Premio Nobel Economia 2022 al prof. Philip H. Dybvig: un suo studente andriese ci racconta chi è

Intervista al prof. Savino Santovito, del Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università degli Studi di Bari "Aldo Moro"

giovedì 13 ottobre 2022 8.06
Il Nobel per l'Economia 2022 è stato assegnato all'ex presidente della Federal Reserve statunitense Ben S. Bernanke e agli economisti Douglas W. Diamond e Philip H. Dybvig «per le loro ricerche sulle banche e le crisi finanziarie», che hanno consentito di migliorare le conoscenze sul ruolo delle banche nei cicli economici, e in particolare durante le crisi finanziarie per prevenire i fallimenti e le corse agli sportelli. In proposito abbiamo sentito il prof. Savino Santovito del Dipartimento di Economia e Finanza dell'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" che è stato tra alcuni studenti phd italiani che negli anni '90 hanno frequentato i corsi del prof. Dybvig. Una occasione troppo ghiotta, da non lasciarcela sfuggire, per conoscere l'uomo e l'economista di fama mondiale.

Prof. Santovito, come ha conosciuto il prof. Dybvig?
Dopo la laurea in Economia all'Università Cattolica di Milano ho proseguito gli studi di Dottorato di Ricerca in "Mercati dei Capitali e Gestione Finanziaria" presso l'Università di Bergamo (poi trasferito in Università Cattolica) e nel mio secondo anno di dottorato ho avuto l'opportunità nel 1990/91 di trascorrere un anno di studio e ricerca negli Stati Uniti, frequentando due corsi di Banking (Tecnica Bancaria) con il prof. Dybvig alla Washington University di Saint Louis in Missouri (USA) e il seminario phd su Option Pricing del suo maestro prof. Steve Ross. Con me c'era anche il prof. Stefano Cenni, attualmente ordinario nell'Università di Bologna e allora mio collega di dottorato e roommate a Saint Louis per un anno.
Chi è il prof. Dybvig?
Tralasciando le considerazioni sul suo autorevole profilo scientifico, di cui troviamo in questi giorni tanti riferimenti sui media, vorrei soffermarmi sugli aspetti più personali. Il prof. Dybvig risultava niente affatto altezzoso ed era del tutto affabile e alla mano con noi studenti, nonché dotato di un grande senso di (auto)ironia e umorismo, con battute che a volte travalicavano la nostra capacità di comprensione immediata. Si divertiva molto anche come tastierista di blues e jazz (eravamo a Saint Louis).
Come si riconosce un premio Nobel?
Capita nella vita di incontrare persone alla mano, ma straordinarie e fuori dal normale, il cui valore lo scopri successivamente utilizzando e sperimentando sul campo l'efficacia dei loro insegnamenti. Al momento non pensi di vivere un'esperienza straordinaria, perché accade nella realtà quotidiana, ma ne acquisisci la consapevolezza solo successivamente a distanza di tempo. Spesso questi incontri sono del tutto casuali e ricordo che al momento di scegliere l'università americana in cui trascorrere il secondo anno di dottorato, tutti si competeva per le più note NYU (New York University) o le università della California quali Los Angeles University o San Francisco (Berkeley University), mentre invece dal mio prof. Pippo Ranci Ortigosa (divenuto poi presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas) fui fortunatamente indirizzato alla Washington University di Saint Louis nel Midwest d'America, in cui opera la Olin Business School nella quale incontrai il prof. Dybvig, allora giovane docente, frequentando le sue lezioni per due semestri e partecipando attivamente ai team works.
Prof. Santovito, come definirebbe in sintesi il prof. Dybvig?
Dovendo sintetizzare in una parola il prof. Dybvig, credo si possa qualificare esattamente con un termine opposto alle sue sembianze imponenti dell'epoca: leggerezza. Vorrei infine evidenziare la riflessione condivisa oggi telefonicamente con il mio amico prof. Cenni: solo col senno di poi, è possibile apprezzare e verificare tutta l'utilità di quanto si apprende in aula da docenti che sembravano semplici "come noi, soltanto molto sopra di noi", tanto da conseguire dopo trent'anni un Nobel in Economia. Congratulazioni di cuore al prof. Dybvig.