Regionali 2015, Zinni: «Connettere il tessuto urbano»
A Materia Prima si è discusso di Qualità della Vita e nuove opportunità
venerdì 1 maggio 2015
7.48
Andria città vivibile, Andria città in cui il tessuto sociale ed urbano va riconnesso nella sua interezza, Andria natia di talenti emigrati pieni di un bagaglio di idee che fanno le fortune di diversi luoghi nel mondo. E' quanto emerso durante un incontro, all'interno del comitato elettorale Materia Prima di Sabino Zinni, candidato nella Lista Emiliano in vista delle prossime elezioni Regionali del 31 maggio 2015, nel quale si è parlato di qualità della vita urbana con progettisti ed esperti del settore: «La qualità della vita urbana si inserisce appieno nel filone che abbiamo scelto di argomenti per questa nostra campagna elettorale - ha detto Sabino Zinni - Tutto si sta svolgendo all'insegna del recupero di quello che è alle nostre spalle per portarlo nel futuro. Allora ecco la qualità della vita urbana che è un fattore fondamentale che si alimenta non con la nuova cementificazione ma deve ripartire dai nostri valori fondanti, i valori fondanti della nostra comunità. Dalla qualità del costruire e dall'abitare ma anche dal verde e dai cittadini, tutti impegnati a fare rete per avere una comunità connessa».
Considerazione amara quella di Sabino Zinni che nel trentesimo secolo, nell'era digitale e di facebook, ritrova una società disconnessa dal contesto: «Ognuno è preso dalle proprie cose - ha detto Zinni - tutti sono impegnati nei personalismi. Il nostro compito è riconnettere, in particolare abbiamo l'obbligo di riconnettere il tessuto urbano così da migliorare la qualità della vita di tutti, perchè io credo che l'urbanistica non è materia dei tecnici ma dei cittadini, e la visione di una città non può essere demandata solo ai tecnici ma deve vedere protagonisti attivi i suoi attori principali e cioè i cittadini». Diversi gli interventi degli ospiti della serata quali il progettisti Davide Maria Dioguardi e l'urologo Mario Saracino con l'introduzione di Paolo Farina. Tre tutti è emersa la necessità di ripensare al concetto di città ma anche e soprattutto alle buone pratiche già in atto in diversi luoghi del mondo e spesso imbeccati proprio da giovani o giovanissimi andriesi emigrati verso altro lidi: «E' uno dei nostri crucci - ha detto Zinni - ed è anche una delle scommesse. I talenti spesso sono costretti ad emigrare, come ieri si emigrava con la valigia di cartone ora si emigra con i computer, prima davamo manovalanza ora diamo cervelli. E questo ritengo che sia molto grave, soprattutto perchè questa è diventata spesso una scelta obbligata. Ora la nostra sfida deve esser quella di farla diventare una scelta volontaria e non più obbligata. Finchè non si riesce a farli tornare fisicamente qui - ha concluso Zinni - dobbiamo far tornare il capitale di idee ed opportunità».
Considerazione amara quella di Sabino Zinni che nel trentesimo secolo, nell'era digitale e di facebook, ritrova una società disconnessa dal contesto: «Ognuno è preso dalle proprie cose - ha detto Zinni - tutti sono impegnati nei personalismi. Il nostro compito è riconnettere, in particolare abbiamo l'obbligo di riconnettere il tessuto urbano così da migliorare la qualità della vita di tutti, perchè io credo che l'urbanistica non è materia dei tecnici ma dei cittadini, e la visione di una città non può essere demandata solo ai tecnici ma deve vedere protagonisti attivi i suoi attori principali e cioè i cittadini». Diversi gli interventi degli ospiti della serata quali il progettisti Davide Maria Dioguardi e l'urologo Mario Saracino con l'introduzione di Paolo Farina. Tre tutti è emersa la necessità di ripensare al concetto di città ma anche e soprattutto alle buone pratiche già in atto in diversi luoghi del mondo e spesso imbeccati proprio da giovani o giovanissimi andriesi emigrati verso altro lidi: «E' uno dei nostri crucci - ha detto Zinni - ed è anche una delle scommesse. I talenti spesso sono costretti ad emigrare, come ieri si emigrava con la valigia di cartone ora si emigra con i computer, prima davamo manovalanza ora diamo cervelli. E questo ritengo che sia molto grave, soprattutto perchè questa è diventata spesso una scelta obbligata. Ora la nostra sfida deve esser quella di farla diventare una scelta volontaria e non più obbligata. Finchè non si riesce a farli tornare fisicamente qui - ha concluso Zinni - dobbiamo far tornare il capitale di idee ed opportunità».