Rifiuti tessili, rotto trituratore: le proteste e le soluzioni

Produttori, Aro e Comune attorno ad un tavolo per risolvere la vicenda

giovedì 10 settembre 2015 10.08
A cura di Stefano Massaro
Una vicenda iniziata nel mese di agosto e che oggi trova una prima soluzione dopo la levata di scudi dei produttori: stiamo parlando dei rifiuti tessili, in sostanza gli scarti della lavorazione. Da almeno dieci giorni, infatti, i magazzini delle aziende andriesi pieni di rifiuti provenienti dagli scarti. Rifiuti che la ditta di raccolta, la Sangalli, non ha potuto più raccogliere a partire sin dal mese di agosto quando il trituratore del biostabilizzatore di Foggia si è rotto ed i responsabili dell'Amiu hanno riferito di non poter più accogliere quella tipologia di rifiuto.

Uno stop giunto all'Aro che è passato un po' in sordina per via delle vacanze estive e della produzione rallentata delle oltre 150 aziende andriesi del settore tessile. I rifiuti tessili, infatti, non possono più esser assimilati a rifiuti urbani ma devono esser trattati come rifiuti speciali. Gli scarti di cotone o di altre poche varietà di tessuto possono esser riciclate ma la maggior parte dei "sintetici" naturalmente devono esser semplicemente smaltiti in discarica. Un problema risolto, con una soluzione tampone, dal Comune di Andria che assicurerà la possibilità di conferire gli scarti di lavorazione, al momento presenti nei magazzini delle ditte, all'interno di un cassone appena predisposto nell'Isola Ecologica di Andria in via Stazio. Da lì quei rifiuti speciali saranno trasportati in una delle discariche speciali del circondario.

Soluzione, come detto, tampone perchè il problema resta per il futuro. Ed è proprio su questo che ci si è concentrati in una serie di incontri effettuati a Palazzo di Città nei giorni scorsi, tra produttori, Aro (Ambito di Raccolta Ottimale) e Assessorato all'Ambiente del Comune di Andria. I produttori, in sostanza, dovranno trovare formule private di conferimento dei rifiuti ormai assimilati a quelli "speciali", come già avviene per le ditte più grandi. Per le ditte medio-piccole, invece, la soluzione potrebbe esser quella di consorziarsi per gestire il flusso di rifiuti ed abbattere i costi che, in alcuni casi, sono nulli se si riesce a recuperare materiale per il riciclo. Probabile, invece, che nel mentre si cercano soluzioni condivise, nonostante l'argomento vada ancora approfondito anche da un punto di vista di regolamenti, il Comune di Andria potrebbe fissare dei tetti massimi di peso per le singole aziende e continuare, in emergenza, a raccogliere i rifiuti tessili nell'Isola Ecologica. Da aggiornare, rapidamente, vi è proprio il regolamento riferito alla raccolta di questo tipo di rifiuto che, fino ad oggi, è stato assimilato al rifiuto urbano senza tener conto delle specifiche caratteristiche del materiale e delle quantità prodotte. Il tutto va rivisto in virtù anche delle normative che cambiano e della classificazione europea dei CER rivista a giugno 2015.