Privacy, On. Fucci: «Dati sanitari sensibili all'agenzia dell'entrate»
Il parlamentare andriese rilancia la necessità di trovare una soluzione
mercoledì 24 febbraio 2016
08.50
«Per l'accavallarsi di due provvedimenti, uno dell'Agenzie delle entrate e l'altro del Garante della privacy, si sta creando una situazione paradossale sulla quale è necessario che il Governo, nell'ambito delle sue competenze, intervenga il più presto possibile, come da me richiesto con una interrogazione presentata alla Camera». Lo afferma in una nota Benedetto Fucci, deputato dei Conservatori e Riformisti, membro della Commissione Affari Sociali della Camera, che spiega l'argomento nel dettaglio.
«In base ad un provvedimento dell'Agenzia delle entrate - dice l'On. Fucci - tutti i medici, laboratori di analisi, case di cura ed ospedali sono tenuti ad inviare, attraverso il Sistema Tessera Sanitaria, le ricevute sanitarie di tutti i pazienti con data a partire dal 1° gennaio 2015. Ciò significa che vengono trasmesse attraverso gli studi commercialisti, i centri di assistenza fiscale e i patronati anche informazioni e dati altamente sensibili sulla salute dei pazienti. A sua il volta il Garante della privacy, il 30 luglio 2015, ha stabilito che le persone devono essere informate su questo provvedimento in modo da potersi opporre all'invio in rete delle ricevute o comunicare che i loro dati siano cancellati. Con questo provvedimento, quindi, non si è risolto il problema relativo alla trasmissione dei dati relativi a prestazioni sanitarie effettuate nei primi sette mesi dell'anno scorso».
«In base ad un provvedimento dell'Agenzia delle entrate - dice l'On. Fucci - tutti i medici, laboratori di analisi, case di cura ed ospedali sono tenuti ad inviare, attraverso il Sistema Tessera Sanitaria, le ricevute sanitarie di tutti i pazienti con data a partire dal 1° gennaio 2015. Ciò significa che vengono trasmesse attraverso gli studi commercialisti, i centri di assistenza fiscale e i patronati anche informazioni e dati altamente sensibili sulla salute dei pazienti. A sua il volta il Garante della privacy, il 30 luglio 2015, ha stabilito che le persone devono essere informate su questo provvedimento in modo da potersi opporre all'invio in rete delle ricevute o comunicare che i loro dati siano cancellati. Con questo provvedimento, quindi, non si è risolto il problema relativo alla trasmissione dei dati relativi a prestazioni sanitarie effettuate nei primi sette mesi dell'anno scorso».