Processo disastro ferroviario: ascoltato teste del Pm
Controesame dell'avv. Laforgia all'ing. Zallocco
giovedì 13 maggio 2021
17.37
Si è tenuta questa mattina presso l'Auditorium della Chiesa di San Magno la nuova udienza del processo per il disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato della Ferrotramviaria: i lavori sono stati dedicati al controesame dell'ing Zallocco, ausiliario di Pg e teste del Pm, già esaminato all'udienza del 22 ottobre scorso poi rinviata causa Covid.
Il controesame è stato condotto per le difese essenzialmente dall'avv. Michele Laforgia, difensore di Ferrotramviaria, chiamata a rispondere dell'illecito amministrativo derivante dal reato ai sensi del decreto 231/2001. Le domande sono state focalizzare soprattutto sul tema della obsolescenza del regime del "blocco telefonico" che riguardava la tratta ferroviaria su cui si è verificato l'incidente, e sono state tese a dimostrare in sostanza che il decreto del 2012 in cui si definiva tale regime "obsoleto" non si applicasse alle reti private, come Ferrotramviaria, e in ogni caso non si riferisse a questioni attinenti la sicurezza ferroviaria. In particolare è emerso che con quel decreto non veniva di certo abolito il regime del "blocco telefonico" che infatti è presente ancora oggi in alcune tratte ferroviarie nazionali.
Nel corso dell'udienza odierna si è trattato inoltre il tema del presunto stress lavorativo del personale di Ferrotramviaria, e dalle domande poste dall'avv. Laforgia è emerso che il teste Zallocco non è stato in grado di fare riferimento a documentazione medica da cui risultasse effettivamente questo problema.
In chiusura il rinvio al 27 maggio prossimo per esaminare altri due consulenti della Procura.
Nel processo per il disastro del 12 luglio 2016, quando uno scontro frontale fra due convogli sulla tratta Andria-Corato della Ferrotramviaria provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri, sono imputate la Ferrotramviaria e altre 17 persone accusate a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Si sono costituite parti civili la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, associazioni e familiari delle vittime.
Il controesame è stato condotto per le difese essenzialmente dall'avv. Michele Laforgia, difensore di Ferrotramviaria, chiamata a rispondere dell'illecito amministrativo derivante dal reato ai sensi del decreto 231/2001. Le domande sono state focalizzare soprattutto sul tema della obsolescenza del regime del "blocco telefonico" che riguardava la tratta ferroviaria su cui si è verificato l'incidente, e sono state tese a dimostrare in sostanza che il decreto del 2012 in cui si definiva tale regime "obsoleto" non si applicasse alle reti private, come Ferrotramviaria, e in ogni caso non si riferisse a questioni attinenti la sicurezza ferroviaria. In particolare è emerso che con quel decreto non veniva di certo abolito il regime del "blocco telefonico" che infatti è presente ancora oggi in alcune tratte ferroviarie nazionali.
Nel corso dell'udienza odierna si è trattato inoltre il tema del presunto stress lavorativo del personale di Ferrotramviaria, e dalle domande poste dall'avv. Laforgia è emerso che il teste Zallocco non è stato in grado di fare riferimento a documentazione medica da cui risultasse effettivamente questo problema.
In chiusura il rinvio al 27 maggio prossimo per esaminare altri due consulenti della Procura.
Nel processo per il disastro del 12 luglio 2016, quando uno scontro frontale fra due convogli sulla tratta Andria-Corato della Ferrotramviaria provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri, sono imputate la Ferrotramviaria e altre 17 persone accusate a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Si sono costituite parti civili la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, associazioni e familiari delle vittime.