Presentazione del libro: "Sul volto di Maria il dolore di tante madri" di Nicola Montereale
L'evento si svolgerà questa sera, in concomitanza con una mostra su temi religiosi, a Canosa di Puglia
mercoledì 17 aprile 2019
5.31
Questa sera, mercoledì 17 aprile, alle ore 19.00 a Canosa sarà possibile visitare presso la redazione de La Terra del Sole, in piazza Martiri XXIII maggio, 5 la Mostra del "Diorama - Passione, Morte e Resurrezione" a firma di Antonio Faretina con la scenografia di Antonella Lavacca, organizzata dalla "Pro Loco" in sinergia con "La Terra del Sole eventi".
Durante l'esposizione, inoltre, ci sarà anche la presentazione del libro "Sul volto di Maria il dolore di tante madri" del giovane andriese Nicola Montereale, una riflessione sui generis sulla figura di Maria desolata.
La tradizionale processione della Desolata, che sembra abbia avuto origine tra il 1700 e il 1800 e che chiude i riti della Settimana Santa canosina, infatti dà la possibilità nei suoi aspetti e motivi di contemplare il grande strazio e l'indicibile dolore che Maria, la madre di Gesù, prova nel perdere il suo unico Figlio.
Al dolore di Maria si unisce poi il dolore di tante madri che ancora oggi perdono in un modo o in un altro il proprio figlio.
Così facendo, questa pratica di pietà popolare riguardante la Desolata evangelizza, cioè fa entrare il Vangelo nelle pieghe della storia e diviene balsamo per le tante piaghe ancora aperte.
Nella sua Esortazione Apostolica "Evangelii Gaudium", Papa Francesco sottolinea che queste pratiche di pietà popolare sono un atto di evangelizzazione, una vera «spiritualità incarnata nella cultura dei semplici».
«Le espressioni della pietà popolare -continua Papa Francesco - hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione» .
Bisogna, però, stare molto attenti a un pericolo che è sempre in agguato, quando ci troviamo dinnanzi a queste espressioni della pietà popolare: cioè il pericolo di cadere nella spettacolarizzazione del dolore. Evidentemente questo ridurre il mistero dell'Addolorata a uno spettacolo appariscente, porta non all'evangelizzazione, ma a una teatralità che colpisce i sentimenti e non il cuore, che suscita il pianto, religiosità senza colore né sapore ma non la fede.
Infatti, la processione della Desolata in sé non si presenta come l'esaltazione del dolore, ma il cammino di riflessione che va dalla passione alla risurrezione, dalla notte della morte all'alba della vita nuova in Cristo.
Pertanto - si legge nell'introduzione del libro - la processione della Desolata in sé non si presenta come l'esaltazione del dolore, ma il cammino dalla passione alla risurrezione, dalla notte della morte all'alba della vita nuova in Cristo.
Nel piccolo volumetto, inoltre, si è cercato di commentare la statua e le figure che compongono la processione della Desolata, al fine si scorgere l'attualità disarmante del Vangelo anche oggi, in un tempo pieno di tanta tristezza, ma di poca speranza, rimanendo in qualche modo fedeli a quanto è scritto nel Direttorio su Pietà popolare e Liturgia della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti:
"Nell'Ora della Desolata, i fedeli, con espressioni di commossa devozione, "fanno compagnia" alla Madre del Signore, rimasta sola,
immersa in un profondo dolore, dopo la morte del suo unico Figlio;
essi, contemplando la Vergine con il Figlio sul grembo, - la Pietà -, comprendono che in Maria si concentra il dolore dell'universo per la morte di Cristo; in lei essi vedono la personificazione di tutte le madri che, lungo la storia, hanno pianto la morte di un figlio. Tale pio esercizio non dovrà limitarsi tuttavia ad esprimere il sentimento
umano davanti a una madre desolata, ma nella fede della risurrezione".
Durante l'esposizione, inoltre, ci sarà anche la presentazione del libro "Sul volto di Maria il dolore di tante madri" del giovane andriese Nicola Montereale, una riflessione sui generis sulla figura di Maria desolata.
La tradizionale processione della Desolata, che sembra abbia avuto origine tra il 1700 e il 1800 e che chiude i riti della Settimana Santa canosina, infatti dà la possibilità nei suoi aspetti e motivi di contemplare il grande strazio e l'indicibile dolore che Maria, la madre di Gesù, prova nel perdere il suo unico Figlio.
Al dolore di Maria si unisce poi il dolore di tante madri che ancora oggi perdono in un modo o in un altro il proprio figlio.
Così facendo, questa pratica di pietà popolare riguardante la Desolata evangelizza, cioè fa entrare il Vangelo nelle pieghe della storia e diviene balsamo per le tante piaghe ancora aperte.
Nella sua Esortazione Apostolica "Evangelii Gaudium", Papa Francesco sottolinea che queste pratiche di pietà popolare sono un atto di evangelizzazione, una vera «spiritualità incarnata nella cultura dei semplici».
«Le espressioni della pietà popolare -continua Papa Francesco - hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione» .
Bisogna, però, stare molto attenti a un pericolo che è sempre in agguato, quando ci troviamo dinnanzi a queste espressioni della pietà popolare: cioè il pericolo di cadere nella spettacolarizzazione del dolore. Evidentemente questo ridurre il mistero dell'Addolorata a uno spettacolo appariscente, porta non all'evangelizzazione, ma a una teatralità che colpisce i sentimenti e non il cuore, che suscita il pianto, religiosità senza colore né sapore ma non la fede.
Infatti, la processione della Desolata in sé non si presenta come l'esaltazione del dolore, ma il cammino di riflessione che va dalla passione alla risurrezione, dalla notte della morte all'alba della vita nuova in Cristo.
Pertanto - si legge nell'introduzione del libro - la processione della Desolata in sé non si presenta come l'esaltazione del dolore, ma il cammino dalla passione alla risurrezione, dalla notte della morte all'alba della vita nuova in Cristo.
Nel piccolo volumetto, inoltre, si è cercato di commentare la statua e le figure che compongono la processione della Desolata, al fine si scorgere l'attualità disarmante del Vangelo anche oggi, in un tempo pieno di tanta tristezza, ma di poca speranza, rimanendo in qualche modo fedeli a quanto è scritto nel Direttorio su Pietà popolare e Liturgia della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti:
"Nell'Ora della Desolata, i fedeli, con espressioni di commossa devozione, "fanno compagnia" alla Madre del Signore, rimasta sola,
immersa in un profondo dolore, dopo la morte del suo unico Figlio;
essi, contemplando la Vergine con il Figlio sul grembo, - la Pietà -, comprendono che in Maria si concentra il dolore dell'universo per la morte di Cristo; in lei essi vedono la personificazione di tutte le madri che, lungo la storia, hanno pianto la morte di un figlio. Tale pio esercizio non dovrà limitarsi tuttavia ad esprimere il sentimento
umano davanti a una madre desolata, ma nella fede della risurrezione".