Por Puglia 2014/2020: nel piano previste 1500 nuove aziende

Abbattimento di Co2, banda larga ed aumento di +0.2% di Pil per ricerca

sabato 15 agosto 2015 10.16
A cura di Stefano Massaro
Che cosa dovrà favorire il nuovo Piano Operativo Regionale della Puglia 2014/2020, approvato giovedì scorso dalla Commissione Europea. Una domanda che trova risposta nei risultati attesi presenti nel documento. Innanzitutto si cercherà di favorire la creazione di 1500 nuove imprese, poi l'aumento della spesa pubblica in ricerca e sviluppo dallo 0,5 allo 0,7 del PIL e della privata in R&S dallo 0,19 allo 0,25 del PIL. Dovrebbe arrivare al 50% la popolazione coperta da banda ultraveloce (100Mbs) ma ci dovrebbero essere anche meno emissioni di CO2 passando dalle attuali 38.546 tonnellate a 33.535 tonnellate. Previsto anche un considerevole aumento dell'Export dal 12.6% al 18% del PIL e la decuplicazione del numero di visitatori ai siti culturali e naturali beneficiari di fondi. Riabilitazione di 1500 ettari di terreno degradato, 320.000 persone servite da impianti di trattamento acque modernizzati, 3500 nuovi posti in asili nido e strutture per la prima infanzia.

Oltre 7miliardi di euro per sei anni di progetti e bandi che dovrebbero portare la Puglia a questi risultati. 3,56 miliardi di euro saranno stanziati direttamente dall'UE attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo Sociale Europeo (FSE) e l'altra metà sarà derivante dal cofinanziamento nazionale. Nello specifico una buona parte dei fondi è destinata al sistema economico: 1,1 miliardi per la competitività, l'innovazione e l'internazionalizzazione delle PMI, 672 milioni per ricerca e sviluppo con particolare riguardo alla collaborazione tra pubblico e privato, 272 milioni per banda larga e agenda digitale. Infrastrutture e investimenti per la sostenibilità ambientale ed energetica rappresentano un secondo perno del programma: 1,1 miliardi sono destinati alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, e per opere e la gestione di acqua e rifiuti, 462 per migliorare le connessioni trasportistiche, 396 milioni per favorire una transizione verso economia a basse emissioni di carbonio (energia e mobilità urbana). Un terzo pilastro è costituito dall'ambito del sociale e della formazione: 1 miliardo sarà investito per promuovere l'inclusione sociale e contrastare la povertà, 754 per la formazione professionale e facilitare la transizione tra formazione e lavoro, 540 milioni per la mobilità e partecipazione al mercato del lavoro. Un libro dei sogni che, la Puglia, ha l'obbligo di perseguire con rapidità e competenza dopo 14 anni nei quali, pur come migliore regione del Sud Italia nella capacità di spendere questi soldi, si sono persi ingenti finanziamenti previsti all'interno dei precedenti due piani europei.