Sabato di Pasqua: trovata morta nel cortile del "Bonomo" una donna
Aveva 46 anni ed era di origini marocchine con regolare permesso di soggiorno. Per gli inquirenti è suicidio. Il fratello Mohamed: «Ditemi come è morta mia sorella»
giovedì 4 aprile 2013
8.04
Aziza El Gabbas, 46enne di origini marocchine con regolare lavoro in Italia e permesso di soggiorno, è stata ritrovata morta sull'asfalto del cortile interno dell'Ospedale "Bonomo" di Andria, alle 4 di mattina del Sabato che precedeva la Santa Pasqua. Gli inquirenti hanno subito ipotizzato un suicidio: sembrerebbe che la donna si sia lasciata cadere dal terzo piano del nosocomio andriese dove assisteva un'anziana donna di 90 anni di Spinazzola. Aziza, infatti, era al servizio della novantenne da un paio d'anni nella casa della città murgiana, ma da qualche giorno l'anziana signora era ricoverata al "Bonomo". L'assistenza notturna era compito proprio della donna di origini marocchine.
Nel "nulla osta per il seppellimento del cadavere" redatto dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Fabio Buquicchio, la causa della morte è liquidata con un laconico "precipitazione – gravi lesioni al cranio". Oggi Aziza tornerà a casa, in un villaggio vicino Casablanca dove ad attenderla vi saranno padre, madre e cinque fratelli. Prima di partire, la comunità mussulmana di Andria le renderà l'estremo saluto.
Il sesto fratello della donna è Mohamed che è in Italia assieme a lei e, dopo aver visto il cadavere di sua sorella per il riconoscimento, non si da pace e grida con forza: «Ditemi come è morta mia sorella. Mi hanno avvisato solo alle 7 di mattina i Carabinieri di Spinazzola, sono corso ad Andria, mi hanno fatto vedere mia sorella, ma non aveva nessun tipo di ematoma e nessuna tumefazione, solo un colpo nella parte posteriore della testa che dovrebbe essere anche la causa stessa della morte». E' in lacrime Mohamed quando racconta la sua storia e chiede di poter capire con assoluta certezza la causa della morte di sua sorella Aziza: «Io non ho visto sangue per terra e mi chiedo solo se una donna si lancia dal terzo piano dovrebbe avere altre ferite o fratture. Se non ci sono potrebbe non esser un suicidio, lei non aveva vizi, non aveva un fidanzato, ma aveva solo un lavoro per il quale dedicava anima e corpo. Ditemi come è morta mia sorella».
Nel "nulla osta per il seppellimento del cadavere" redatto dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Fabio Buquicchio, la causa della morte è liquidata con un laconico "precipitazione – gravi lesioni al cranio". Oggi Aziza tornerà a casa, in un villaggio vicino Casablanca dove ad attenderla vi saranno padre, madre e cinque fratelli. Prima di partire, la comunità mussulmana di Andria le renderà l'estremo saluto.
Il sesto fratello della donna è Mohamed che è in Italia assieme a lei e, dopo aver visto il cadavere di sua sorella per il riconoscimento, non si da pace e grida con forza: «Ditemi come è morta mia sorella. Mi hanno avvisato solo alle 7 di mattina i Carabinieri di Spinazzola, sono corso ad Andria, mi hanno fatto vedere mia sorella, ma non aveva nessun tipo di ematoma e nessuna tumefazione, solo un colpo nella parte posteriore della testa che dovrebbe essere anche la causa stessa della morte». E' in lacrime Mohamed quando racconta la sua storia e chiede di poter capire con assoluta certezza la causa della morte di sua sorella Aziza: «Io non ho visto sangue per terra e mi chiedo solo se una donna si lancia dal terzo piano dovrebbe avere altre ferite o fratture. Se non ci sono potrebbe non esser un suicidio, lei non aveva vizi, non aveva un fidanzato, ma aveva solo un lavoro per il quale dedicava anima e corpo. Ditemi come è morta mia sorella».