Raccolta tartufi sulla Murgia: scoppia la protesta del M5S e di Forza Italia
Critiche nei confronti dell'ente Parco per aver deciso di far ricorso ad una legge regionale non ancora efficace
venerdì 30 novembre 2018
Sulle autorizzazione per la raccolta dei tartufi e sui ritardi nel rilascio dei patentini scoppia una polemica bipartisan da parte delle opposizioni contro l'Ente Parco e la Regione Puglia.
La consigliera regionale Rosa Barone (M5S) in particolare ha sottolineato una "Maggiore rotazione nella concessione di autorizzazioni per la ricerca e la raccolta nelle aree protette".
"Riteniamo che la procedura utilizzata dal Parco Nazionale dell'Alta Murgia per selezionare le istanze per l'autorizzazione alla ricerca e alla raccolta di tartufi non sia stata conforme ai termini dell'avviso pubblicato dallo stesso Parco che prevedevano il sorteggio tra tutte le candidature pervenute. Questo perché l'Ente ha deciso di fare ricorso ad una previsione di legge approvata lo scorso 13 novembre e non ancora entrata in vigore per tentare di favorire i residenti nel territorio del Parco". Lo dichiara la consigliera del M5S Rosa Barone
Il 15 novembre 2018 il Parco nazionale dell'Alta Murgia ha pubblicato un avviso per le richieste di autorizzazione per la ricerca e la raccolta dei tartufi all'interno del territorio Parco, il quale disponeva che qualora il numero di istanze fosse stato superiore al limite stabilito, si sarebbe proceduto al sorteggio in seduta pubblica di 70 istanze.
"Disattendendo le previsioni dell'Avviso - incalza Barone - il Parco ha fatto riferimento alla modifica della legge regionale recentemente approvata dal Consiglio ma non ancora pubblicata sul BURP e quindi non ancora entrata in vigore. Un modo di agire su cui nutriamo più di un dubbio".
La modifica alla legge regionale prevede che per la ricerca e la raccolta di tartufi nelle aree ricomprese negli ambiti amministrativi degli enti parco nazionali e regionali sia prevista una priorità ai residenti nei comuni ricadenti nel territorio dei parchi. La Regione, d'intesa con gli organismi di gestione dei parchi nazionali e regionali, definisce ogni anno le modalità per esercitare la ricerca e la raccolta, stabilendo il numero massimo delle autorizzazioni che possono essere rilasciate in queste aree protette al fine di non alterare gli ecosistemi che le caratterizzano.
"Si tratta - conclude la pentastellata - di attività molto remunerative e chiediamo che, almeno per le aree protette dove le autorizzazioni sono giustamente limitate al fine di tutelare i relativi ecosistemi, siano previsti meccanismi che permettano, sempre nel rispetto dei limiti stabiliti, una maggiore rotazione negli accessi evitando di privilegiare unicamente i residenti nel territorio, affinché un maggior numero di tartufai possano usufruire dei parchi e dei loro frutti".
Anche il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo, è intervenuto sull'argomento, depositando due interrogazioni dirette al Presidente della Giunta regionale e all'assessore alle Risorse Agroalimentari sull'avviso del Parco Alta Murgia in merito all'autorizzazione raccolta tartufi e sui ritardi nel rilascio dei patentini.
"Non riusciamo a comprendere le ragioni per le quali il Parco dell'Alta Murgia abbia potuto indire ed esperire un avviso pubblico per l'autorizzazione alla ricerca e alla raccolta dei tartufi riferendosi a una legge regionale non ancora vigente. La circostanza renderebbe illegittimo il bando e nulle le graduatorie già pubblicate dal Parco".
"La legge regionale a cui fa riferimento il Parco - continua Nino Marmo - è stata approvata il 13 novembre scorso, soltanto due giorni prima della data dell'avviso, reso pubblico il 15 novembre. A quella data la legge regionale non poteva essere in vigore perché non ancora pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione. Mi chiedo come sia stato possibile. E poi, mi è parso davvero singolare che per espletare le procedure relative al rilascio delle autorizzazioni sia stata richiesta la firma digitale, gravando di costi e di complicazioni burocratiche i richiedenti che, spesso, sono cercatori occasionali.
"Si configura anche un difetto di legittimità costituzionale nella priorità assegnata ai residenti nel territorio del Parco rispetto ai non residenti. Vi è, inoltre, la questione sulla liceità di legiferare da parte della Regione Puglia su un Parco che è soggetto, invece, alle norme nazionali. C'è anche il ritardo cronico con il quale il Parco rilascia le autorizzazioni, su cui vorremmo delle spiegazioni così come sulle altre incongruenze".
La consigliera regionale Rosa Barone (M5S) in particolare ha sottolineato una "Maggiore rotazione nella concessione di autorizzazioni per la ricerca e la raccolta nelle aree protette".
"Riteniamo che la procedura utilizzata dal Parco Nazionale dell'Alta Murgia per selezionare le istanze per l'autorizzazione alla ricerca e alla raccolta di tartufi non sia stata conforme ai termini dell'avviso pubblicato dallo stesso Parco che prevedevano il sorteggio tra tutte le candidature pervenute. Questo perché l'Ente ha deciso di fare ricorso ad una previsione di legge approvata lo scorso 13 novembre e non ancora entrata in vigore per tentare di favorire i residenti nel territorio del Parco". Lo dichiara la consigliera del M5S Rosa Barone
Il 15 novembre 2018 il Parco nazionale dell'Alta Murgia ha pubblicato un avviso per le richieste di autorizzazione per la ricerca e la raccolta dei tartufi all'interno del territorio Parco, il quale disponeva che qualora il numero di istanze fosse stato superiore al limite stabilito, si sarebbe proceduto al sorteggio in seduta pubblica di 70 istanze.
"Disattendendo le previsioni dell'Avviso - incalza Barone - il Parco ha fatto riferimento alla modifica della legge regionale recentemente approvata dal Consiglio ma non ancora pubblicata sul BURP e quindi non ancora entrata in vigore. Un modo di agire su cui nutriamo più di un dubbio".
La modifica alla legge regionale prevede che per la ricerca e la raccolta di tartufi nelle aree ricomprese negli ambiti amministrativi degli enti parco nazionali e regionali sia prevista una priorità ai residenti nei comuni ricadenti nel territorio dei parchi. La Regione, d'intesa con gli organismi di gestione dei parchi nazionali e regionali, definisce ogni anno le modalità per esercitare la ricerca e la raccolta, stabilendo il numero massimo delle autorizzazioni che possono essere rilasciate in queste aree protette al fine di non alterare gli ecosistemi che le caratterizzano.
"Si tratta - conclude la pentastellata - di attività molto remunerative e chiediamo che, almeno per le aree protette dove le autorizzazioni sono giustamente limitate al fine di tutelare i relativi ecosistemi, siano previsti meccanismi che permettano, sempre nel rispetto dei limiti stabiliti, una maggiore rotazione negli accessi evitando di privilegiare unicamente i residenti nel territorio, affinché un maggior numero di tartufai possano usufruire dei parchi e dei loro frutti".
Anche il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo, è intervenuto sull'argomento, depositando due interrogazioni dirette al Presidente della Giunta regionale e all'assessore alle Risorse Agroalimentari sull'avviso del Parco Alta Murgia in merito all'autorizzazione raccolta tartufi e sui ritardi nel rilascio dei patentini.
"Non riusciamo a comprendere le ragioni per le quali il Parco dell'Alta Murgia abbia potuto indire ed esperire un avviso pubblico per l'autorizzazione alla ricerca e alla raccolta dei tartufi riferendosi a una legge regionale non ancora vigente. La circostanza renderebbe illegittimo il bando e nulle le graduatorie già pubblicate dal Parco".
"La legge regionale a cui fa riferimento il Parco - continua Nino Marmo - è stata approvata il 13 novembre scorso, soltanto due giorni prima della data dell'avviso, reso pubblico il 15 novembre. A quella data la legge regionale non poteva essere in vigore perché non ancora pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione. Mi chiedo come sia stato possibile. E poi, mi è parso davvero singolare che per espletare le procedure relative al rilascio delle autorizzazioni sia stata richiesta la firma digitale, gravando di costi e di complicazioni burocratiche i richiedenti che, spesso, sono cercatori occasionali.
"Si configura anche un difetto di legittimità costituzionale nella priorità assegnata ai residenti nel territorio del Parco rispetto ai non residenti. Vi è, inoltre, la questione sulla liceità di legiferare da parte della Regione Puglia su un Parco che è soggetto, invece, alle norme nazionali. C'è anche il ritardo cronico con il quale il Parco rilascia le autorizzazioni, su cui vorremmo delle spiegazioni così come sulle altre incongruenze".