8 marzo: non chiamatela festa della donna!

Intervista a Patrizia Lomuscio, presidente del Centro Antiviolenza "Riscoprirsi"

giovedì 8 marzo 2018 2.07
A cura di Sara Suriano
L'8 marzo si celebra la "Giornata Internazionale della Donna". È davvero una festa? Alle donne si devono fare gli auguri? Auguri di che?

Lo abbiamo chiesto a Patrizia Lomuscio, presidente del centro antiviolenza "RiscoprirSi" di Andria, che ha dato vita ad un gruppo di donne per le donne... e non solo. Nato dall'idea iniziale di creare uno spazio tutto al femminile, il Cav, col tempo, ha ampliato le sue prospettive per rivolgersi ad un'utenza eterogenea con uno sguardo non limitato alla violenza di genere.

Oltre a fornire un servizio di ascolto e sostegno psicologico, il centro si impegna nella collaborazione con altri servizi, quali pronto soccorso, consultorio, servizi sociali e forze dell'ordine attraverso un'equipe multidisciplinare che consta di un'educatrice professionale, un'assistente sociale, una criminologa, psicologhe e psicoterapeute, avvocati e numerose volontarie.

Una rete di sinergie a sostegno di quanti abbiano subito una violenza. Un luogo pronto ad accogliere tutte quelle donne e quegli uomini che, ancora oggi, sono oggetto di discriminazioni.

Dunque, per rispondere al quesito originario, l'8 marzo è davvero un giorno da festeggiare?

«No. - afferma senza mezzi termini Patrizia Lomuscio - L'8 marzo è una giornata in cui ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche, ovvero le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo. Riflettere sul cambiamento in atto.

Finalmente le donne possono decidere di andare a votare, di studiare, di lavorare, di essere curate, di fare sport, di fare politica, di avere un figlio o una figlia, di essere tutelate dalla giustizia. Diritti civili, diritti di libertà!

Quei diritti che in molti casi rimangono solo scritti sulla carta, perché mentre è vero che le donne oggi sono sempre più presenti nella società, è vero anche che le fatiche che le stesse devono superare per essere riconosciute per ciò che sono e per i loro meriti (e non per ciò che mostrano e per come si pongono nei confronti del genere maschile) sono ancora molte, troppe.

Ma sono ancora molte, troppe, le donne a cui non vengono riconosciuti neanche i diritti principali quali la dignità e la vita. Tutte quelle donne che ogni giorno subiscono violenze e maltrattamenti, che in alcuni casi sfociano nel femminicidio.

Su tutto questo bisogna riflettere l'8 marzo e ogni giorno! È quello che le operatrici del Cav cercano di fare da anni, ogni giorno, utilizzando ogni momento, ogni occasione che possa sembrare utile, nei vari contesti, con varie modalità.

E anche in occasione di questo 8 marzo saremo presso le scuole, insieme alle associazioni, a discutere durante incontri/convegni, ma anche insieme alle donne, durante una serata appositamente organizzata dall'Ottagono di Andria, per raggiungere tutte quelle donne che hanno deciso di festeggiare questa giornata e che forse diversamente avremo difficoltà ad incontrare in contesti istituzionali. Per celebrare il diritto di essere libere di scegliere, libere di essere!».

Tra gli altri appuntamenti itineranti del Cav ricordiamo gli incontri organizzati in collaborazione con l'Arcigay Bari e Bat per il progetto di "Prevenzione del bullismo a sfondo trans/omofobico", patrocinato dall'assessore al diritto allo studio della Regione Puglia, Sebastiano Leo.

«Gli incontri, che sono itineranti nel territorio, cercano di delineare le radici della violenza di genere andando a individuarle negli stereotipi e nei ruoli di genere, nella nostra idea di uomo e di donna e di come si comporta un uomo e una donna». Queste le parole della la psicologa e psicoterapeuta Riccarda Sinisi del Cav andriese, che ha il 22 febbraio è intervenuta in un incontro di formazione e informazione degli studenti e del corpo docenti presso un istituto scolastico di Molfetta.

«In considerazione di quello che ogni giorno ancora accade, il nostro augurio - conclude la presidente Lomuscio - è quello che questo 8 marzo rappresenti un momento di riflessione non solo per le donne, ma anche per tutti quegli uomini che si impegnano ogni giorno, anche insieme alle donne, a superare il divario e l'antagonismo esistenti tra uomini e donne, ovvero per tutti quegli uomini che vorrebbero garantire alle loro madri, alle loro partner, alle loro amiche, alle loro figlie di essere pienamente se stesse!».