Rinegoziazione mutui, M5S: «Operazione senza benifici per i cittadini»
I consiglieri pentastellati intervegono sulla situazione finanziaria del Comune
mercoledì 25 novembre 2015
I consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle, attraverso una nota, spiegano l'attuale situazione debitoria del Comune di Andria in merito alla rinegoziazione dei mutui e le conseguenze che si ripercuoteranno sui cittadini andriesi dopo l'operazione programmata dall'attuale amministrazione.
«In più di un'occasione - spiegano i consiglieri pentastellati - abbiamo disegnato ai cittadini andriesi uno scenario economico non positivo per il bilancio del Comune. Nell'ultimo Consiglio Comunale abbiamo avuto conferme di quello che ci aspetta. Dopo il mutuo di 16 milioni di euro solo per coprire i debiti fino al 2012 (con scadenza prevista al 2029) e il "disavanzo tecnico" di circa 50 milioni di euro (con un impegno finanziario previsto fino al 2045), la maggioranza di centrodestra ha scippato altre risorse finanziarie alle future amministrazioni andriesi. Stavolta tocca ad altri 1,5 milioni di euro, frutto di una rinegoziazione di mutui avviata da molti Comuni d'Italia a livello nazionale concessa dal Governo, tramite una proroga delle scadenze di 106 mutui contratti negli anni passati per fare opere pubbliche con varie scadenze. Con questa operazione i termini di questi mutui sono stati spostati e cumulati su tre scadenze diverse, 2030 - 2035 - 2040. Come ben sa anche il Sindaco, non si può dibattere sull'opportunità politica ed economica dei mutui una volta contratti, visto che quando si va ad amministrare si ereditano condizioni economico-finanziarie certamente precedenti e non attribuibili alla propria azione politica, ma è pur vero che anche la maggioranza di centrodestra in quasi sei anni ne ha stipulati e ha avuto delle grandi responsabilità nel gestire un bilancio dissestato che sarà lasciato nelle mani di chi verrà dopo. Non tutti i mutui, fra l'altro, sono stati trattati come vicende spinose: il Sindaco infatti non ha esitato ad arrogarsi i meriti per mutui stipulati da altri quando il risultato finale era positivo per i cittadini, come nel caso della Villa Comunale. Non è nemmeno possibile fare un'altra similitudine che è stata "recitata" in Consiglio Comunale come un mantra. I mutui di una città non sono uguali al mutuo di un cittadino qualunque. Forse sfugge a cotanti statisti che la rinegoziazione di un mutuo di un privato riguarda comunque il futuro dello stesso, vantaggi immediati e svantaggi futuri sono suoi, mentre la rinegoziazione dei mutui di un ente avvantaggia l'amministrazione attuale a scapito di quelle successive, che possono essere anche di segno politico opposto. Probabilmente il nodo cruciale di questa operazione va inquadrato nella (non) destinazione di questo pseudo-risparmio, visto che la stessa operazione era fattibile anche fra maggio e la metà di giugno di quest'anno. Certo, ci sono state le elezioni, ma se il vantaggio per i cittadini andriesi era così eclatante, come più volte dichiarato durante l'ultimo consiglio comunale, perché non si è sfruttata l'occasione in quel periodo? Forse perché l'utilizzo dello pseudo-risparmio era vincolato? Noi abbiamo comunque fatto delle proposte per investire quelle cifre in risparmio sulle tasse dei cittadini andriesi. Abbiamo proposto di vincolare queste somme ad un risparmio sulla tassa dei rifiuti. Proposta bocciata, secondo il centrodestra era demagogica ed irrealizzabile. Strano, vista l'esistenza degli articoli 22 e 23 del regolamento comunale TARES approvato dall'amministrazione Giorgino che prevede "riduzione per le utenze domestiche e non domestiche". Parrebbe che il Sindaco ed alcuni consiglieri di maggioranza si siano esercitati nell'italica consuetudine di trovare tutti i motivi apparentemente plausibili per non fare una cosa che però con una dose di buona volontà si poteva comunque fare. Ma ormai in questa strana amministrazione accade di tutto: talvolta questo Consiglio Comunale decide di non far versare gli oneri di urbanizzazione ad un privato e la volta successiva dichiara di non poter impedire che i cittadini versino tutta la tassa rifiuti. E' certamente colpa della nostra inesperienza se non abbiamo neanche compreso il motivo per il quale non si poteva vincolare il citato "risparmio" di 1,5 milioni di euro per soddisfare almeno una parte dei pignoramenti già in atto contro il comune di Andria, ammontanti a circa 2,5 milioni di euro, secondo quanto comunicatoci a fine agosto dal dirigente del settore finanziario comunale. A proposito di quest'ultimo e di tutti i suoi pareri tecnici sfavorevoli alle nostre proposte, un altro dubbio ci è sorto ed è l'ultimo, almeno per stavolta: nel corso del 2015, il Comune di Andria ha subìto le sanzioni previste dallo sforamento del Patto di stabilità dell'anno 2012, tra cui il divieto di assunzione del personale e a ciò si sono aggiunte anche altre sanzioni di identico tenore, in quanto avendo il Comune di Andria registrato tempi medi nei pagamenti superiori a 90 giorni nel 2014, nell'anno successivo a quello di riferimento non si sarebbe dovuto poter procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo. Quindi, pur in presenza di un "doppio divieto di assunzione di personale", in base a quale altra normativa a noi sconosciuta il Sindaco ha proceduto a rinnovare ripetutamente l'incarico a tale dirigente?»
«In più di un'occasione - spiegano i consiglieri pentastellati - abbiamo disegnato ai cittadini andriesi uno scenario economico non positivo per il bilancio del Comune. Nell'ultimo Consiglio Comunale abbiamo avuto conferme di quello che ci aspetta. Dopo il mutuo di 16 milioni di euro solo per coprire i debiti fino al 2012 (con scadenza prevista al 2029) e il "disavanzo tecnico" di circa 50 milioni di euro (con un impegno finanziario previsto fino al 2045), la maggioranza di centrodestra ha scippato altre risorse finanziarie alle future amministrazioni andriesi. Stavolta tocca ad altri 1,5 milioni di euro, frutto di una rinegoziazione di mutui avviata da molti Comuni d'Italia a livello nazionale concessa dal Governo, tramite una proroga delle scadenze di 106 mutui contratti negli anni passati per fare opere pubbliche con varie scadenze. Con questa operazione i termini di questi mutui sono stati spostati e cumulati su tre scadenze diverse, 2030 - 2035 - 2040. Come ben sa anche il Sindaco, non si può dibattere sull'opportunità politica ed economica dei mutui una volta contratti, visto che quando si va ad amministrare si ereditano condizioni economico-finanziarie certamente precedenti e non attribuibili alla propria azione politica, ma è pur vero che anche la maggioranza di centrodestra in quasi sei anni ne ha stipulati e ha avuto delle grandi responsabilità nel gestire un bilancio dissestato che sarà lasciato nelle mani di chi verrà dopo. Non tutti i mutui, fra l'altro, sono stati trattati come vicende spinose: il Sindaco infatti non ha esitato ad arrogarsi i meriti per mutui stipulati da altri quando il risultato finale era positivo per i cittadini, come nel caso della Villa Comunale. Non è nemmeno possibile fare un'altra similitudine che è stata "recitata" in Consiglio Comunale come un mantra. I mutui di una città non sono uguali al mutuo di un cittadino qualunque. Forse sfugge a cotanti statisti che la rinegoziazione di un mutuo di un privato riguarda comunque il futuro dello stesso, vantaggi immediati e svantaggi futuri sono suoi, mentre la rinegoziazione dei mutui di un ente avvantaggia l'amministrazione attuale a scapito di quelle successive, che possono essere anche di segno politico opposto. Probabilmente il nodo cruciale di questa operazione va inquadrato nella (non) destinazione di questo pseudo-risparmio, visto che la stessa operazione era fattibile anche fra maggio e la metà di giugno di quest'anno. Certo, ci sono state le elezioni, ma se il vantaggio per i cittadini andriesi era così eclatante, come più volte dichiarato durante l'ultimo consiglio comunale, perché non si è sfruttata l'occasione in quel periodo? Forse perché l'utilizzo dello pseudo-risparmio era vincolato? Noi abbiamo comunque fatto delle proposte per investire quelle cifre in risparmio sulle tasse dei cittadini andriesi. Abbiamo proposto di vincolare queste somme ad un risparmio sulla tassa dei rifiuti. Proposta bocciata, secondo il centrodestra era demagogica ed irrealizzabile. Strano, vista l'esistenza degli articoli 22 e 23 del regolamento comunale TARES approvato dall'amministrazione Giorgino che prevede "riduzione per le utenze domestiche e non domestiche". Parrebbe che il Sindaco ed alcuni consiglieri di maggioranza si siano esercitati nell'italica consuetudine di trovare tutti i motivi apparentemente plausibili per non fare una cosa che però con una dose di buona volontà si poteva comunque fare. Ma ormai in questa strana amministrazione accade di tutto: talvolta questo Consiglio Comunale decide di non far versare gli oneri di urbanizzazione ad un privato e la volta successiva dichiara di non poter impedire che i cittadini versino tutta la tassa rifiuti. E' certamente colpa della nostra inesperienza se non abbiamo neanche compreso il motivo per il quale non si poteva vincolare il citato "risparmio" di 1,5 milioni di euro per soddisfare almeno una parte dei pignoramenti già in atto contro il comune di Andria, ammontanti a circa 2,5 milioni di euro, secondo quanto comunicatoci a fine agosto dal dirigente del settore finanziario comunale. A proposito di quest'ultimo e di tutti i suoi pareri tecnici sfavorevoli alle nostre proposte, un altro dubbio ci è sorto ed è l'ultimo, almeno per stavolta: nel corso del 2015, il Comune di Andria ha subìto le sanzioni previste dallo sforamento del Patto di stabilità dell'anno 2012, tra cui il divieto di assunzione del personale e a ciò si sono aggiunte anche altre sanzioni di identico tenore, in quanto avendo il Comune di Andria registrato tempi medi nei pagamenti superiori a 90 giorni nel 2014, nell'anno successivo a quello di riferimento non si sarebbe dovuto poter procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo. Quindi, pur in presenza di un "doppio divieto di assunzione di personale", in base a quale altra normativa a noi sconosciuta il Sindaco ha proceduto a rinnovare ripetutamente l'incarico a tale dirigente?»