Rifiuti tessili: in vigore la nuova normativa Europea
Introdotta la responsabilità estesa del produttore e sanzioni fino a 2.500 euro
lunedì 20 gennaio 2025
10.52
È in vigore, dallo scorso 1° gennaio 2025, in tutta l'Unione Europea, una nuova normativa per il corretto smaltimento dei rifiuti tessili. La misura nata per contrastare l'inquinamento derivante dai rifiuti tessili, impone ai comuni di organizzare una raccolta specifica per i rifiuti tessili. Da oggi, in tutta Europa, non è più possibile gettare, nel cassonetto dell'indifferenziata, indumenti usati e vecchi.
Previste sanzioni fino a 2.500 euro per chi non rispetta le disposizioni. La produzione tessile rappresenta dal 16% al 35% dell'inquinamento oceanico causato dalle microplastiche, è responsabile dal 2% al 10% dell'emissioni globali di CO2 e contribuisce al 20% dell'inquinamento delle acque dolci.
La normativa europea è stata introdotta per far fronte al crescente problema del fast fashion, che accelera l'acquisto di molti capi e lo smaltimento di questi.
Infatti, dalle ricerche è emerso che ogni cittadino europeo produce in media 11 kg di rifiuti tessili all'anno, per un totale di 12,6 milioni di tonnellate nei 27 Stati membri, di cui 5,2 milioni solo tra abbigliamento e calzature. Tuttavia, solo il 12% dei materiali tessili viene riciclato, mentre il resto finisce tra i rifiuti indifferenziati.
In verità, l'Italia è stata tra i primi Paesi europei a recepire la direttiva e addirittura aveva anticipato l'introduzione dell'obbligo con il decreto legislativo n. 116/2020, fissandolo per il 1° gennaio 2022. Per completare il quadro normativo nazionale si attende per la seconda metà del 2025 l'adozione di un decreto che definisca la Responsabilità estesa del produttore (EPR) anche per il settore tessile, con la partenza ufficiale dei consorzi di filiera all'inizio del 2026.
La "responsabilità estesa del produttore" obbliga i produttori di tessuti a occuparsi del riutilizzo e del riciclo dei loro prodotti.
Per smaltire correttamente i rifiuti tessili, è necessario utilizzare i cassonetti gialli, destinati a capi di abbigliamento, accessori, biancheria intima, scarpe, borse, stoffe, tende e tappeti.
Ad Andria ad occuparsi della raccolta differenziata di indumenti è la ditta Cannone Srl, che ha registrato nelle ultime settimane incendi ai cassonetti adibiti alla raccolta degli indumenti, presumibilmente di natura dolosa da parte di ignoti. Episodi che sicuramente non agevolano questo tipo di raccolta e che allertano la comunità andriese.
E' importante, invece, ricordare che la raccolta differenziata dei tessili permette il recupero e il riciclo delle fibre, riducendo così il consumo di nuove risorse e l'inquinamento. I tessili in buono stato possono essere riutilizzati, mentre quelli danneggiati vengono trasformati in nuove fibre o materiali.
Tale attività, se eseguita, impatta in modo incisivo sul contrasto dell'inquinamento ambientale, argomento che dovrebbe essere a cuore di ciascuno di noi a tutela della salute di tutti.
Previste sanzioni fino a 2.500 euro per chi non rispetta le disposizioni. La produzione tessile rappresenta dal 16% al 35% dell'inquinamento oceanico causato dalle microplastiche, è responsabile dal 2% al 10% dell'emissioni globali di CO2 e contribuisce al 20% dell'inquinamento delle acque dolci.
La normativa europea è stata introdotta per far fronte al crescente problema del fast fashion, che accelera l'acquisto di molti capi e lo smaltimento di questi.
Infatti, dalle ricerche è emerso che ogni cittadino europeo produce in media 11 kg di rifiuti tessili all'anno, per un totale di 12,6 milioni di tonnellate nei 27 Stati membri, di cui 5,2 milioni solo tra abbigliamento e calzature. Tuttavia, solo il 12% dei materiali tessili viene riciclato, mentre il resto finisce tra i rifiuti indifferenziati.
In verità, l'Italia è stata tra i primi Paesi europei a recepire la direttiva e addirittura aveva anticipato l'introduzione dell'obbligo con il decreto legislativo n. 116/2020, fissandolo per il 1° gennaio 2022. Per completare il quadro normativo nazionale si attende per la seconda metà del 2025 l'adozione di un decreto che definisca la Responsabilità estesa del produttore (EPR) anche per il settore tessile, con la partenza ufficiale dei consorzi di filiera all'inizio del 2026.
La "responsabilità estesa del produttore" obbliga i produttori di tessuti a occuparsi del riutilizzo e del riciclo dei loro prodotti.
Per smaltire correttamente i rifiuti tessili, è necessario utilizzare i cassonetti gialli, destinati a capi di abbigliamento, accessori, biancheria intima, scarpe, borse, stoffe, tende e tappeti.
Ad Andria ad occuparsi della raccolta differenziata di indumenti è la ditta Cannone Srl, che ha registrato nelle ultime settimane incendi ai cassonetti adibiti alla raccolta degli indumenti, presumibilmente di natura dolosa da parte di ignoti. Episodi che sicuramente non agevolano questo tipo di raccolta e che allertano la comunità andriese.
E' importante, invece, ricordare che la raccolta differenziata dei tessili permette il recupero e il riciclo delle fibre, riducendo così il consumo di nuove risorse e l'inquinamento. I tessili in buono stato possono essere riutilizzati, mentre quelli danneggiati vengono trasformati in nuove fibre o materiali.
Tale attività, se eseguita, impatta in modo incisivo sul contrasto dell'inquinamento ambientale, argomento che dovrebbe essere a cuore di ciascuno di noi a tutela della salute di tutti.