Rapporto Ecomafia 2013: oltre 34mila reati accertati in Puglia

La criminalità ambientale resta in salute in Regione secondo i dati di Legambiente. Più di 16 miliardi di euro il fatturato con 25 comuni nel 2012 sciolti per mafia

mercoledì 19 giugno 2013 00.01
A cura di Stefano Massaro
E' un rapporto ancora una volta drammatico quello stilato da Legambiente con "Ecomafia 2013", tutte le storie e i numeri sulla criminalità ambientale. Nello specifico 16,7 miliardi di euro di fatturato, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 8.286 sequestri effettuati, 302 i clan coinvolti rispetto ai 296 dell'anno precedente, con 25 Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose (erano stati solo 6 nell'anno precedente), salgono gli incendi boschivi, cresce l'incidenza dell'abusivismo edilizio e soprattutto la piaga della corruzione con il raddoppio delle denunce e degli arresti. Nella classifica generale dell'illegalità ambientale in Italia nel 2012 la Puglia rimane stabile al quarto posto ma registra un record di sequestri, ben 1.303. Resta sul podio per il ciclo illegale del cemento, dei rifiuti e per il racket degli animali.

Questi i freddi numeri che raccontano di un'Italia, ed in particolare il mezzogiorno, profondamente irrispettosa nei confronti del proprio bellissimo territorio. Una delle risorse economiche forse più importante anche per il futuro è quotidianamente attaccato da cittadini senza scrupoli. E le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa sono, purtroppo, le portabandiera di questa classifica: il 45,7% dei reati, infatti, è concentrato in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. Crescono nel 2012 anche gli illeciti contro gli animali e la fauna selvatica (+6,4% rispetto al 2011). Segno "più" anche per il numero di incendi boschivi che hanno colpito il nostro paese: esattamente +4,6% rispetto al 2011, un anno orribile per il nostro patrimonio boschivo considerato il picco del 62,5% rispetto al 2010. Sul fronte dei traffici illeciti di rifiuti si registra sempre di più uno spostamento nello scacchiere internazionale, dove la fanno da padrona le mafie transazionali. Nel 2012 l'Ufficio centrale antifrode dell'Agenzia delle Dogane segnala che i quantitativi di materiali sequestrati nei nostri porti sono raddoppiati rispetto al 2011, passando da 7.000 a circa 14.000 tonnellate(principalmente cascami di gomma, materie plastiche e metalli).

«Nel Rapporto Ecomafia 2013, pur rimanendo stabile al quarto posto nella classifica generale delle illegalità ambientali - dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia - la nostra regione peggiora sia sul fronte del racket degli animali che del ciclo illegale del cemento. Infatti, l'abusivismo edilizio non accenna a diminuire, soprattutto sul Gargano, facendo salire la Puglia al secondo posto della classifica con ben 1.147 persone denunciate nel corso del 2012. Inoltre - continua Tarantini - nel ciclo dei rifiuti spicca l'incremento dei reati registrato in Puglia con un più 24% rispetto al 2011». Sul fronte dell'archeomafia, l'aggressione criminale al patrimonio artistico e archeologico, la Puglia, una delle regioni più ricche di reperti archeologici ma anche di tombaroli attivi, sale al nono posto con 45 furti.