Riforma delle BCC, Porziotta: «Prova di professionalità e coesione»
Il Presidente della Banca di Andria rilancia l'azione dell'Istituto di Credito
lunedì 22 febbraio 2016
«Il sistema del Credito Cooperativo ha ancora una volta dato prova di professionalità e coesione. Chiamato a proporre una "auto riforma" che rispondesse alle esigenze di maggior liquidità e patrimonializzazione, chieste a gran voce dall'Europa a tutto il sistema bancario italiano, ha consentito al Governo, nei termini stringenti richiesti, di emanare il cosiddetto "Decreto BCC", che nella maggior parte del suo contenuto ricalca fedelmente le proposte avanzate da Federcasse. Infatti, fatta salva l'autonomia delle singole BCC, e quindi la licenza bancaria che rimane intestata alla singola banca, si prevede la creazione di una holding capogruppo dotata di un patrimonio di almeno un miliardo di Euro, controllata con una percentuale non inferiore al 51% dalle stesse BCC. Alla capogruppo queste ultime saranno legate da un patto di coesione (di cui si attende la specifica regolamentazione nei prossimi mesi), che ovviamente premierà le BCC più virtuose e meglio governate, consentendo a queste margini ampi di manovra e piena autonomia. Risulteranno penalizzate, invece, a salvaguardia dell'intero sistema, quelle che presentino segnali di anomalia o appesantimento negli impieghi». In relazione al recente decreto governativo sulla riforma delle Banche di Credito Cooperativo, è intervenuto il Presidente della Banca di Andria di Credito Cooperativo, Paolo Porziotta.
«Trattasi dunque, in linea generale, di una risposta forte e coerente ai principi mutualistici che connotano il sistema BCC, pur in presenza, nello stesso decreto, di taluni passaggi che dovranno essere migliorati, se non addirittura espunti da forzature non coerenti con lo spirito cooperativo. Forzature probabilmente rispondenti a logiche "familistiche", se non di aperto conflitto di interessi: mi riferisco in particolare al cosiddetto "Way Out", oggetto in questi giorni di particolare interesse da parte della stampa». Ma lo stesso Porziotta parla di quella che è la realtà della Banca di Andria: «Volendo parlare di casa nostra e quindi di Bda, facciamo intanto giustizia di alcuni luoghi comuni. In epoca di globalizzazione non può essere vera l'affermazione "Too Big To Fail", e cioè che più la banca è grande, più è sicura per i clienti e per il sistema. Basti pensare alle note vicissitudini dei più grandi gruppi italiani ed europei. E' vero invece che non è la dimensione a fare la differenza, ma il radicamento nel territorio di appartenenza e la puntuale conoscenza del mercato di riferimento, uniti alla sana e corretta gestione dell'istituto bancario. Ed è questa la logica in cui fin dall'inizio si è mossa la BDA che nel suo primo decennio di vita (l'apertura della storica sede di Via Don Luigi Sturzo è datata 7 gennaio 2007) è cresciuta armoniosamente e progressivamente come testimoniano i dati: raccolta diretta per 67 m. euro; raccolta indiretta 10 m. euro; impieghi per circa 30 m. euro; patrimonio netto 6 m. euro; cet1 pari a 19,902. In particolare il cet1 è un coefficiente patrimoniale col quale noi tutti dobbiamo imparare a confrontarci, perché esprime in modo immediato la solidità di una banca. A riguardo, si pensi che la media di sistema è poco al di sopra di 11 punti».
«Ancora mi preme sottolineare la totale estraneità della nostra BCC a operazioni finanziarie per lo meno dubbie proposte a soci e clienti (si pensi all'attuale querelle sulle obbligazioni subordinate) nonché l'assoluta refrattarietà alle speculazioni del mercato globale giacché la BDA, come tutte le BCC, non è quotata in Borsa. Insomma, il nostro mercato di riferimento è unicamente il nostro territorio e i nostri unici interlocutori sono i soci e i clienti. E' a loro ed alle nostre coscienze che ogni giorno diamo conto del nostro operato, perché la BDA non è solo una banca di numeri e spread, ma un istituto locale di "relazione" tra operatori e clienti che ben si conoscono ed interagiscono nel pieno rispetto dei ruoli e delle persone. E su questa strada intendiamo proseguire senza stratagemmi, senza deviazioni e senza scorciatoie di alcun tipo. In tale ottica, che è l'ottica del rinnovamento nella continuità, salutiamo con affetto il Direttore Generale uscente Michele Tucci e quello subentrante Nicola Bitetto. Al primo va il doveroso ringraziamento per aver gestito, con dedizione ed oculatezza la complessa fase iniziale e di primo consolidamento dell'istituto; al secondo, l'incoraggiamento e gli auguri di tutta la grande famiglia BDA, perché possa guidare l'azienda con altrettanta perizia ed aiutarci a vincere l'unica grande sfida che ci sta veramente a cuore: diventare nei fatti la Banca di tutti gli Andriesi, il faro creditizio di tutto il territorio».
«Trattasi dunque, in linea generale, di una risposta forte e coerente ai principi mutualistici che connotano il sistema BCC, pur in presenza, nello stesso decreto, di taluni passaggi che dovranno essere migliorati, se non addirittura espunti da forzature non coerenti con lo spirito cooperativo. Forzature probabilmente rispondenti a logiche "familistiche", se non di aperto conflitto di interessi: mi riferisco in particolare al cosiddetto "Way Out", oggetto in questi giorni di particolare interesse da parte della stampa». Ma lo stesso Porziotta parla di quella che è la realtà della Banca di Andria: «Volendo parlare di casa nostra e quindi di Bda, facciamo intanto giustizia di alcuni luoghi comuni. In epoca di globalizzazione non può essere vera l'affermazione "Too Big To Fail", e cioè che più la banca è grande, più è sicura per i clienti e per il sistema. Basti pensare alle note vicissitudini dei più grandi gruppi italiani ed europei. E' vero invece che non è la dimensione a fare la differenza, ma il radicamento nel territorio di appartenenza e la puntuale conoscenza del mercato di riferimento, uniti alla sana e corretta gestione dell'istituto bancario. Ed è questa la logica in cui fin dall'inizio si è mossa la BDA che nel suo primo decennio di vita (l'apertura della storica sede di Via Don Luigi Sturzo è datata 7 gennaio 2007) è cresciuta armoniosamente e progressivamente come testimoniano i dati: raccolta diretta per 67 m. euro; raccolta indiretta 10 m. euro; impieghi per circa 30 m. euro; patrimonio netto 6 m. euro; cet1 pari a 19,902. In particolare il cet1 è un coefficiente patrimoniale col quale noi tutti dobbiamo imparare a confrontarci, perché esprime in modo immediato la solidità di una banca. A riguardo, si pensi che la media di sistema è poco al di sopra di 11 punti».
«Ancora mi preme sottolineare la totale estraneità della nostra BCC a operazioni finanziarie per lo meno dubbie proposte a soci e clienti (si pensi all'attuale querelle sulle obbligazioni subordinate) nonché l'assoluta refrattarietà alle speculazioni del mercato globale giacché la BDA, come tutte le BCC, non è quotata in Borsa. Insomma, il nostro mercato di riferimento è unicamente il nostro territorio e i nostri unici interlocutori sono i soci e i clienti. E' a loro ed alle nostre coscienze che ogni giorno diamo conto del nostro operato, perché la BDA non è solo una banca di numeri e spread, ma un istituto locale di "relazione" tra operatori e clienti che ben si conoscono ed interagiscono nel pieno rispetto dei ruoli e delle persone. E su questa strada intendiamo proseguire senza stratagemmi, senza deviazioni e senza scorciatoie di alcun tipo. In tale ottica, che è l'ottica del rinnovamento nella continuità, salutiamo con affetto il Direttore Generale uscente Michele Tucci e quello subentrante Nicola Bitetto. Al primo va il doveroso ringraziamento per aver gestito, con dedizione ed oculatezza la complessa fase iniziale e di primo consolidamento dell'istituto; al secondo, l'incoraggiamento e gli auguri di tutta la grande famiglia BDA, perché possa guidare l'azienda con altrettanta perizia ed aiutarci a vincere l'unica grande sfida che ci sta veramente a cuore: diventare nei fatti la Banca di tutti gli Andriesi, il faro creditizio di tutto il territorio».