"Ripensando al 12 luglio 2017 alle ore 20 in Cattedrale"

Riflessione di Gennaro Piccolo, referente del Centro Igino Giordani

martedì 18 luglio 2017
"12 luglio: a un anno dal terribile incidente ferroviario, una celebrazione per ricordare i nostri fratelli venuti a mancare. Tantissima gente accorsa nella Chiesa Cattedrale e unita nella preghiera assieme ai cari delle vittime e al vescovo Luigi Mansi che ha presieduto la S. Messa".

Il referente del Centro Igino Giordani, Gennaro Piccolo, ricorda quei momenti di preghiera e silenzio: "Avvolti dalla maternità della Chiesa, che sempre ama, accoglie e si china sulle sofferenze umane, ancora una volta dolore e amore si sono incontrati nel silenzio e nel respiro di una folla, tra gemiti e lacrime come ad irrorare i solchi dei cuori.

Il Dolore! Che mistero grande da capire se non lo si è conosciuto nelle sue più dolorose sfumature, se non si son tese le mani a Dio con mute implorazioni, in sommesse grida di aiuto: Perché, perchè tanto dolore? Perché poche e brevi le gioie della vita? Perchè siamo usciti dal seno materno per poi vivere spesso nel dolore? (Geremia 20, 18)

Perché? L'Amore! Che mistero anche questo se, spesso, è solo passando per il gelo di ciò che nella vita non è bello, amabile, sereno che si arriva a scoprire che sì, è proprio lui 'quella realtà più grande e più forte' che solo può –per alchimia divina- tutto tramutare in Amore, anche il Dolore! Signore, più che mai è da Te che cerchiamo risposte! Fa presto! Vedi quanto siamo sfiduciati e stanchi e oppressi'?

Pacata e ferma la voce del nostro Pastore Luigi nel chiedere "Giustizia e verità", non vendetta! Omelia sobria, aperta alla comprensione che la vicenda umana è 'Storia Sacra', è un 'Quinto Vangelo' –direbbe Giordani-. Omelia profonda, aperta, alla contemplazione più alta ma nel contempo capace di scuotere e nutrire le coscienze nel loro muoversi concreto per costruire una Umanità Nuova.

La Messa è finita! Davvero un senso di pace pervade volti e cuori. Ripensandoci, inaspettato un pensiero si affaccia alla mia mente: è del teologo ortodosso 'Olivier Clémentin'. Dice così: "L'abisso, aperto, per un istante da quel grido (Dio mio, Dio mio, perché mi hai Abbandonato?) si riempie del grande soffio della Risurrezione".

Arditamente provo a parafrasarlo nel desiderio che possa essere/essermi utile: "Sì, se questo abisso di dolore che ha colpito tante nostre famiglie, tante nostre Città, riecheggiando financo in tutto il mondo, non genera in ciascuno e in tutti un 'soffio' di pensieri veri, buoni, belli; se non ci trascina e c'infiamma per un impegno profondo, nuovo, costante, inatteso…..per la Fraternità Universale, se così non fosse, allora sì che resteremmo davvero piccoli e poveri uomini, saremmo gli ultimi cialtroni!".