Processo strage ferroviaria, è il giorno delle difese

In quattro chiedono il "non luogo a procedere". Ex cda Ferrotramviaria Pasquini "non ricoprivo ruolo da 3 anni"

venerdì 9 novembre 2018 10.00
Parola alle difese nell'udienza preliminare in corso dinanzi al gup di Trani sulla strage ferroviaria che il 12 luglio 2016 causò tra Andria e Corato la morte di 23 persone il ferimento di altri 51 passeggeri. L'ex presidente del cda di Ferrotramviaria, il conte Enrico Maria Pasquini, si è difeso sostenendo che, quando è avvenuto l'incidente, non ricopriva quel ruolo ormai da tre anni. A lui e agli altri dirigenti della società la Procura di Trani contesta di non aver adeguatamente valutato i rischi, violando una serie di norme sulla sicurezza.

Non avrebbero cioè programmato l'adeguamento tecnologico di quella linea a binario unico e che funzionava con il sistema del blocco telefonico. Per la strage rischiano il rinvio a giudizio 17 persone tra dirigenti e dipendenti della società Ferrotramviaria e del Ministero, oltre alla stessa società Ferrotramviaria. Sono accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Un'altra imputata, la dirigente del Ministero delle Infrastrutture Elena Molinaro, ha chiesto il rito abbreviato. In aula hanno discusso anche i difensori dei due capistazione, Vito Piccareta di Andria e Alessio Porcelli di Corato. A Piccareta nella scorsa udienza è stata rigettata la proposta di patteggiamento a 4 anni e 6 mesi.

Porcelli, assistito dall'avvocato Massimo Roberto Chiusolo, ha respinto le accuse sostenendo in sintesi che l'errore fu commesso nella stazione di Andria, da dove fu fatto partire il treno senza aspettare l'incrocio con quello proveniente da Corato. L'udienza preliminare proseguirà con le discussioni delle difese degli altri imputati il prossimo 13 novembre. Nel procedimento sono costituiti parti civili Regione Puglia, Comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, familiari delle vittime e diverse associazioni. Ferrotramviaria e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono invece costituiti come responsabili civili.