Regione, Michele Emiliano proclamato neo Governatore di Puglia
Cerimonia in Corte d'Appello: «Da oggi la responsabilità è tutta mia»
sabato 27 giugno 2015
7.59
«Mancavano tante persone ieri, volate via nel ciclo infinito del tempo e della vita, e nonostante le cercassi tra i volti di coloro che affollavano l'Aula Magna della Corte d'Appello, non sono arrivate. Ci sono mancate, mi sono mancate. E ci hanno ricordato che la politica serve a vivere al meglio il brevissimo tempo che ci è concesso. Serve a santificare il dono della vita. Ecco perchè deve dedicarsi soprattutto a coloro che non hanno potere, danaro e successo, agli ultimi, ai piccoli, agli sfortunati, ai malati, ai rifugiati, a coloro che vivono nelle infinite periferie del mondo, in auto o in piccole case popolari, rischiando ogni giorno di perdere il lavoro o di non trovarlo mai, sempre in bilico tra la voglia di educare i figli e quella di odiare tutto e tutti affiliandosi alla prima setta o cosca politica, mafiosa o religiosa che passa». Ecco le prime parole di Michele Emiliano, proclamato neo Governatore della Regione Puglia, ieri pomeriggio alle 17 nell'aula della Corte d'Appello di Bari dopo un lungo iter procedurale che ha fatto slittare questo importante passaggio istituzionale di almeno due settimane. A 26 giorni dalle elezioni, tuttavia, ora la Puglia ha un nuovo Presidente. E lo stesso Emiliano ha ribadito l'urgenza del suo impegno che «da oggi - ha riferito - è solo mia responsabilità».
«La politica è urgente, non ha alternative, è il mezzo per costruire la Pace, la Giustizia, l'Eguaglianza che consentono a ciascuno di godere delle ore di vita che ci sono concesse. Nessuno potrà portarsi dietro il danaro o il potere che guadagnerà sottaendolo ad un'equa distribuzione tra i viventi. Potrebbe invece provare la felicità estrema di compiere atti di umanità e di intelligenza generazionale per favorire l'esistenza dei contemporanei e anche di chi verrà dopo di noi. Tutelare l'Ambiente e la Giustizia trascurando il guadagno immediato di qualche multinazionale senza identità è l'unico modo per evitare l'Inferno che probabilmente consiste solo nella consapevolezza terrena di vivere sprecando il tempo che ci è dato perseguendo inutili obiettivi. La politica è dunque armonia, ricerca della concordia, della soluzione continua dei nodi e delle controversie utilizzando l'intelligenza collettiva per superare l'adolescenza di un'umanità che ancora una volta sta infiammando il mondo con nuove guerre diverse dal passato, ma non meno sanguinose ed inutili. Noi siamo qui, in Puglia, nel tacco d'Italia, la culla della civiltà occidentale e della sua cultura, e possiamo dare senso alle nostre giornate lavorando sodo, pensando bene a ciò che facciamo, spezzando ogni giorno il pane con i nostri simili e col Creato».
«La politica è urgente, non ha alternative, è il mezzo per costruire la Pace, la Giustizia, l'Eguaglianza che consentono a ciascuno di godere delle ore di vita che ci sono concesse. Nessuno potrà portarsi dietro il danaro o il potere che guadagnerà sottaendolo ad un'equa distribuzione tra i viventi. Potrebbe invece provare la felicità estrema di compiere atti di umanità e di intelligenza generazionale per favorire l'esistenza dei contemporanei e anche di chi verrà dopo di noi. Tutelare l'Ambiente e la Giustizia trascurando il guadagno immediato di qualche multinazionale senza identità è l'unico modo per evitare l'Inferno che probabilmente consiste solo nella consapevolezza terrena di vivere sprecando il tempo che ci è dato perseguendo inutili obiettivi. La politica è dunque armonia, ricerca della concordia, della soluzione continua dei nodi e delle controversie utilizzando l'intelligenza collettiva per superare l'adolescenza di un'umanità che ancora una volta sta infiammando il mondo con nuove guerre diverse dal passato, ma non meno sanguinose ed inutili. Noi siamo qui, in Puglia, nel tacco d'Italia, la culla della civiltà occidentale e della sua cultura, e possiamo dare senso alle nostre giornate lavorando sodo, pensando bene a ciò che facciamo, spezzando ogni giorno il pane con i nostri simili e col Creato».