Quasi 400 partecipanti in una sola giornata per il mini festival CiòMaFEST
Si è tenuta domenica 20 marzo, in Officina San Domenico, l'iniziativa del collettivo CiòMaFè in collaborazione con CapitalSud APS
martedì 22 marzo 2022
All'interno della cornice dell'Officina San Domenico, sotto lo sguardo vigile del campanile di San Domenico, quasi quattrocento ragazzi ridono, ballano e affollano le stanze del centro culturale andriese con talk, gare di poesia, musica e laboratori. Questo il quadro di una fredda ma soleggiata giornata di marzo nel centro storico di Andria, questa la domenica che molti andriesi vorrebbero più spesso, questo è stato il "CiòMaFEST – E' digitale. E' realtà". Un'iniziativa del collettivo CiòMaFè, in collaborazione con l'associazione di promozione sociale CapitalSud, nata dalla necessità di aiutare le persone a incontrarsi dopo due anni di pandemi e dalla voglia di incontrare una community che sino a pochi giorni prima era stata solo una comunità virtuale su Instagram.
«CiòMaFè è un progetto nato in una notte d'estate, tra un lockdown e l'altro – raccontano Maria Chiara Pomarico, Vincenzo Simeone e Sara Suriano del collettivo -. Volevamo creare uno spazio virtuale per aiutare le persone a incontrarsi, raccogliendo in un contenitore unico, ovvero una pagina Instagram, tutti gli eventi e le iniziative della città. In poco tempo la pagina è cresciuta e quel desiderio è diventato realtà, contando oggi una community di 13mila persone. L'obiettivo del progetto è sempre stato quello di disinnescare le logiche dei social, rendendo internet solo uno strumento per ri-connettersi alla realtà e non un luogo in cui restare. Il mondo contemporaneo, che sempre più va digitalizzando le esperienze, ci impone una riflessione su come utilizzare consapevolmente gli strumenti che la tecnologia ci offre».
Alcune risposte a queste riflessioni sono arrivate dal talk sul giornalismo e new media "Raccontare l'impossibile", con voci illustri del panorama giornalistico nazionale come Riccardo Haupt, head of strategy di Will; Nancy Porsia, giornalista freelance esperta di Medio Oriente e Nord Africa; Santa Nastro, giornalista e caporedattrice di Artribune; Gianvito Rutigliano, collaboratore di Repubblica e Campione Giornalista di Puglia 2019. «Raccontare l'impossibile – ha affermato Riccardo Haupt, head of strategy di Will - significa avere la calma per comprendere la complessità e la capacità di saperla riportare agli altri rispettando le regole e i tempi che contraddistinguono la comunicazione moderna. L'impossibile è il cambiamento attorno a noi, sempre più rapido e talvolta spaventoso, e saperlo raccontare è una delle missioni più importanti di chi voglia costruire una società più inclusiva». E' proprio ad una società inclusiva a cui aspira CiòMaFè, con iniziative che hanno reso i partecipanti, dai ragazzi più giovani agli over 50, parte attiva dell'evento, attraverso live painting collettivo, installazioni partecipate, spazi per lasciare un pensiero su carta, speed friending per fare amicizia.
«Al netto della risposta entusiasta della città, che andata ben oltre i nostri sogni – continuano i ragazzi del collettivo – ci auguriamo che questa prima edizione del CiòMaFEST possa essere un momento per comprendere che non c'è una linea di demarcazione tra chi propone iniziative e chi vi partecipa, perchè ognuno di noi può farsi promotore di un circolo virtuoso di cambiamento: chi organizzando, chi partecipando, chi portando un amico, chi semplicemente condividendo sui social le iniziative».
Al mini festival, infatti, hanno preso parte numerose realtà andriesi come Agorà Impertinente per la gara di poetry slam, il fotografo Francesco Confalone per la camera oscura, il sound designer Luca Cannone per Immersound, i Bicipedi per la Ciclocucina, 30 artisti andriesi per la mostra collettiva AndriARTS e gli illustratori Giulia Schiavone e Michele Stellacci per il murale. «Ritrovarsi e assaporare con gli occhi e i corpi il lavoro quotidiano di quanto accade nella città e oltre, di quanto accade tra le persone è felicità, è gioia dell'incontro, è gratitudine piena di quanto i ragazzi, a partire dalle domande, creino percorsi di incontro», ha commentato l'assessore alla cultura, Daniela di Bari. «Li ringrazio per l'invito e per l'inventiva che hanno ricreato nei diversi spazi dell'Officina San Domenico, dando sfogo a tutta la loro immaginazione e creatività. I giovani hanno bisogno non solo di contenitori in cui aggregarsi, ma anche di spazi in cui esprimere le loro diverse potenzialità. Il fermento giovanile è un valore aggiunto per questa città e, per fortuna, non ci manca», ha aggiunto l'assessore alle politiche giovanili, Viviana di Leo.
«Abbiamo realizzato un piccolo sogno – concludono i ragazzi del collettivo CiòMaFè -, ma l'entusiamo che ha riempito l'Officina è il segnale di una necessità, di un desiderio di creare rete. Quasi 400 partecipanti in una sola giornata sono il sintomo di una generazione a cui il digitale non basta e che ha voglia di creare, sperimentarsi e spingersi oltre l'immaginazione. E' un sintomo e una necessità: fare rete oltre il digitale».
«CiòMaFè è un progetto nato in una notte d'estate, tra un lockdown e l'altro – raccontano Maria Chiara Pomarico, Vincenzo Simeone e Sara Suriano del collettivo -. Volevamo creare uno spazio virtuale per aiutare le persone a incontrarsi, raccogliendo in un contenitore unico, ovvero una pagina Instagram, tutti gli eventi e le iniziative della città. In poco tempo la pagina è cresciuta e quel desiderio è diventato realtà, contando oggi una community di 13mila persone. L'obiettivo del progetto è sempre stato quello di disinnescare le logiche dei social, rendendo internet solo uno strumento per ri-connettersi alla realtà e non un luogo in cui restare. Il mondo contemporaneo, che sempre più va digitalizzando le esperienze, ci impone una riflessione su come utilizzare consapevolmente gli strumenti che la tecnologia ci offre».
Alcune risposte a queste riflessioni sono arrivate dal talk sul giornalismo e new media "Raccontare l'impossibile", con voci illustri del panorama giornalistico nazionale come Riccardo Haupt, head of strategy di Will; Nancy Porsia, giornalista freelance esperta di Medio Oriente e Nord Africa; Santa Nastro, giornalista e caporedattrice di Artribune; Gianvito Rutigliano, collaboratore di Repubblica e Campione Giornalista di Puglia 2019. «Raccontare l'impossibile – ha affermato Riccardo Haupt, head of strategy di Will - significa avere la calma per comprendere la complessità e la capacità di saperla riportare agli altri rispettando le regole e i tempi che contraddistinguono la comunicazione moderna. L'impossibile è il cambiamento attorno a noi, sempre più rapido e talvolta spaventoso, e saperlo raccontare è una delle missioni più importanti di chi voglia costruire una società più inclusiva». E' proprio ad una società inclusiva a cui aspira CiòMaFè, con iniziative che hanno reso i partecipanti, dai ragazzi più giovani agli over 50, parte attiva dell'evento, attraverso live painting collettivo, installazioni partecipate, spazi per lasciare un pensiero su carta, speed friending per fare amicizia.
«Al netto della risposta entusiasta della città, che andata ben oltre i nostri sogni – continuano i ragazzi del collettivo – ci auguriamo che questa prima edizione del CiòMaFEST possa essere un momento per comprendere che non c'è una linea di demarcazione tra chi propone iniziative e chi vi partecipa, perchè ognuno di noi può farsi promotore di un circolo virtuoso di cambiamento: chi organizzando, chi partecipando, chi portando un amico, chi semplicemente condividendo sui social le iniziative».
Al mini festival, infatti, hanno preso parte numerose realtà andriesi come Agorà Impertinente per la gara di poetry slam, il fotografo Francesco Confalone per la camera oscura, il sound designer Luca Cannone per Immersound, i Bicipedi per la Ciclocucina, 30 artisti andriesi per la mostra collettiva AndriARTS e gli illustratori Giulia Schiavone e Michele Stellacci per il murale. «Ritrovarsi e assaporare con gli occhi e i corpi il lavoro quotidiano di quanto accade nella città e oltre, di quanto accade tra le persone è felicità, è gioia dell'incontro, è gratitudine piena di quanto i ragazzi, a partire dalle domande, creino percorsi di incontro», ha commentato l'assessore alla cultura, Daniela di Bari. «Li ringrazio per l'invito e per l'inventiva che hanno ricreato nei diversi spazi dell'Officina San Domenico, dando sfogo a tutta la loro immaginazione e creatività. I giovani hanno bisogno non solo di contenitori in cui aggregarsi, ma anche di spazi in cui esprimere le loro diverse potenzialità. Il fermento giovanile è un valore aggiunto per questa città e, per fortuna, non ci manca», ha aggiunto l'assessore alle politiche giovanili, Viviana di Leo.
«Abbiamo realizzato un piccolo sogno – concludono i ragazzi del collettivo CiòMaFè -, ma l'entusiamo che ha riempito l'Officina è il segnale di una necessità, di un desiderio di creare rete. Quasi 400 partecipanti in una sola giornata sono il sintomo di una generazione a cui il digitale non basta e che ha voglia di creare, sperimentarsi e spingersi oltre l'immaginazione. E' un sintomo e una necessità: fare rete oltre il digitale».