Restituisce la targa del Premio Iustitia: Daniela Castellano, figlia di Enrico Castellano, scrive alla premier Meloni
«Fare finta che nulla sia successo è di una gravità inaudita, indica la mancanza di volontà al miglioramento»
lunedì 2 dicembre 2024
9.17
«Gent.ma Presidente Meloni, Lei è a capo di questo governo dall'ottobre del 2022, eppure in tutto questo tempo mai è pervenuta da parte Sua una parola di conforto in ricordo delle vittime del disastro ferroviario, non una parola di conforto all'intera comunità. Nessuno dei Suoi eletti pugliesi in Parlamento si è mai affacciato ad ascoltare le numerose lamentele dei pendolari sul pessimo servizio della ferrovia Bari nord post incidente ferroviario.
Non è passabile neanche la scusa che la tratta sia di pertinenza regionale, perché lo Stato ha dimostrato che quando vuole, un esempio ne è il caso Caivano, risponde con celerità. Ha spesso ricordato nei Suoi post altre tragedie nazionali, ma mai ciò che è accaduto il 12 luglio 2016. Lei ha portato avanti lo stesso atteggiamento dei Suoi predecessori, la totale indifferenza».
E' questo l'incipit della lettera che Daniela Castellano, figlia di Enrico Castellano, una delle 23 vittime del disastro ferroviario sull' Andria-Corato del 12 luglio 2016, ha inviato alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La sua è una amara decisione: ovvero quella di restituire la targa del Premio Iustitia ricevuto nel 2018. Un gesto simbolico in cui denuncia il silenzio delle istituzioni sulla tragedia e accusa lo Stato di indifferenza verso le famiglie delle vittime e la sicurezza ferroviaria.
Nel 2018, Daniela Castellano era stata insignita del Premio Iustitia durante la festa di Atreju, un evento organizzato da Fratelli d'Italia. Il riconoscimento, consegnato dalla dottoressa Cinzia Pellegrino, coordinatrice nazionale del Dipartimento Tutela Vittime del partito, era accompagnato da queste parole: "A chi con fermezza, nonostante il dolore, è andata oltre continuando a lottare per la giustizia delle vittime."
In qualità di presidente dell'associazione Astip (Associazione Strage Treni in Puglia), Castellano aveva portato avanti numerose iniziative per accertare le responsabilità del disastro ferroviario, che nel 2016 spezzò vite e segnò profondamente le comunità locali.
«Parliamo di 23 vite umane distrutte in pochi attimi, parliamo di famiglie distrutte, una comunità abbandonata.
Lo Stato dovrebbe ricordare sempre simili tragedie e fare in modo che non accadano più, lo Stato dovrebbe formulare regole più ferree e soprattutto farle rispettare, la sicurezza è un diritto fondamentale per il cittadino italiano, per lo Stato un dovere garantirla. Fare finta che nulla sia successo è di una gravità inaudita, indica la mancanza di volontà al miglioramento.
Per questo motivo ho deciso di restituire la Targa consegnatami nel 2018. Ricordo ancora la forte emozione all'idea di non essere sola. Oggi guardandola mi rendo conto che è stata sola propaganda. Nessuno potrà dire che io abbia agito d'impulso, ho atteso due anni e due commemorazioni.
Non Le nascondo la delusione, la ritenevo diversa dai Suoi predecessori, la pensavo più vicina al comune cittadino, convinta che avrebbe prima o poi dato un cenno di vicinanza, almeno nel giorno del ricordo. Purtroppo non l'ha fatto, purtroppo non ha ritenuto opportuno farlo. Ero convinta che Lei fosse diversa, più sensibile perché donna, perché madre, ma a quanto pare governare porta a disumanizzarsi. Cordialmente».
Non è passabile neanche la scusa che la tratta sia di pertinenza regionale, perché lo Stato ha dimostrato che quando vuole, un esempio ne è il caso Caivano, risponde con celerità. Ha spesso ricordato nei Suoi post altre tragedie nazionali, ma mai ciò che è accaduto il 12 luglio 2016. Lei ha portato avanti lo stesso atteggiamento dei Suoi predecessori, la totale indifferenza».
E' questo l'incipit della lettera che Daniela Castellano, figlia di Enrico Castellano, una delle 23 vittime del disastro ferroviario sull' Andria-Corato del 12 luglio 2016, ha inviato alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La sua è una amara decisione: ovvero quella di restituire la targa del Premio Iustitia ricevuto nel 2018. Un gesto simbolico in cui denuncia il silenzio delle istituzioni sulla tragedia e accusa lo Stato di indifferenza verso le famiglie delle vittime e la sicurezza ferroviaria.
Nel 2018, Daniela Castellano era stata insignita del Premio Iustitia durante la festa di Atreju, un evento organizzato da Fratelli d'Italia. Il riconoscimento, consegnato dalla dottoressa Cinzia Pellegrino, coordinatrice nazionale del Dipartimento Tutela Vittime del partito, era accompagnato da queste parole: "A chi con fermezza, nonostante il dolore, è andata oltre continuando a lottare per la giustizia delle vittime."
In qualità di presidente dell'associazione Astip (Associazione Strage Treni in Puglia), Castellano aveva portato avanti numerose iniziative per accertare le responsabilità del disastro ferroviario, che nel 2016 spezzò vite e segnò profondamente le comunità locali.
«Parliamo di 23 vite umane distrutte in pochi attimi, parliamo di famiglie distrutte, una comunità abbandonata.
Lo Stato dovrebbe ricordare sempre simili tragedie e fare in modo che non accadano più, lo Stato dovrebbe formulare regole più ferree e soprattutto farle rispettare, la sicurezza è un diritto fondamentale per il cittadino italiano, per lo Stato un dovere garantirla. Fare finta che nulla sia successo è di una gravità inaudita, indica la mancanza di volontà al miglioramento.
Per questo motivo ho deciso di restituire la Targa consegnatami nel 2018. Ricordo ancora la forte emozione all'idea di non essere sola. Oggi guardandola mi rendo conto che è stata sola propaganda. Nessuno potrà dire che io abbia agito d'impulso, ho atteso due anni e due commemorazioni.
Non Le nascondo la delusione, la ritenevo diversa dai Suoi predecessori, la pensavo più vicina al comune cittadino, convinta che avrebbe prima o poi dato un cenno di vicinanza, almeno nel giorno del ricordo. Purtroppo non l'ha fatto, purtroppo non ha ritenuto opportuno farlo. Ero convinta che Lei fosse diversa, più sensibile perché donna, perché madre, ma a quanto pare governare porta a disumanizzarsi. Cordialmente».