Rombi di passione alla Masseria San Vittore “Senza Sbarre”
Tantissimi appassionati al moto incontro del MiVida Moto Club
lunedì 2 maggio 2022
11.38
Ieri mattina domenica 1° maggio, alla Masseria San Vittore di Andria, sede del progetto Diocesano "Senza Sbarre", si è svolto il primo motoincontro dell'anno organizzato da MiVida Moto Club che ha assegnato un riconoscimento di partecipazione ai gruppi, alle moto più belle e ai bikers con più esperienza. Hanno partecipato moto di ogni tipo e modello, dalle piccole cilindrate, alla classe regina monocilindriche, bi, e/o pluricilindriche, in varie cilindrate. E' stato un raduno di moto, super moto, gran turismo dall'appassionato a chi il motociclismo lo fa anche per sport, dal collezionista nostalgico al modernista provenienti da diverse città della Puglia.
È' stato un evento che ha messo in risalto il nostro territorio, un momento di festa che è riuscito a dare qualcosa di più. Questo moto raduno è anche stato una manifestazione di fede e un buon messaggio di condotta attraverso la benedizione dei caschi di Don Riccardo Agresti responsabile del progetto "Senza Sbarre".
A sostegno del progetto Diocesano ha contribuito l'azienda Agricola del Conte Spagnoletti Zeuli, da sempre sensibile alle manifestazioni e relazioni sociali che in questo caso stimolano e spronano a raggiungere una meta che annulli lo stato d'insoddisfazione provocato dal quotidiano.
Il Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli a messo a disposizione i vini e crostini conditi dall'olio evo di propria produzione. Erano presenti anche diversi volontari del Progetto diocesano, giovani e meno giovani, che sempre si prodigano affinché tutto vada per il verso giusto.
Don Riccardo ha sottolineato: "La manifestazione del motoraduno in masseria ha uno scopo, quello di non tenere il "Progetto" fuori dal mondo, ma è un "Progetto" nella comunità che ha tanti aspetti belli. Aspetti creativi, ricreativi e integrativi, si ha bisogno di smuovere le coscienze di chi si è macchiato di efferati delitti e quindi far cogliere che la felicità la si coglie nelle piccole cose e non invece nelle azioni straordinarie che poi feriscono tutta la società. Ricordare alla società che mettere il condannato in un luogo che non è rieducativo ma è infernale non serve a nessuno, dobbiamo tirare le persone dagli inferni e quindi noi non possiamo creare fuochi che poi distruggono. Questo sodalizio che oggi si compone tra il mondo civile ed il mondo segregato dalla società deve essere un ponte per la riconciliazione per il riscatto e soprattutto per la progettazione di cose sempre più edificanti per tutti."
E' stata una festa coinvolgente, a rispondere all'appello sono stati centinaia di motociclisti tra i quali anche un piccolissimo biker con una minimoto giocattolo che ha attirato l'attenzione dei presenti.
È' stato un evento che ha messo in risalto il nostro territorio, un momento di festa che è riuscito a dare qualcosa di più. Questo moto raduno è anche stato una manifestazione di fede e un buon messaggio di condotta attraverso la benedizione dei caschi di Don Riccardo Agresti responsabile del progetto "Senza Sbarre".
A sostegno del progetto Diocesano ha contribuito l'azienda Agricola del Conte Spagnoletti Zeuli, da sempre sensibile alle manifestazioni e relazioni sociali che in questo caso stimolano e spronano a raggiungere una meta che annulli lo stato d'insoddisfazione provocato dal quotidiano.
Il Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli a messo a disposizione i vini e crostini conditi dall'olio evo di propria produzione. Erano presenti anche diversi volontari del Progetto diocesano, giovani e meno giovani, che sempre si prodigano affinché tutto vada per il verso giusto.
Don Riccardo ha sottolineato: "La manifestazione del motoraduno in masseria ha uno scopo, quello di non tenere il "Progetto" fuori dal mondo, ma è un "Progetto" nella comunità che ha tanti aspetti belli. Aspetti creativi, ricreativi e integrativi, si ha bisogno di smuovere le coscienze di chi si è macchiato di efferati delitti e quindi far cogliere che la felicità la si coglie nelle piccole cose e non invece nelle azioni straordinarie che poi feriscono tutta la società. Ricordare alla società che mettere il condannato in un luogo che non è rieducativo ma è infernale non serve a nessuno, dobbiamo tirare le persone dagli inferni e quindi noi non possiamo creare fuochi che poi distruggono. Questo sodalizio che oggi si compone tra il mondo civile ed il mondo segregato dalla società deve essere un ponte per la riconciliazione per il riscatto e soprattutto per la progettazione di cose sempre più edificanti per tutti."
E' stata una festa coinvolgente, a rispondere all'appello sono stati centinaia di motociclisti tra i quali anche un piccolissimo biker con una minimoto giocattolo che ha attirato l'attenzione dei presenti.