Reddito di Dignità: la soddisfazione di Emiliano, le perplessità di M5S ed FI

Il day-after l'annuncio del Governatore della Puglia giungono le reazioni

mercoledì 11 novembre 2015 8.30
La Giunta regionale della Puglia ha approvato ieri il disegno di legge sul Reddito di dignità "ReD", il progetto che consentirà ai nuclei familiari pugliesi che si trovano sotto la soglia di povertà di recuperare un minimo di capacità di spesa e ottenere formazione professionale, reinserimento lavorativo e ruolo all'interno della comunità. A dare tutti i dettagli il presidente della regione Puglia Michele Emiliano: «Abbiamo approvato in Giunta il disegno di legge sul Reddito di Dignità "ReD". La misura prevede fino a un massimo di 600 euro al mese, per 20mila famiglie, corrispondenti a circa 60mila pugliesi, ogni anno. Nell'arco di 5 anni si stima di poter raggiungere la totalità della popolazione pugliese che oggi si trova sotto la soglia di povertà. Il Reddito di Dignità non è una misura assistenziale o una forma di beneficenza. È un patto che coinvolge tutto il nucleo familiare, in cui si mette a disposizione il proprio tempo per svolgere un'attività concreta, che sia di formazione, di riqualificazione professionale o la disponibilità a svolgere mansioni di utilità sociale. In questo momento destinare 70 milioni di euro circa l'anno è un grandissimo sforzo che però consente di ristrutturare tutte le misure che già la Regione Puglia e tutti i Comuni avevano messo in campo in questi anni per superare le situazioni di disagio economico».

«Questa misura si realizza senza il bisogno di alzare le tasse, in gran parte attingendo dal fondo sociale europeo, dai fondi nazionali e dal bilancio regionale ordinario - ha detto Emiliano - Si tratta di una pietra miliare del nostro programma di governo, nonché uno dei punti più attesi. Per usufruire del reddito di dignità ci saranno delle regole severe da rispettare, l'osservanza del patto è la chiave per poter riagganciare, attraverso questa via, un'attività nella vita della comunità. Non è una sperimentazione simbolica questo è il varo del reddito di dignità. Penso che sia una "cosa di sinistra" che piace anche a chi di sinistra non è. La delibera passerà adesso dall'Ufficio legislativo e nel giro di quindici giorni al massimo sarà assegnata alla Commissione consiliare competente per poi approdare in Aula. Vorrei ringraziare tutte le persone che in un tempo brevissimo ci hanno consentito di arrivare a questo risultato. Abbiamo detto una cosa e l'abbiamo fatta. Questo metodo dovrà essere molto seguito nella sua evoluzione, non basta fare una legge, bisogna che poi venga applicata correttamente e crei valore. Il lavoro sarà duro, perché abbiamo avuto in passato misure simili che hanno incontrato problemi proprio nel meccanismo organizzativo. Bisogna fare in modo che il denaro non venga disperso in meccanismi opachi. Ciascuna erogazione verrà effettuata con l'aiuto del welfare regionale e comunale e dei centri per l'impiego. Si tratta di mettere a regime questo sistema, che in altri Paesi europei è già collaudato, e sono felice che in Italia sia una regione del Mezzogiorno a costruire per la prima volta un percorso simile».

Ma dalle opposizioni i commenti non sono teneri a partire da Forza Italia: «Sul Reddito di Dignità, da quanto appreso fino ad oggi, nutriamo qualche dubbio legittimo. La maggior parte delle risorse sarà impiegata per le spese di funzionamento della macchina amministrativa, con beneficio di pochi e non delle fasce deboli della comunità pugliese». Lo dichiara il presidente del Gruppo di Fi, Andrea Caroppo. «Ci ricorda - prosegue - il programma di Garanzia Giovani, che ha prodotto risultati scarsi e non certo lusinghieri sul fronte dell'occupazione e del benessere sociale, come denunciato da Forza Italia con un dossier. Anche l'iter ricalca quanto stabilito per il programma indirizzato ai giovani: si stringono accordi con enti pubblici e privati per lo svolgimento di tirocini formativi, si mette su una complessa piattaforma informatica per la gestione delle procedure, si costituiscono gruppi di lavoro che dovranno valutare le richieste pervenute, e tanto altro. Una procedura costosa che avrà bisogno di parecchia benzina per funzionare. Peraltro, oltre all'antieconomicità del procedimento, non si sa fino a che punto esso sia sostenibile dalle strutture regionali, che non hanno personale infinito per far fronte a macchine organizzative di questa entità. Ad ogni modo - conclude Caroppo - siamo sempre più convinti che se la situazione contingente richiede misure assistenziali per combattere la povertà, siano molto più utili forme snelle di sostegno che vadano direttamente a sostenere il portafoglio del cittadino più debole».

Non è tenera neanche la posizione del M5S che ha proprio nel reddito di cittadinanza uno dei cavalli di battaglia del proprio programma politico ma quello messo in campo da Emiliano non piace ai pentastellati: «Un reddito di cittadinanza finanziato non tagliando gli sprechi e contrastando la corruzione, i mali che ammorbano la nostra Regione, ma che si finanzia addirittura sottraendo soldi ai fondi per i disabili». E' questo, secondo gli otto consiglieri del M5S, «il reddito di cittadinanza annunciato in pompa magna (almeno per la quarta volta) dal Presidente Emiliano che assomiglia sempre più al presidente del Consiglio Renzi per la sua capacità di produrre annunci su annunci. Se non esistesse il Movimento 5 Stelle in Regione Puglia, ci chiediamo come farebbe Michele Emiliano a governare - dichiarano gli otto consiglieri M5S -. Abbiamo portato in Consiglio la discussione su "La buona scuola" che ha permesso alla Regione di impugnare il ddl, la discussione sulle trivellazioni nel mare Adriatico con un tour durato due anni, abbiamo proposto un tavolo multidisciplinare sulla Xylella che proprio qualche giorno fa anche Emiliano, guarda caso ha proposto utilizzando addirittura le nostre stesse parole. anche questa volta il presidente della Regione cerca infatti di emulare una nostra proposta provando a scopiazzare il nostro Reddito di cittadinanza in Puglia, una battaglia di cui fino a due anni fa pochissimi ne sapevano qualcosa e che come tutti sanno è arrivata in politica proprio grazie al nostro gruppo. Bene, diremmo noi, se questi provvedimenti, copiati da Emiliano, possano essere in effetti utili ai cittadini nonostante in questo intervento si parli comunque di una cifra modesta. Tuttavia chi copia spesso ottiene risultati peggiori di chi invece l'iniziativa non solo l'ha pensata ma ci ha lavorato seriamente. Ed anche in questo caso, infatti, il reddito di dignità che propone Emiliano non ha nulla a che fare con quanto proposto dal M5S da ormai due anni al Paese e che viene ostacolato dallo stesso partito a cui appartiene il presidente della Regione. Quella di Emiliano - proseguono i pentastellati - è una misura che si propone di aiutare i cittadini ma che al tempo stesso si finanzia, ad esempio, sottraendo soldi ai fondi per i disabili o aumentando la tassazione sulle auto per tutti i cittadini pugliesi. E allora ci sembra piuttosto, che Emiliano abbia contratto la stessa malattia del suo collega di partito e presidente del Consiglio, Matteo Renzi: l'annuncite».