Sabato 8 febbraio la VI Giornata Mondiale contro la Tratta, iniziative anche ad Andria
Celebrazione eucaristica presso la parrocchia Gesù Crocifisso. Domenica 9 uno spettacolo a cura della comunità Migrantes
mercoledì 5 febbraio 2020
6.27
Sabato 8 febbraio si celebrerà la VI Giornata Mondiale contro la tratta di persone. La scelta della data non è casuale: è il giorno in cui ricorre la memoria liturgica di san Bakhita, la schiava nera divenuta santa. Suora canossiana di origine sudanese, divenuta simbolo universale dell'impegno della Chiesa contro la tratta, esempio di vita la cui storia è un inno alla speranza che consola. Santa Giuseppina Bakhita, nata nel 1868, in Darfur, ha vissuto i primi anni della sua esistenza in schiavitù: tra il 1877 e il 1882 passò da un padrone all'altro, subendo atroci sofferenze. Portò per tutta la sua vita 144 cicatrici, provocate dopo stata rapita e fatta schiava all'età di appena 9 anni.
«Il clima sociale e politico che in Italia e nel mondo stiamo vivendo non è dei migliori: inarrestabile - scrive don Geremia Acri, responsabile dell'Ufficio Migrantes della diocesi di Andria - la deriva culturale e valoriale a cui assistiamo inermi. È necessario arruolare le nostre coscienze al rispetto delle diversità e delle debolezze che caratterizzano l'altro. L'altro ha un volto, è una persona in carne ed ossa che non possiamo ignorare, qualunque sia la sua situazione. È un viso che rivela la nostra umanità, tante volte sofferente e trascurata. Celebrare la memoria delle vittime dei tanti martiri non basta se poi non si comprende appieno il messaggio e l'insegnamento che queste commemorazioni vogliono diffondere.
Ricordare significa anche adoperarsi per frenare i moderni "stermini". I crocifissi oggi sono le vittime di pedofilia; le donne violentate; le persone costrette alla guerra; i bambini venduti per il turismo sessuale e per il traffico di organi, sfruttati nel lavoro a basso costo; gli anziani abbandonati; i migranti annegati in mare e rispediti a morire. Il cristianesimo, come anche i valori cristiani, non è un amuleto, ma una religione che si incarna nelle ferite della storia dell'umanità. Ferite da curare, risanare e vivificare.
Ricordare dunque deve servire a incoraggiare coloro che sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auguro che quanti hanno responsabilità di comando si adoperino per rendere più dignitosa la società civile. Ognuno di noi deve responsabilizzarsi ad essere voce di questi nostri fratelli e sorelle, umiliati e ignorati. Prendersene cura è un dovere di tutti i cristiani».
Questi gli appuntamenti:
«Il clima sociale e politico che in Italia e nel mondo stiamo vivendo non è dei migliori: inarrestabile - scrive don Geremia Acri, responsabile dell'Ufficio Migrantes della diocesi di Andria - la deriva culturale e valoriale a cui assistiamo inermi. È necessario arruolare le nostre coscienze al rispetto delle diversità e delle debolezze che caratterizzano l'altro. L'altro ha un volto, è una persona in carne ed ossa che non possiamo ignorare, qualunque sia la sua situazione. È un viso che rivela la nostra umanità, tante volte sofferente e trascurata. Celebrare la memoria delle vittime dei tanti martiri non basta se poi non si comprende appieno il messaggio e l'insegnamento che queste commemorazioni vogliono diffondere.
Ricordare significa anche adoperarsi per frenare i moderni "stermini". I crocifissi oggi sono le vittime di pedofilia; le donne violentate; le persone costrette alla guerra; i bambini venduti per il turismo sessuale e per il traffico di organi, sfruttati nel lavoro a basso costo; gli anziani abbandonati; i migranti annegati in mare e rispediti a morire. Il cristianesimo, come anche i valori cristiani, non è un amuleto, ma una religione che si incarna nelle ferite della storia dell'umanità. Ferite da curare, risanare e vivificare.
Ricordare dunque deve servire a incoraggiare coloro che sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auguro che quanti hanno responsabilità di comando si adoperino per rendere più dignitosa la società civile. Ognuno di noi deve responsabilizzarsi ad essere voce di questi nostri fratelli e sorelle, umiliati e ignorati. Prendersene cura è un dovere di tutti i cristiani».
Questi gli appuntamenti:
- Sabato 8 febbraio alle ore 18:00, presso la chiesa parrocchiale Gesù Crocifisso, celebrazione dell'Eucarestia in ricordo delle vittime di Tratta;
- Domenica 9 febbraio alle ore 19:30, presso l'auditorium Mater Gratiae: Sciara progetti teatro presenta "Malanova" con Ture Magro – spettacolo inserito nella mini rassegna teatrale "Visioni dei conflitti, dei diritti" promossa dalla comunità "Migrantesliberi" e dall'Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria. Cosa è una malanova? È una cattiva notizia. Qualcosa che avresti voluto non sapere. Chi è Malanova? Una ragazzina. La sua storia ce la racconta un giovane uomo, Salvatore, che ricorda di averle voluto bene, di averla desiderata e di averla ritrovata dentro ad una storia di violenza sconvolgente. Salvatore attraversa a piedi piazze e i vicoli stretti, ascolta le donne parlare di matrimoni, battesimi e funerali, partecipa alle feste ed ai riti di sempre, e si interroga sulle cose viste e sentite, sul rispetto, sull'onore.