Rientro a scuola in Puglia e vaccini, il pediatra: «Ragazzi vaccinatevi, ne vale la pena»
Intervista al dottor Luigi Nigri, vicepresidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, che non nasconde timori per il rientro in presenza
mercoledì 25 agosto 2021
6.49
Il prossimo 20 settembre suonerà la prima campanella dell'anno scolastico 2021/2022. Un anno scolastico che da decreto ministeriale sarà in presenza, e per far partire il quale il Governo ha deciso di introdurre l'obbligo di green pass per docenti e personale Ata, lasciando fuori dal dover avere il certificato verde gli studenti di età superiore ai 12 anni, che ad oggi possono comunque decidere di vaccinarsi. La Regione Puglia ha fatto partire ieri una campagna per arrivare ai ragazzi che non hanno ancora effettuato nemmeno la prima dose di vaccino. Ma sono molti i dubbi in merito, soprattutto da parte dei genitori che comunque, in caso di minori, sono coloro che devono avere l'ultima parola. Ne abbiamo parlato con il dottor Luigi Nigri, biscegliese, pediatra e vicepresidente della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri).
Dottor Nigri, tra poco ci sarà il rientro a scuola in Puglia. Da lunedì 23 agosto è iniziata la seconda fase della campagna vaccinale "scuola per scuola", per vaccinare gli adolescenti. Molti genitori sono dubbiosi, cosa dovrebbero dire loro i pediatri?
«Noi dobbiamo essere corretti, e dire loro che il vaccino è una grande opportunità. Il vaccino va fatto. Ha un indice di sicurezza molto alto. Purtroppo, ci sono rischi in una percentuale di casi bassissima, e non vanno nascosti. Tra questi ricordo qualche caso di miocardite, ad esempio, che per fortuna si risolve. Se mettiamo sulla bilancia il lato positivo e quello negativo degli eventuali rischi non c'è paragone. Il nostro consiglio è di vaccinare serenamente i propri figli».
Ci sono genitori che si rifiutano, basandosi magari sulle proprie esperienze dirette. Alcuni, ad esempio, citano amici dei figli che non hanno avuto grossi problemi con il Covid, e quindi si chiedono perché vaccinare.
«Questi genitori andrebbero portati in ospedale, dove ci sono alcuni ragazzini ricoverati, oppure dovrebbe sentire la testimonianza dei genitori che hanno avuto i figli adolescenti con il Covid e se la sono vista brutta. In alcuni casi ci è voluta non solo la mano dei medici, ma anche quella del Signore. Purtroppo, un caso non è come l'altro. Dire che in linea di massima i ragazzi il Covid lo superano è giusto. Ma se consideriamo i casi di ragazzi infettati da Covid con complicanze e i casi di vaccinati con complicanze non c'è paragone. Il rischio di infettarsi e prendere la malattia in proporzione resta altissimo. Hanno paura del vaccino e non della malattia, ma dovrebbe essere il contrario».
Gli adolescenti che complicanze possono avere dal Covid?
«Il problema degli adolescenti è che spesso ci accorgiamo del contagio perché hanno qualche linea di febbre e un po' di tosse, non c'è una compromissione clinica importante nella maggior parte dei casi. A volte, cosa accaduta frequentemente negli ultimi mesi, in campeggi, scuole estive, associazioni, ecc… capita di fare i tamponi e trovare sorprese, ovvero tassi di positività altissimi. A dimostrazione che sono stati abbassati i sistemi di sicurezza (mascherine e distanziamento) e che la variante Delta è molto contagiosa. Questi due aspetti insieme sono fatali per la diffusione del virus, ed questo che dobbiamo evitare con la vaccinazione».
I bambini sotto i 12 anni al momento non si possono vaccinare e a settembre, stando alla decisione del Governo, dovrebbero rientrare tutti in presenza. Molti genitori, soprattutto del primo ciclo, nonostante l'obbligo di Green Pass per il personale, hanno paura. Cosa si può dire a chi ha timore di mandare i figli a scuola?
«Hanno ragione. Purtroppo, non è colpa di nessuno se il vaccino non è stato ancora testato sui più piccoli. Il rischio ad oggi è più alto rispetto allo scorso anno, in quanto la variante Delta, ormai prevalente, è molto più subdola e più veloce, e più aggressiva come rapidità di contagio. Mandare i bambini a scuola è un rischio altissimo di prendere il Covid. Per un fatto politico questo non si vuole accettare. Capiamo le ragioni pratiche, i problemi che possono avere i bambini a non andare a scuola in presenza, però dire: "Andate a scuola che non succede nulla", non si può fare. Noi pediatri abbiamo paura della riapertura delle scuole elementari e medie (fino a 12 anni), perché stiamo già vedendo casi di Covid da Variante Delta nei ragazzini dai 5 ai 9 anni. Questi casi che oggi sono magari asintomatici, in un ambiente chiuso come la scuola faranno partire contagi a raffica che si ripercuoteranno fuori. Ci sono ancora genitori resistenti alla vaccinazione. Se vacciniamo tutti i bambini proteggiamo gli adulti, ma questi ultimi a loro volta dovrebbero essere vaccinati. Ma se andiamo a vaccinare le sacche di adulti che oppongono resistenza probabilmente proteggiamo i bambini. Nei mesi precedenti abbiamo visto che per un periodo piuttosto lungo il contagio è stato intra-familiare. Il consiglio è di vaccinare tutti, i ragazzi quelli che si può. Io sarei addirittura per l'obbligo per quelle categorie che per ragioni lavorative sono a contatto con il pubblico, e che ad oggi rifiutano di farlo».
Le troppe notizie negative che si sono lette sui giornali e viste in tv possono aver influito sull'idea che le persone hanno dei vaccini ?
«Credo che esista una sub-cultura contraria alle vaccinazioni, che nasce da movimenti ideologici. Questa sub-cultura porta con sé degli strascichi. Chi non si vaccina non lo fa, perché ha paura o ha sentito dire che ci sono delle implicazioni sul vaccino del Covid, spesso chi non si vaccina non si vaccina per niente, rifiuta la vaccinazione come atto. E questa è una cosa vergognosa, perché le vaccinazioni hanno salvato l'umanità. Quello che si sente sui vaccini sono reazioni così eccezionali e sporadiche che possono essere tranquillamente accettate, considerando che sono milioni le dosi somministrate. È chiaro, quando ci si scontra con l'ideologia cambia tutto, perché non si può ragionare con chi non ragiona su basi scientifiche e troverà sempre un cavillo per avere ragione. Io rispetto la libertà individuale, ma non quando tale libertà sconfina nel rischio di infettare altre persone che non hanno nulla a che fare con i tuoi principi ideologici».
Un consiglio finale a chi ha dubbi?
«I genitori che hanno dubbi devono parlare con il proprio pediatra. Lui/Lei è la persona che ha in mano il rapporto di fiducia con il genitore, e nei casi di adolescenti proprio con loro. Il pediatra può rasserenare e rassicurare, e può correttamente dire che si sono anche dei minimi rischi, accettabili, che nel 99,9% si risolvono. Percentuale che invece è molto più bassa se si prende la malattia. Il Covid può anche dare strascichi nel tempo, se si arriva alla compromissione polmonare ce la si porta dietro tutta la vita. Non dobbiamo fare terrorismo, ma corretta informazione. E dire: "Ragazzi vaccinatevi, ne vale la pena"».
Dottor Nigri, tra poco ci sarà il rientro a scuola in Puglia. Da lunedì 23 agosto è iniziata la seconda fase della campagna vaccinale "scuola per scuola", per vaccinare gli adolescenti. Molti genitori sono dubbiosi, cosa dovrebbero dire loro i pediatri?
«Noi dobbiamo essere corretti, e dire loro che il vaccino è una grande opportunità. Il vaccino va fatto. Ha un indice di sicurezza molto alto. Purtroppo, ci sono rischi in una percentuale di casi bassissima, e non vanno nascosti. Tra questi ricordo qualche caso di miocardite, ad esempio, che per fortuna si risolve. Se mettiamo sulla bilancia il lato positivo e quello negativo degli eventuali rischi non c'è paragone. Il nostro consiglio è di vaccinare serenamente i propri figli».
Ci sono genitori che si rifiutano, basandosi magari sulle proprie esperienze dirette. Alcuni, ad esempio, citano amici dei figli che non hanno avuto grossi problemi con il Covid, e quindi si chiedono perché vaccinare.
«Questi genitori andrebbero portati in ospedale, dove ci sono alcuni ragazzini ricoverati, oppure dovrebbe sentire la testimonianza dei genitori che hanno avuto i figli adolescenti con il Covid e se la sono vista brutta. In alcuni casi ci è voluta non solo la mano dei medici, ma anche quella del Signore. Purtroppo, un caso non è come l'altro. Dire che in linea di massima i ragazzi il Covid lo superano è giusto. Ma se consideriamo i casi di ragazzi infettati da Covid con complicanze e i casi di vaccinati con complicanze non c'è paragone. Il rischio di infettarsi e prendere la malattia in proporzione resta altissimo. Hanno paura del vaccino e non della malattia, ma dovrebbe essere il contrario».
Gli adolescenti che complicanze possono avere dal Covid?
«Il problema degli adolescenti è che spesso ci accorgiamo del contagio perché hanno qualche linea di febbre e un po' di tosse, non c'è una compromissione clinica importante nella maggior parte dei casi. A volte, cosa accaduta frequentemente negli ultimi mesi, in campeggi, scuole estive, associazioni, ecc… capita di fare i tamponi e trovare sorprese, ovvero tassi di positività altissimi. A dimostrazione che sono stati abbassati i sistemi di sicurezza (mascherine e distanziamento) e che la variante Delta è molto contagiosa. Questi due aspetti insieme sono fatali per la diffusione del virus, ed questo che dobbiamo evitare con la vaccinazione».
I bambini sotto i 12 anni al momento non si possono vaccinare e a settembre, stando alla decisione del Governo, dovrebbero rientrare tutti in presenza. Molti genitori, soprattutto del primo ciclo, nonostante l'obbligo di Green Pass per il personale, hanno paura. Cosa si può dire a chi ha timore di mandare i figli a scuola?
«Hanno ragione. Purtroppo, non è colpa di nessuno se il vaccino non è stato ancora testato sui più piccoli. Il rischio ad oggi è più alto rispetto allo scorso anno, in quanto la variante Delta, ormai prevalente, è molto più subdola e più veloce, e più aggressiva come rapidità di contagio. Mandare i bambini a scuola è un rischio altissimo di prendere il Covid. Per un fatto politico questo non si vuole accettare. Capiamo le ragioni pratiche, i problemi che possono avere i bambini a non andare a scuola in presenza, però dire: "Andate a scuola che non succede nulla", non si può fare. Noi pediatri abbiamo paura della riapertura delle scuole elementari e medie (fino a 12 anni), perché stiamo già vedendo casi di Covid da Variante Delta nei ragazzini dai 5 ai 9 anni. Questi casi che oggi sono magari asintomatici, in un ambiente chiuso come la scuola faranno partire contagi a raffica che si ripercuoteranno fuori. Ci sono ancora genitori resistenti alla vaccinazione. Se vacciniamo tutti i bambini proteggiamo gli adulti, ma questi ultimi a loro volta dovrebbero essere vaccinati. Ma se andiamo a vaccinare le sacche di adulti che oppongono resistenza probabilmente proteggiamo i bambini. Nei mesi precedenti abbiamo visto che per un periodo piuttosto lungo il contagio è stato intra-familiare. Il consiglio è di vaccinare tutti, i ragazzi quelli che si può. Io sarei addirittura per l'obbligo per quelle categorie che per ragioni lavorative sono a contatto con il pubblico, e che ad oggi rifiutano di farlo».
Le troppe notizie negative che si sono lette sui giornali e viste in tv possono aver influito sull'idea che le persone hanno dei vaccini ?
«Credo che esista una sub-cultura contraria alle vaccinazioni, che nasce da movimenti ideologici. Questa sub-cultura porta con sé degli strascichi. Chi non si vaccina non lo fa, perché ha paura o ha sentito dire che ci sono delle implicazioni sul vaccino del Covid, spesso chi non si vaccina non si vaccina per niente, rifiuta la vaccinazione come atto. E questa è una cosa vergognosa, perché le vaccinazioni hanno salvato l'umanità. Quello che si sente sui vaccini sono reazioni così eccezionali e sporadiche che possono essere tranquillamente accettate, considerando che sono milioni le dosi somministrate. È chiaro, quando ci si scontra con l'ideologia cambia tutto, perché non si può ragionare con chi non ragiona su basi scientifiche e troverà sempre un cavillo per avere ragione. Io rispetto la libertà individuale, ma non quando tale libertà sconfina nel rischio di infettare altre persone che non hanno nulla a che fare con i tuoi principi ideologici».
Un consiglio finale a chi ha dubbi?
«I genitori che hanno dubbi devono parlare con il proprio pediatra. Lui/Lei è la persona che ha in mano il rapporto di fiducia con il genitore, e nei casi di adolescenti proprio con loro. Il pediatra può rasserenare e rassicurare, e può correttamente dire che si sono anche dei minimi rischi, accettabili, che nel 99,9% si risolvono. Percentuale che invece è molto più bassa se si prende la malattia. Il Covid può anche dare strascichi nel tempo, se si arriva alla compromissione polmonare ce la si porta dietro tutta la vita. Non dobbiamo fare terrorismo, ma corretta informazione. E dire: "Ragazzi vaccinatevi, ne vale la pena"».