Protesta per il "lavoro" durante il Consiglio Comunale di ieri sera

Tanti cartelli posizionati all'ingresso di Palazzo di Città ed un piccolo presidio

martedì 11 marzo 2014 17.25
A cura di Stefano Massaro
Una ventina di cittadini andriesi hanno scelto la riunione del Consiglio Comunale di Andria di ieri per mostrare tutta la loro preoccupazione e disperazione verso il tema "lavoro" che diviene di sempre più stringente attualità. Diverse età, facce scure e la richiesta di poter assistere all'assise cittadina con dei cartelli nei quali tanti erano i messaggi espressi. Impossibile farli accedere all'aula consiliare già gremita di moltissimi cittadini e qualche piccolo momento di tensione subito sedato dalla mediazione dei numerosi agenti di Polizia Municipale. I protestanti hanno poi depositato i loro cartelli nell'atrio di ingresso di Palazzo di Città lasciando un capannello anche all'esterno sino alla conclusione dei lavori del Consiglio.

Protesta Comune Andria
La protesta, in sostanza, verso l'impossibilità di turnazione dei trimestrali che, prima dell'appalto affidato alla Sangalli per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, erano assunti per lo spazzamento delle strade con l'accesso alle liste di disoccupazione. «In tanti - ci spiegano i manifestanti - avevano un reddito importantissimo per far vivere le proprie famiglie grazie a quei tre mesi di lavoro stagionale. Ora non c'è più neanche quello e non vi è neanche la possibilità di trovare lavoro nelle campagne dove si cerca manodopera che costa sempre meno. La situazione è divenuta insostenibile».

Un accenno alla protesta è giunta anche dall'ex Presidente del Consiglio Comunale, Nino Marmo che durante l'intervento per i lavori per l'elezione proprio del nuovo Presidente ha specificato: «Non è un Comune che può risolvere il problema del lavoro - ha detto Nino Marmo - ma corre l'obbligo nostro lavorare il più possibile con la redazione di atti concreti e necessari. Non ci resta che affidarci alla speranza che chi Governa lo Stato, per il bene di tutti noi, non fallisca anche questa volta e si ricordi di quanto i Comuni hanno già pagato in questa crisi economica».