Progetto ContaAmare, la generosità degli andriesi e la missione di volontari in oncologia
Undici ragazzi provenienti dalla Bielorussia hanno conosciuto la Puglia e vissuto esperienze indimenticabili
lunedì 14 ottobre 2019
12.26
«Sono stati con noi solo 11 giorni, ma sono state giornate così piene ed entusiasmanti che è stato difficile salutarli. Gli undici ragazzi di età compresa fra i 9 e i 13 anni provenienti dalla Bielorussia, ospiti del progetto ContaAmare, - dichiarano dal Calcit di Andria - sono diventati per noi più che amici da aiutare. Sono diventati volti e individualità che ricorderemo per sempre. Sono riusciti a mettersi alle spalle le loro patologie oncologiche e sono entrati con la stessa tenacia nei nostri cuori.
Perché? Non è facile da spiegare. Prima di conoscere Katia, Maxim, Ivan o Ksenia, abbiamo conosciuto le loro storie cliniche. Sapevamo già che venivano da case famiglia o da nuclei familiari di umili origini. Altri avevano la fortuna di avere famiglie più compatte alle loro spalle. Tutti avevano alle spalle un'esperienza in comune: gli anni fra i centri oncologici bielorussi. Giornate intere fatte di visite mediche, prelievi, esami e sedute di chemio e radioterapia. Prima di salire sull'aereo che da Minsk li ha portati a Roma e poi a Bari, i ragazzi non si conoscevano. La loro esperienza in comune li ha fatti entrare in contatto.
Ad attenderli all'aeroporto c'eravamo noi: il CALCIT di Andria, l'Associazione Giorgia Lomuscio, la Confraternita della Misericordia di Andria, la GABB (Gruppo Accoglienza Bambini Bielorussi) e il Rotary Club Castelli Svevi. Da quel momento di accoglienza è cominciato un viaggio che per loro resterà unico nel suo genere. Hanno conosciuto la Puglia e hanno visto e vissuto esperienze e paesaggi indimenticabili. Hanno respirato l'aria delle nostre campagne, fra Andria e Corato. Hanno raccolto l'uva dalle vigne, hanno accarezzato gli ulivi e hanno raccolto prugne, pesche e fichi. Hanno visto il mare per la prima volta e ci hanno convinti a tornarci anche quando non era previsto dal nostro programma. Hanno visto per la prima volta i pavoni, le giraffe e le zebre, sono entrati per la prima volta in un parco come lo Zoo Safari a Fasano. Hanno visitato le grotte di Castellana, le saline di Margherita di Savoia e i trulli di Alberobello.
Il nostro sforzo organizzativo è stato importante e lo abbiamo orientato su tre obiettivi: aiutare i bambini dal punto di vista medico, poiché la sola esperienza di respirare aria pulita, soprattutto in riva al mare, ha dato loro grandi benefici; far conoscere la nostra terra a chi non l'ha mai vista, nella speranza che a loro rimanga nel cuore e che comprendano che la diversità e la tutela di luoghi diversi da casa propria diventi parte della loro esperienza di via; regalare a questi ragazzi un'esperienza indimenticabile. Sentiamo di aver raggiungo con successo i nostri scopi.
Senza incorrere in banalità, qualche parola finale sulla sostenibilità del progetto: le spese che avevamo previsto erano molto più importanti di quelle che abbiamo effettivamente sostenuto. La previsione di spesa è stata difficile da raggiungere in una fase organizzativa, anche perché non abbiamo voluto sacrificare delle esperienze per i ragazzi solo perché pensavamo di non poterne sostenere i costi. Non abbiamo rinunciato a niente, abbiamo tenuto duro. Per scelta, abbiamo deciso di usufruire esclusivamente di energie e risorse private. Non abbiamo chiesto contributi agli enti pubblici – e del resto sarebbe stato assai difficile. Siamo stati felicemente sorpresi e travolti dalla generosità dei nostri concittadini, che con le loro donazioni esclusive per il progetto ci hanno permesso di dimezzarne i costi. Un ringraziamento particolare va anche alle attività commerciali andriesi, a quelle di Corato e Margherita di Savoia, che hanno deciso di far conoscere ai ragazzi il loro "saper fare", e alle altre associazioni che hanno deciso di regalare una mattina o un pomeriggio ai nostri amici bielorussi. Presto illustreremo ancora meglio l'attività di questo trentacinquesimo anno di attività del CALCIT. Nel frattempo, un ringraziamento. A tutti».
Perché? Non è facile da spiegare. Prima di conoscere Katia, Maxim, Ivan o Ksenia, abbiamo conosciuto le loro storie cliniche. Sapevamo già che venivano da case famiglia o da nuclei familiari di umili origini. Altri avevano la fortuna di avere famiglie più compatte alle loro spalle. Tutti avevano alle spalle un'esperienza in comune: gli anni fra i centri oncologici bielorussi. Giornate intere fatte di visite mediche, prelievi, esami e sedute di chemio e radioterapia. Prima di salire sull'aereo che da Minsk li ha portati a Roma e poi a Bari, i ragazzi non si conoscevano. La loro esperienza in comune li ha fatti entrare in contatto.
Ad attenderli all'aeroporto c'eravamo noi: il CALCIT di Andria, l'Associazione Giorgia Lomuscio, la Confraternita della Misericordia di Andria, la GABB (Gruppo Accoglienza Bambini Bielorussi) e il Rotary Club Castelli Svevi. Da quel momento di accoglienza è cominciato un viaggio che per loro resterà unico nel suo genere. Hanno conosciuto la Puglia e hanno visto e vissuto esperienze e paesaggi indimenticabili. Hanno respirato l'aria delle nostre campagne, fra Andria e Corato. Hanno raccolto l'uva dalle vigne, hanno accarezzato gli ulivi e hanno raccolto prugne, pesche e fichi. Hanno visto il mare per la prima volta e ci hanno convinti a tornarci anche quando non era previsto dal nostro programma. Hanno visto per la prima volta i pavoni, le giraffe e le zebre, sono entrati per la prima volta in un parco come lo Zoo Safari a Fasano. Hanno visitato le grotte di Castellana, le saline di Margherita di Savoia e i trulli di Alberobello.
Il nostro sforzo organizzativo è stato importante e lo abbiamo orientato su tre obiettivi: aiutare i bambini dal punto di vista medico, poiché la sola esperienza di respirare aria pulita, soprattutto in riva al mare, ha dato loro grandi benefici; far conoscere la nostra terra a chi non l'ha mai vista, nella speranza che a loro rimanga nel cuore e che comprendano che la diversità e la tutela di luoghi diversi da casa propria diventi parte della loro esperienza di via; regalare a questi ragazzi un'esperienza indimenticabile. Sentiamo di aver raggiungo con successo i nostri scopi.
Senza incorrere in banalità, qualche parola finale sulla sostenibilità del progetto: le spese che avevamo previsto erano molto più importanti di quelle che abbiamo effettivamente sostenuto. La previsione di spesa è stata difficile da raggiungere in una fase organizzativa, anche perché non abbiamo voluto sacrificare delle esperienze per i ragazzi solo perché pensavamo di non poterne sostenere i costi. Non abbiamo rinunciato a niente, abbiamo tenuto duro. Per scelta, abbiamo deciso di usufruire esclusivamente di energie e risorse private. Non abbiamo chiesto contributi agli enti pubblici – e del resto sarebbe stato assai difficile. Siamo stati felicemente sorpresi e travolti dalla generosità dei nostri concittadini, che con le loro donazioni esclusive per il progetto ci hanno permesso di dimezzarne i costi. Un ringraziamento particolare va anche alle attività commerciali andriesi, a quelle di Corato e Margherita di Savoia, che hanno deciso di far conoscere ai ragazzi il loro "saper fare", e alle altre associazioni che hanno deciso di regalare una mattina o un pomeriggio ai nostri amici bielorussi. Presto illustreremo ancora meglio l'attività di questo trentacinquesimo anno di attività del CALCIT. Nel frattempo, un ringraziamento. A tutti».