Prof. Moschetta: “I giovani stanno imparando a nutrirsi”
Si è tenuto lunedì 16 ottobre l’appuntamento “Giornata Mondiale dell’alimentazione FAO” dell’Andria Food Policy Hub
mercoledì 18 ottobre 2023
10.16
Non dobbiamo dare per scontata la nostra acqua". Si legge così sul sito della FAO, che ogni 16 ottobre celebra la Giornata Mondiale dell'Alimentazione.
Nel momento storico che viviamo, in cui la possibilità di accedere all'acqua fa la differenza tra vita e morte e diventa strumento di potere, queste parole risuonano forti e riempiono di grande significato i momenti dedicati alla riflessione sul tema dell'alimentazione.
Dall'attenzione e dalla sensibilità che l'Andria Food Policy Hub dedica alle tematiche culturali, sociali e ambientali strettamente connesse al tema del cibo è nato l'incontro "Giornata Mondiale dell'Alimentazione FAO", che si è tenuta lunedì 16 ottobre nell'auditorium dell'istituto scolastico "A. Moro".
Protagonisti dell'incontro sono stati il prof. Antonio Moschetta, ordinario in medicina interna e ricercatore dell'Università degli studi di Bari "A. Moro"; il dott. Riccardo Matera, direttore del dipartimento di prevenzione della Asl Bt; alcuni docenti e studenti degli istituti "A. Moro", "Lotti-Umberto I" e "Colasanto".
Il professor Moschetta ci ha permesso di approfondire tematiche di stretta attualità e di riflettere sull'impatto della dieta mediterranea sulla nostra popolazione: «Se da un lato gli studi ci dicono che sono in pochi a praticare correttamente la dieta mediterranea, solo il 30%-35% circa della popolazione, dall'altro il numero di bambini e giovani in sovrappeso in Puglia è diminuito rispetto a 10 anni fa, indice di ragazzi molto più attenti all'alimentazione grazie alla sensibilizzazione che da un po' di anni si fa nelle scuole, con i Comuni, con le Regioni e con le Università».
Un lavoro culturale che, a detta del professor Moschetta, fa presagire un futuro in cui il cibo possa occupare spazi sempre più rilevanti nel dibattito pubblico. E poi alcuni consigli: «non cenare troppo tardi e fare movimento». Con piccole accortezze possiamo migliorare la qualità e le aspettative di vita. Il professor Moschetta invita altresì a riconoscere i segnali che lancia il nostro corpo: «Il DNA di ognuno di noi reagisce in maniera diversa alla dieta, all'esposizione, agli orari, alla qualità di cibo, al microbiota, batteri che sono in noi e che reagiscono con il cibo. Tutte conoscenze che servono ad ammalarsi di meno e a dare la possibilità ai farmaci, quando si incontrano le malattie, di funzionare meglio. Ecco, a nessuno venga in mente che la dieta possa sostituire un farmaco o possa curare – conclude Moschetta - ma decisamente può metterci in uno stato di salute e garantire qualità di vita e longevità che in questa terra, oggi, per una bimba che nasce è pari ad un'aspettativa di vita di 87 anni».
«La scuola – commenta Lilla Bruno, dirigente scolastica dell'istituto "A. Moro" - è un luogo che non deve occuparsi soltanto di istruzione ma anche e soprattutto di educazione anche alimentare, mettendo in evidenza le buone prassi soprattutto ai fini di una educazione allo sviluppo sostenibile. Mangiare meglio e in maniera più sana contribuisce a farci star bene con noi stessi e con gli altri».
Presenti, infatti, anche i suoi piccoli alunni di IV elementare, nonché le loro docenti, che hanno raccontato con parole e immagini la festa della vendemmia: una domenica di sapori, musica e tradizioni che poche settimane fa si è tenuta a scuola, alla presenza di studenti, genitori e docenti.
Fondamentale il contributo del dottor Riccardo Matera, che con le sue parole e la sua esperienza ci ha fornito una fotografia dello stato di salute della città e dei miglioramenti avvenuti in tal senso negli ultimi anni.
Sono intervenuti anche il professor Cataldo Tandoi e ad alcuni studenti dell'istituto agrario "Umberto I" per presentare la ricca produzione che la scuola offre in parallelo all'attività di studio e che si concretizza nel grande laboratorio a cielo aperto dei terreni di Don Nicola Agresti: «Cinque ettari con diverse coltivazione, dell'olivo alla vite, dagli ortaggi ai cereali. C'è un'attività legata sia alla sperimentazione che alla pratica vera e propria, assieme alla fase di trasformazione in olio, attraverso la collaborazione con gli opifici andriesi o attraverso la preparazione delle birre artigianali che amarichiamo con una macerazione di foglie di ulivo del nostro podere o con la cicoria selvatica».
Ed è proprio con l'Istituto Tecnico Agrario Umberto I che il Food Policy Hub sta attivando la realizzazione di orti di comunità che vedranno altresì la collaborazione e l'interazione di altri studenti delle scuole della nostra comunità che vorranno mettere le mani nella terra, una terra ricca di tanti gioielli, da custodire e da coltivare. L'attività del Food Policy Hub del Comune di Andria non si ferma qui e in questi giorni è impegnata nell'Educational Tour "A scuola con gusto": laboratori rivolti agli alunni delle classi quarte delle scuole andriesi sui poteri magici del nostro "oro verde".
A concludere l'incontro la professoressa Liliana Tarantini, dell'istituto "Colasanto", che ha raccontato l'esperienza della scuola nella realizzazione di un orto sensoriale: vista, olfatto, tatto e sapore i sensi coinvolti dal progetto dedicato ai ragazzi fragili, ma che ha arricchito tutta la comunità scolastica.
Nel momento storico che viviamo, in cui la possibilità di accedere all'acqua fa la differenza tra vita e morte e diventa strumento di potere, queste parole risuonano forti e riempiono di grande significato i momenti dedicati alla riflessione sul tema dell'alimentazione.
Dall'attenzione e dalla sensibilità che l'Andria Food Policy Hub dedica alle tematiche culturali, sociali e ambientali strettamente connesse al tema del cibo è nato l'incontro "Giornata Mondiale dell'Alimentazione FAO", che si è tenuta lunedì 16 ottobre nell'auditorium dell'istituto scolastico "A. Moro".
Protagonisti dell'incontro sono stati il prof. Antonio Moschetta, ordinario in medicina interna e ricercatore dell'Università degli studi di Bari "A. Moro"; il dott. Riccardo Matera, direttore del dipartimento di prevenzione della Asl Bt; alcuni docenti e studenti degli istituti "A. Moro", "Lotti-Umberto I" e "Colasanto".
Il professor Moschetta ci ha permesso di approfondire tematiche di stretta attualità e di riflettere sull'impatto della dieta mediterranea sulla nostra popolazione: «Se da un lato gli studi ci dicono che sono in pochi a praticare correttamente la dieta mediterranea, solo il 30%-35% circa della popolazione, dall'altro il numero di bambini e giovani in sovrappeso in Puglia è diminuito rispetto a 10 anni fa, indice di ragazzi molto più attenti all'alimentazione grazie alla sensibilizzazione che da un po' di anni si fa nelle scuole, con i Comuni, con le Regioni e con le Università».
Un lavoro culturale che, a detta del professor Moschetta, fa presagire un futuro in cui il cibo possa occupare spazi sempre più rilevanti nel dibattito pubblico. E poi alcuni consigli: «non cenare troppo tardi e fare movimento». Con piccole accortezze possiamo migliorare la qualità e le aspettative di vita. Il professor Moschetta invita altresì a riconoscere i segnali che lancia il nostro corpo: «Il DNA di ognuno di noi reagisce in maniera diversa alla dieta, all'esposizione, agli orari, alla qualità di cibo, al microbiota, batteri che sono in noi e che reagiscono con il cibo. Tutte conoscenze che servono ad ammalarsi di meno e a dare la possibilità ai farmaci, quando si incontrano le malattie, di funzionare meglio. Ecco, a nessuno venga in mente che la dieta possa sostituire un farmaco o possa curare – conclude Moschetta - ma decisamente può metterci in uno stato di salute e garantire qualità di vita e longevità che in questa terra, oggi, per una bimba che nasce è pari ad un'aspettativa di vita di 87 anni».
«La scuola – commenta Lilla Bruno, dirigente scolastica dell'istituto "A. Moro" - è un luogo che non deve occuparsi soltanto di istruzione ma anche e soprattutto di educazione anche alimentare, mettendo in evidenza le buone prassi soprattutto ai fini di una educazione allo sviluppo sostenibile. Mangiare meglio e in maniera più sana contribuisce a farci star bene con noi stessi e con gli altri».
Presenti, infatti, anche i suoi piccoli alunni di IV elementare, nonché le loro docenti, che hanno raccontato con parole e immagini la festa della vendemmia: una domenica di sapori, musica e tradizioni che poche settimane fa si è tenuta a scuola, alla presenza di studenti, genitori e docenti.
Fondamentale il contributo del dottor Riccardo Matera, che con le sue parole e la sua esperienza ci ha fornito una fotografia dello stato di salute della città e dei miglioramenti avvenuti in tal senso negli ultimi anni.
Sono intervenuti anche il professor Cataldo Tandoi e ad alcuni studenti dell'istituto agrario "Umberto I" per presentare la ricca produzione che la scuola offre in parallelo all'attività di studio e che si concretizza nel grande laboratorio a cielo aperto dei terreni di Don Nicola Agresti: «Cinque ettari con diverse coltivazione, dell'olivo alla vite, dagli ortaggi ai cereali. C'è un'attività legata sia alla sperimentazione che alla pratica vera e propria, assieme alla fase di trasformazione in olio, attraverso la collaborazione con gli opifici andriesi o attraverso la preparazione delle birre artigianali che amarichiamo con una macerazione di foglie di ulivo del nostro podere o con la cicoria selvatica».
Ed è proprio con l'Istituto Tecnico Agrario Umberto I che il Food Policy Hub sta attivando la realizzazione di orti di comunità che vedranno altresì la collaborazione e l'interazione di altri studenti delle scuole della nostra comunità che vorranno mettere le mani nella terra, una terra ricca di tanti gioielli, da custodire e da coltivare. L'attività del Food Policy Hub del Comune di Andria non si ferma qui e in questi giorni è impegnata nell'Educational Tour "A scuola con gusto": laboratori rivolti agli alunni delle classi quarte delle scuole andriesi sui poteri magici del nostro "oro verde".
A concludere l'incontro la professoressa Liliana Tarantini, dell'istituto "Colasanto", che ha raccontato l'esperienza della scuola nella realizzazione di un orto sensoriale: vista, olfatto, tatto e sapore i sensi coinvolti dal progetto dedicato ai ragazzi fragili, ma che ha arricchito tutta la comunità scolastica.