Progetto Andria: «Provincia Civica, esperimento riuscito»
Le Liste Civiche andriesi eleggono Giovanna Bruno nella BAT
mercoledì 15 ottobre 2014
Cala il sipario sulle elezioni provinciali di secondo livello e cala il sipario su elezioni anomale, che non hanno visto il pieno compimento delle prerogative della democrazia attraverso il voto popolare. Questo è stato il frutto della Legge "Del Rio" (la n. 56/2014) che non piace a Progetto Andria, l'aggregatore di liste civiche andriesi sceso in campo a livello provinciale con Provincia Civica. «I numeri hanno dato ragione della bontà del progetto - dicono da Progetto Andria - considerando che Provincia Civica ha conquistato un seggio, assegnato a Giovanna Bruno, risultata prima degli eletti su Andria con 8 voti ponderati (cui vanno ad aggiungersi quelli conquistati dagli altri candidati). Queste elezioni di secondo livello, forse in maniera esasperata, sono state utilizzate dai politici locali come banco di prova in vista delle prossime competizioni ormai imminenti (amministrative ad Andria ed elezioni regionali). Di qui accordi, divisioni, promesse, scambi di voti, campagne acquisti, posizionamenti, riposizionamenti, prove di forza».
L'analisi di Progetto Andria nel post voto parla di frammentazione della politica locale con in testa Forza Italia e Partito Democratico: «Non possiamo esimerci dal constatare - dicono da Progetto Andria - numeri alla mano, che la maggioranza andriese risulta ridimensionata da questa competizione, se è vero come è vero che su una base di 27 elettori il candidato espresso da Forza Italia risulta supportato da 6 voti (il gruppo è composto da 13) e quello delle liste civiche di centro-destra da 5. Nella lista del centro-destra, poi, c'erano anche altri due andriesi candidati (Miccoli e Sanguedolce), che hanno totalizzato poche preferenze, non sufficienti a farli entrare in consiglio provinciale. Quindi all'appello del centro-destra mancano diversi voti. Ma anche il PD andriese, per parte sua, non si è presentato unito a questo appuntamento (due candidati, di due correnti differenti), totalizzando 4 preferenze per Vitanostra e 3 per Marchio. Entrambi questi consiglieri, tuttavia, molto suffragati a livello provinciale, entrano a pieno titolo nel nuovo consiglio della BAT. Il quadro, questo è certo, è in continua evoluzione. Progetto Andria - concludono - ha superato un banco di prova importante, contro tutte le zizzanie disseminate da alcuni alla vigilia e contro tutti i tentativi di divisione messi inutilmente in campo da altri. Su questa solida unità, si continua il percorso».
L'analisi di Progetto Andria nel post voto parla di frammentazione della politica locale con in testa Forza Italia e Partito Democratico: «Non possiamo esimerci dal constatare - dicono da Progetto Andria - numeri alla mano, che la maggioranza andriese risulta ridimensionata da questa competizione, se è vero come è vero che su una base di 27 elettori il candidato espresso da Forza Italia risulta supportato da 6 voti (il gruppo è composto da 13) e quello delle liste civiche di centro-destra da 5. Nella lista del centro-destra, poi, c'erano anche altri due andriesi candidati (Miccoli e Sanguedolce), che hanno totalizzato poche preferenze, non sufficienti a farli entrare in consiglio provinciale. Quindi all'appello del centro-destra mancano diversi voti. Ma anche il PD andriese, per parte sua, non si è presentato unito a questo appuntamento (due candidati, di due correnti differenti), totalizzando 4 preferenze per Vitanostra e 3 per Marchio. Entrambi questi consiglieri, tuttavia, molto suffragati a livello provinciale, entrano a pieno titolo nel nuovo consiglio della BAT. Il quadro, questo è certo, è in continua evoluzione. Progetto Andria - concludono - ha superato un banco di prova importante, contro tutte le zizzanie disseminate da alcuni alla vigilia e contro tutti i tentativi di divisione messi inutilmente in campo da altri. Su questa solida unità, si continua il percorso».