Rapine ai Tir: sgominata organizzazione criminale delle città di Andria, Bari, Bitonto e Cerignola. IL VIDEO
AGGIORNATO. I provvedimenti di custodia cautelare in carcere scaturiti da una indagine dei Carabinieri di Andria
martedì 29 maggio 2018
10.52
asta operazione anticrimine dei Carabinieri in diverse province della Puglia contro soggetti appartenenti ad un'associazione a delinquere dedita a rapine, ricettazione e riciclaggio. Alle prime luci dell'alba, in Andria, Bari, Bitonto e Cerignola (FG), personale del Comando Provinciale del capoluogo pugliese, unitamente a quello di Foggia, supportato dal 6° Elinucleo e dal Nucleo Cinofili di Modugno, ha dato esecuzione a 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP del Tribunale di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alle rapine pluriaggravate, nonché alla ricettazione e al riciclaggio.
A finire in manette nove pregiudicati, già noti alle Forze dell'Ordine per altri reati predatori particolarmente violenti e cioè: A. G., 43enne di Bitonto detto "Cicala"; C. R., 40enne di Andria detto"Spugnetta"; F. R., 57enne di Andria detto "Gelato" ; L. G., 52enne di Andria detto "Gino"; L. R., 63enne di Andria; P. L., 40enne di Bari; S. S., 45enne di Andria detto "U Gruss"; M. G., 46enne di Bari e Z. L., 46enne di Cerignola. Gli ultimi due, raggiunti del provvedimento nel carcere di Bari.
I provvedimenti sono stati adottati in base agli esiti di un'indagine, avviata nel marzo del 2017 dalla Compagnia di Andria e svolta mediante attività tecniche e dinamiche, che hanno svelato l'esistenza di un gruppo criminale strutturato, in grado di portare a segno dei veri e propri assalti armati agli autotrasportatori, curando le successive fasi di stoccaggio e smercio nel mercato illecito parallelo dei beni rapinati.
L'attività investigativa ha stimato in 2 milioni di euro circa il volume d'affari del sodalizio, che, da un lato, si avvaleva di alcuni veicoli anche pesanti rubati e diversi capannoni industriali ubicati nella periferia andriese, quale necessario supporto logistico, per consumare i delitti commessi, dall'altro, provvedeva al sostentamento economico delle famiglie dei suoi aderenti detenuti.
L'inchiesta ha documentato il coinvolgimento della consorteria in 10 episodi delittuosi del genere contestato, consentendo la restituzione ad imprenditori e società di capitali del materano, dell'anconetano e del ravennate, dei prodotti sottratti, del valore complessivo pari a circa 1 milione e mezzo di euro.
Nel corso delle attività sono stati tratti in arresto 11 soggetti, a seguito di un mirato blitz condotto all'interno di un fabbricato situato nell'area rurale di Andria, mentre erano intenti ad alterare numerosi colli di diversa tipologia merceologica, tra i quali figurava un considerevole quantitativo di tabacchi. Ulteriori 4 sono stati arrestati, su ordine della magistratura, in quanto ritenuti responsabili d'aver saccheggiato il predetto carico di sigarette, del valore totale di quasi 1 milione di euro, durante una cruenta rapina ad un TIR, compiuta in Mola di Bari.
Il procuratore di Trani, Antonino Di Maio, ha sottolineato lo "spessore criminale» del sodalizio, che aveva la base ad Andria, col supporto di componenti del foggiano e del barese. "Questo - ha spiegato il procuratore di Trani - dimostra che questo territorio si presta fisiologicamente alla presenza comprimente a nord della mafia e della criminalità foggiana garganica e a sud di quella barese e bitontina».
«Queste realtà criminali - ha concluso - minano e compromettono la possibilità di sviluppo in questa zona». Di «provincia di cerniera» ha parlato anche il colonnello dei carabinieri Vincenzo Molinese, il quale ha sottolineato, insieme al pm che ha coordinato le indagini, Alessandro Pesce, la capacità organizzativa della consorteria criminale.
A finire in manette nove pregiudicati, già noti alle Forze dell'Ordine per altri reati predatori particolarmente violenti e cioè: A. G., 43enne di Bitonto detto "Cicala"; C. R., 40enne di Andria detto"Spugnetta"; F. R., 57enne di Andria detto "Gelato" ; L. G., 52enne di Andria detto "Gino"; L. R., 63enne di Andria; P. L., 40enne di Bari; S. S., 45enne di Andria detto "U Gruss"; M. G., 46enne di Bari e Z. L., 46enne di Cerignola. Gli ultimi due, raggiunti del provvedimento nel carcere di Bari.
I provvedimenti sono stati adottati in base agli esiti di un'indagine, avviata nel marzo del 2017 dalla Compagnia di Andria e svolta mediante attività tecniche e dinamiche, che hanno svelato l'esistenza di un gruppo criminale strutturato, in grado di portare a segno dei veri e propri assalti armati agli autotrasportatori, curando le successive fasi di stoccaggio e smercio nel mercato illecito parallelo dei beni rapinati.
L'attività investigativa ha stimato in 2 milioni di euro circa il volume d'affari del sodalizio, che, da un lato, si avvaleva di alcuni veicoli anche pesanti rubati e diversi capannoni industriali ubicati nella periferia andriese, quale necessario supporto logistico, per consumare i delitti commessi, dall'altro, provvedeva al sostentamento economico delle famiglie dei suoi aderenti detenuti.
L'inchiesta ha documentato il coinvolgimento della consorteria in 10 episodi delittuosi del genere contestato, consentendo la restituzione ad imprenditori e società di capitali del materano, dell'anconetano e del ravennate, dei prodotti sottratti, del valore complessivo pari a circa 1 milione e mezzo di euro.
Nel corso delle attività sono stati tratti in arresto 11 soggetti, a seguito di un mirato blitz condotto all'interno di un fabbricato situato nell'area rurale di Andria, mentre erano intenti ad alterare numerosi colli di diversa tipologia merceologica, tra i quali figurava un considerevole quantitativo di tabacchi. Ulteriori 4 sono stati arrestati, su ordine della magistratura, in quanto ritenuti responsabili d'aver saccheggiato il predetto carico di sigarette, del valore totale di quasi 1 milione di euro, durante una cruenta rapina ad un TIR, compiuta in Mola di Bari.
Il procuratore di Trani, Antonino Di Maio, ha sottolineato lo "spessore criminale» del sodalizio, che aveva la base ad Andria, col supporto di componenti del foggiano e del barese. "Questo - ha spiegato il procuratore di Trani - dimostra che questo territorio si presta fisiologicamente alla presenza comprimente a nord della mafia e della criminalità foggiana garganica e a sud di quella barese e bitontina».
«Queste realtà criminali - ha concluso - minano e compromettono la possibilità di sviluppo in questa zona». Di «provincia di cerniera» ha parlato anche il colonnello dei carabinieri Vincenzo Molinese, il quale ha sottolineato, insieme al pm che ha coordinato le indagini, Alessandro Pesce, la capacità organizzativa della consorteria criminale.