Referendum, riforma bocciata: i commenti del giorno dopo

Vincitori e vinti, tra i Si'ed i No le reazioni al voto dei politici locali

lunedì 5 dicembre 2016 12.37
Il giorno dopo il referendum , tra vincitori e vinti, le reazioni dei partiti alla vittoria del No.

LA SEGRETERIA CITTADINA DEL PD. «Il voto sul referendum costituzionale ci ha indicato chiaramente la volontà popolare di bocciare questa riforma. Per cui certamente ammettiamo la sconfitta e ci facciamo carico della fotografia che all'indomani del voto registriamo. La nostra segreteria, giovane e composta da ragazzi che mai hanno avuto incarichi amministrativi, ha sposato la battaglia per le ragioni del Sì al referendum e in linea con una discontinuità propositiva, in un paese in cui difficilmente si ammette la sconfitta, vogliamo invece provare a fare un ragionamento sereno e nel merito». E' il commento del PD di Andria dopo la bocciatura della riforma costituzionale. La grande affluenza ha dimostrato un desiderio di partecipazione che non è eludibile, indipendentemente dalle posizioni espresse. E' un dato che ci fa ben sperare e che dimostra l'esistenza di un tessuto sociale vivo e desideroso di partecipazione. Come Partito Democratico, abbiamo il compito di intercettare questo desiderio, di promuoverlo e di intercettarne le speranze, i sogni, le paure e i disagi. Il fronte del No, nella nostra città, ha riunito un'intera amministrazione comunale mobilitata con i propri rappresentanti istituzionali: Sindaco, Consiglieri comunali, Assessori. Ben tre consiglieri regionali si erano espressi chiaramente per il No a questo referendum. Infine, anche il Movimento 5 stelle cittadino elettoralmente forte e con un Parlamentare a rappresentarlo. Molti ex amministratori si sono chiaramente schierati per il No. Era evidentemente una sfida difficile la nostra per il Sì ma abbiamo deciso comunque di prendere posizione nonostante fosse chiaramente più conveniente rimanere nell'ombra. Vogliamo sentitamente ringraziare chi ha sostenuto le ragioni del Sì fino alla fine, aiutandoci e votando. Il 31% è un risultato importante da cui partire in una città con un centro-sinistra dilaniato da continue faide interne. Non ci accontentiamo e da oggi il nostro impegno si intensificherà per allargare la fetta di popolazione che sente di non voler cedere alle destre e ai populismi. Ora viene un tempo importante per il nostro partito. Dobbiamo stringerci e rimanere uniti. Dobbiamo dialogare e aprire una seria riflessione ma senza epurazioni, esclusioni e rese dei conti. L'unità del nostro partito è ben più importante di qualunque personalismo. Noi ci impegneremo in questo e rilanceremo da subito la sfida per tornare a dare speranza alla nostra comunità».

L'ON: GIUSEPPE D'AMBROSIO (M5S). «Vi prego di non mescolare il referendum, le sue percentuali e la partecipazione dei cittadini alla tifoseria dei partiti. La Costituzione ieri aveva un fondamentale momento di confronto che ha visto protagonisti i cittadini non i partiti. E sempre i cittadini speriamo decidano appena possibile, democraticamente attraverso elezioni, da chi farsi governare...ma questa è un'altra storia!».

L'ON. BENEDETTO FUCCI (COR). «Il no alla riforma costituzionale è stato sostenuto da una maggioranza nettissima degli elettori e in consultazioni con un livello di partecipazione straordinario. Il verdetto delle urne è chiaro sia nei contenuti che nel suo significato politico. E' doveroso apprezzare la correttezza e i toni pacati con cui Renzi ha annunciato le dimissioni. Ma non possiamo dimenticare le responsabilità di un premier che ha bloccato il dibattito su riforme palesemente sbagliate mentre il Paese chiedeva, e continua a chiedere, una vera politica strutturale per il rilancio dell'economia. Questo referendum, mi auguro, può essere una svolta anche nel far comprendere a chi ha l'onere e al tempo stesso l'onore di governare, chiunque esso sia, che gli italiani chiedono impegno e serietà sui temi davvero importanti», scrive in una nota l'onorevole Benedetto Fucci, deputato dei Conservatori e Riformisti.

LUIGI DE MUCCI (FORZA ITALIA BAT). «Il 4 dicembre hanno vinto tutti gli italiani che con il loro voto hanno difeso la democrazia. Una vittoria netta di partecipazione e libertà. Una sconfitta sonora, invece, verso un certo modo di far politica, che in questi 1000 giorni di governo Renzi, si è rilevato arrogante e nell'esclusivo interesse della casta, dei poteri forti e di quell'Europa fatta da tecnocrati». Così il commissario di Forza Italia Bat, l'andriese Luigi De Mucci, il voto. Un forte e chiaro messaggio è pervenuto anche dal territorio della Bat dove l'affermazione del NO è stata netta e non può lasciare spazio ad alcuna interpretazione. Siamo orgogliosi di aver affrontato l'ennesima battaglia in difesa della nostra sovranità e nell'interesse esclusivo dei cittadini e delle future generazioni. Il futuro ci appartiene, si intravedono scenari diversi e non semplici, ma con la maturità e lungimiranza di sempre dobbiamo guardare avanti per garantire una vera e definitiva rinascita della nostra amata Italia».

OMAR NESEIR e MIRKO MALCANGI (GIOVANI DEMOCRATICI). «Il risultato del Referendum è chiaro: ha vinto il NO. Gli italiani hanno preferito non cambiare nulla della Carta costituzionale. Con un buon 40% degli elettori, però, che ha detto altrettanto chiaramente di voler andare oltre. Come Giovani Democratici facciamo autocritica, per non essere riusciti a trasmettere le novità che la riforma presentava. In questa estenuante campagna referendaria ci abbiamo creduto, come sempre animati dalla passione, ma forse quanto fatto non è stato abbastanza. Siamo subito pronti a dare il nostro contributo, anche per quelle che saranno le evidenti conseguenze sul piano locale. È evidente che la strada delle elezioni anticipate è dietro l'angolo, con sicure ricadute per la nostra città, con il centro destra allo sbando e sempre più bellicoso al suo interno, i conti in rosso e gli andriesi dissanguati e lasciati allo sbando. Programmazione ferma a zero e centro storico in completo abbandono. Allo stesso tempo il nostro Sindaco Giorgino dica chiaramente se lascia Andria per volare a Roma. Non può giocare col futuro degli andriesi per le sue ambizioni personali».