conservativo". Al suo posto potranno sorgere palazzi.
Sono ormai sepolti gli ottimismi di chi aveva ben sperato nella riapertura dello storico polo culturale andriese grazie ai 100 milioni di euro di fondi strutturali europei stanziati dalla Regione Puglia per biblioteche e teatri, pubblici e privati, storici, abbandonati, fatiscenti, da recuperare e da valorizzare.
A causa dell'azzeramento della Giunta comunale non abbiamo potuto chiedere lumi all'ex assessore al ramo, l'architetto Rosangela Laera, pertanto si attende la nomina del nuovo assessore per ulteriori chiarimenti.
Insieme all'Astra, sparirà la speranza di un teatro comunale già edificato e situato in una zona centrale, consono alle esigenze della città di Andria che, oltre a contare oltre 100 mila abitanti, è l'unico capoluogo di Provincia ad essere sprovvista di un importante polo culturale, se si esclude l'ex mattatoio di via Canosa, non completamente fruibile.