Prima settimana di ripartenza per gli esercenti andriesi, come è andata? Ecco alcune testimonianze
Il 18 maggio riaperture di parrucchieri, estetisti, ristoranti e negozi di abbigliamento. Si cerca di guardare al futuro con positività
lunedì 25 maggio 2020
05.30
Tra incertezze per il futuro e voglia di ricominciare, numerose attività commerciali di Andria hanno riaperto i battenti lunedì 18 maggio. Parrucchieri, estetisti, ristoranti e negozi di abbigliamento sono ripartiti dopo due mesi di chiusura forzata, mettendo in atto tutte le misure anti-contagio previste dal decreto governativo. Un nuovo modo di lavorare basato soprattutto sulla grande attenzione che gli esercenti devono avere nella sanificazione e igienizzazione dei propri locali, indossando guanti e mascherine durante l'orario di lavoro e avendo cura di fornirle anche ai clienti.
Le difficoltà non mancano: le norme anti-covid e le difficoltà economiche non garantiscono, almeno per il momento, un afflusso di clienti soddisfacente. Inoltre, sono enormi le spese che gli esercenti hanno dovuto sostenere di tasca propria sia per acquistare tutti i dispositivi di sicurezza per se stessi, i dipendenti e i clienti (guanti, mascherine, gel igienizzanti e altri strumenti specifici per la sanificazione) che per affrontare tutte le operazioni necessarie alla riapertura; costi troppo elevati, tanto che alcuni esercenti della nostra città hanno deciso di tenere abbassate le serrande ancora per un pò.
Per capire come la maggior parte degli esercenti andriesi ha affrontato la prima settimana di riapertura dopo la chiusura forzata di due mesi, abbiamo raccolto alcune testimonianze che ci hanno fornito un feedback comune: nonostante le difficoltà, si cerca di guardare al futuro con occhi positivi nella speranza di tornare al più presto alla normalità. Si ricomincia a piccoli passi, come per i negozi di abbigliamento: «Pur con qualche timore iniziale - dice Vincenzo Capogna, titolare del negozio di abbigliamento "I Fratelli" - i clienti si stanno riavvicinando. La difficoltà per noi sta nello smaltimento dei capi, avendo perso due mesi di lavoro, dunque cerchiamo di invogliare i clienti all'acquisto con piccole promozioni. Effettuiamo giornalmente la pulizia di maniglie, banchi, camerini e roba».
Per quanto riguarda parrucchieri ed estetisti, si ricevono i clienti rigorosamente su appuntamento e le operazioni un tempo maggiore rispetto a prima; dunque i tempi tra un appuntamento e l'altro vengono dilatati in modo tale da non far attendere i clienti troppo a lungo fuori dal locale, scongiurando altresì il rischio di assembramenti. Titolare e dipendenti lavorano in una "veste" nuova indossando guanti, mascherine, visiere e camici monouso. «La difficoltà di queste misure sta in una minore libertà, - afferma l'hair stylist Graziano Scamarcio - non possiamo regalare un sorriso alle nostre clienti per via delle mascherine ma in questo caso "parliamo" con gli occhi e cerchiamo di raccontarci attraverso quelli».
Analizzando invece il settore della ristorazione, il problema che balza subito agli occhi è la netta riduzione di tavoli e posti a sedere, dovuta al rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro fra i clienti, come stabilito dal decreto del Governo. «La differenza rispetto ai mesi precedenti è netta, - affermano Angela Valiente e lo chef Michele Melillo del ristorante Habla Bistrot - ma siamo positivi perchè è necessario ripartire. La norma del distanziamento ci ha costretti a ridurre notevolmente i coperti, che adesso curiamo con un'attenzione ancora maggiore».
Nel video che segue, ecco le testimonianze che abbiamo raccolto da alcuni esercenti della città.
Le difficoltà non mancano: le norme anti-covid e le difficoltà economiche non garantiscono, almeno per il momento, un afflusso di clienti soddisfacente. Inoltre, sono enormi le spese che gli esercenti hanno dovuto sostenere di tasca propria sia per acquistare tutti i dispositivi di sicurezza per se stessi, i dipendenti e i clienti (guanti, mascherine, gel igienizzanti e altri strumenti specifici per la sanificazione) che per affrontare tutte le operazioni necessarie alla riapertura; costi troppo elevati, tanto che alcuni esercenti della nostra città hanno deciso di tenere abbassate le serrande ancora per un pò.
Per capire come la maggior parte degli esercenti andriesi ha affrontato la prima settimana di riapertura dopo la chiusura forzata di due mesi, abbiamo raccolto alcune testimonianze che ci hanno fornito un feedback comune: nonostante le difficoltà, si cerca di guardare al futuro con occhi positivi nella speranza di tornare al più presto alla normalità. Si ricomincia a piccoli passi, come per i negozi di abbigliamento: «Pur con qualche timore iniziale - dice Vincenzo Capogna, titolare del negozio di abbigliamento "I Fratelli" - i clienti si stanno riavvicinando. La difficoltà per noi sta nello smaltimento dei capi, avendo perso due mesi di lavoro, dunque cerchiamo di invogliare i clienti all'acquisto con piccole promozioni. Effettuiamo giornalmente la pulizia di maniglie, banchi, camerini e roba».
Per quanto riguarda parrucchieri ed estetisti, si ricevono i clienti rigorosamente su appuntamento e le operazioni un tempo maggiore rispetto a prima; dunque i tempi tra un appuntamento e l'altro vengono dilatati in modo tale da non far attendere i clienti troppo a lungo fuori dal locale, scongiurando altresì il rischio di assembramenti. Titolare e dipendenti lavorano in una "veste" nuova indossando guanti, mascherine, visiere e camici monouso. «La difficoltà di queste misure sta in una minore libertà, - afferma l'hair stylist Graziano Scamarcio - non possiamo regalare un sorriso alle nostre clienti per via delle mascherine ma in questo caso "parliamo" con gli occhi e cerchiamo di raccontarci attraverso quelli».
Analizzando invece il settore della ristorazione, il problema che balza subito agli occhi è la netta riduzione di tavoli e posti a sedere, dovuta al rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro fra i clienti, come stabilito dal decreto del Governo. «La differenza rispetto ai mesi precedenti è netta, - affermano Angela Valiente e lo chef Michele Melillo del ristorante Habla Bistrot - ma siamo positivi perchè è necessario ripartire. La norma del distanziamento ci ha costretti a ridurre notevolmente i coperti, che adesso curiamo con un'attenzione ancora maggiore».
Nel video che segue, ecco le testimonianze che abbiamo raccolto da alcuni esercenti della città.