Salgono a 15 gli ulivi infetti ad Alberobello: non si arresta l'avanzata della xylella

Ancora ferme al palo le risorse per il contrasto al vettore da destinare ai vari interventi di salvaguardia

venerdì 17 settembre 2021 6.04
Incontenibile l'avanzata della Xylella fastidiosa in Puglia con 15 ulivi infetti ad Alberobello, il quarto comune della provincia di Bari con Monopoli, Polignano e Locorotondo, colpito dalla pandemia degli oliveti. E' quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell'aggiornamento di InfoXylella sul monitoraggio della malattia in Puglia dove sono in totale 58 gli ulivi risultati infetti con il campionamento 2021 iniziato nel luglio scorso, alla luce dei risultati dei rapporti di prova che tra l'altro hanno conclamato la presenza di un nuovo focolaio ad Alberobello, città dei Trulli patrimonio UNESCO.

I risultati delle analisi statistiche condotte dagli enti di ricerca impongono una seria riflessione circa il nuovo regolamento comunitario approvato il 14 agosto 2020 che ha ridotto a 50 metri, dai 100 metri inizialmente previsti, l'area buffer ovvero il raggio dell'area focolaio intorno alle piante trovate infette e soggette a taglio obbligatorio – aggiunge Coldiretti Puglia - per sottrarle all'azione di diffusione degli insetti vettori, come la cicalina sputacchina. Se la sputacchina cammina fino a 400 metri in una stagione, l'area buffer di 50 metri risulta decisamente insufficiente a contenere il rischio contagio, quindi si ottiene solo un'azione di rallentamento della diffusione, non certo l'estinzione dei focolai più avanzati nelle aree cuscinetto sul fronte epidemico che richiederebbe invece azioni ben più drastiche.

La vastità del problema, la rilevanza economica della coltura per l'intero territorio regionale e le prescrizioni – insiste Coldiretti Puglia - della normativa fitosanitaria comunitaria e nazionale in caso di ritrovamento di patogeni da quarantena impongono scelte e provvedimenti urgenti, anche in considerazione della diffusione della malattia che, dopo aver causato il disseccamento degli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando sino alla provincia di Bari, con effetti disastrosi sull'ambiente, sull'economia e sull'occupazione.
Da quando è stata confermata la presenza della Xylella fastidiosa in Salento nel 2013 – aggiunge Coldiretti Puglia, in base alla elaborazione di dati Sian - la produzione di olio ha subito un trend negativo che rischia di diventare irreversibile, con una diminuzione dell'80% in provincia di Lecce, mentre a Brindisi la produzione di olio è diminuita del 16% e del 4% in provincia di Taranto.
Ancora ferme al palo le risorse per il contrasto al vettore da destinare agli enti pubblici – denuncia Coldiretti Puglia - per la rimozione degli ulivi secchi, la ricerca, la diversificazione produttiva, con il fallimento delle misura per gli innesti degli ulivi monumentali che ha registrato l'adesione di sole 91 aziende agricole per la farrigonosità dell'intervento.
Coldiretti Puglia ha chiesto, tra l'altro, un nuovo Piano, da approvarsi con la massima celerità, che rilanci in particolare gli investimenti di riconversione produttiva e con una dotazione finanziaria importante, oltre agli indennizzi per l'attuazione della lotta al vettore per le aree delimitate cuscinetto e contenimento, l'allargamento delle attività di monitoraggio e lotta obbligatoria prevista alla Piana degli Olivi Monumentali, con medesimo regime di indennizzi, il coinvolgimento del Ministero dell'Ambiente a salvaguardia del valore paesaggistico e naturalistico dell'olivicoltura, l'individuazione di possibili sistemi di controllo per la riduzione del rischio da trasporto passivo del vettore e una cabina di regia per realizzare una coerente programmazione e attuazione degli interventi previsti per i Comuni e gli enti pubblici.
Il contagio della Xyella ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi – conclude Coldiretti Puglia - lasciando un panorama spettrale e il danno per il settore olivicolo è stato stimato per difetto in 1,6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia, pari al 40% del territorio regionale.