Ponte Bailey: da tre anni sormonta via Carmine
Già disposto il noleggio della struttura anche per il 2016
sabato 2 gennaio 2016
9.41
La delibera di Giunta numero 207 del 21 dicembre scorso non lascia spazio ad interpretazioni: il Ponte Bailey rimarrà a sormontare via Carmine ad Andria per sicuramente un altro anno festeggiando così le quattro candeline. Nella delibera di giunta è stato già approntato il noleggio sino a dicembre 2016 con una somma di poco inferiore ai 13mila euro annui. Il 10 gennaio del 2012, infatti, venne sottoscritto il verbale di consegna del servizio che ad oggi ha già compiuto praticamente tre anni. La storia di via Carmine e via Eritrea (attualmente chiusa al traffico veicolare), affonda le radici nel 2011 allorquando il 18 febbraio vi fu un importante ed improvviso crollo della sede stradale di via De Gasperi.
Da quel momento, l'ente comunale, diede mandato immediato agli esperti del settore di controllare l'intera rete dei canali in tufo della fogna bianca che attraversano la gran parte della città antica e moderna compreso il cosiddetto Ciappetta - Camaggio proprio nel tratto ricompreso tra via Carmine e via Eritrea. L'immediata prima ispezione effettuata il 26 febbraio 2011, diede esito negativo ma la nuova relazione del 23 marzo dello stesso anno, consigliò la chiusura definitiva di entrambe le arterie stradali cittadine poichè il livello generale di degrado del tufo è "drammatico ma non importante".
Unica soluzione immediata fu quella di predisporre gli atti per un ponte Bailey, che permettesse di sopraelevare il passaggio di autovetture all'incrocio tra via Carmine e via Eritrea per permettere di ripristinare il traffico veicolare almeno in una delle due vie. Ma realizzato il ponte per un possibile tempo limitato in vista di una sistemazione definitiva del canale, i successivi studi di fattibilità hanno dimostrato come i costi di salvaguardia definitiva sono elevatissimi. Secondo l'ultima stima del febbraio 2015, effettuata dagli incaricati dello "Studio Architetti Cimino Associati", con una informativa preliminare relativa alla progettazione complessiva delle opere di rifacimento, il costo totale si aggirerebbe oltre i 6milioni di euro mentre l'ente comunale aveva previsto opere per circa un milione e mezzo. Una somma consistente che, ad ora, non trova grande facilità di attuazione anche se nel piano triennale delle opere pubbliche sarebbero stati inseriti interventi per un milione e mezzo nel 2016 e cinque milioni di euro nel 2017.
Da quel momento, l'ente comunale, diede mandato immediato agli esperti del settore di controllare l'intera rete dei canali in tufo della fogna bianca che attraversano la gran parte della città antica e moderna compreso il cosiddetto Ciappetta - Camaggio proprio nel tratto ricompreso tra via Carmine e via Eritrea. L'immediata prima ispezione effettuata il 26 febbraio 2011, diede esito negativo ma la nuova relazione del 23 marzo dello stesso anno, consigliò la chiusura definitiva di entrambe le arterie stradali cittadine poichè il livello generale di degrado del tufo è "drammatico ma non importante".
Unica soluzione immediata fu quella di predisporre gli atti per un ponte Bailey, che permettesse di sopraelevare il passaggio di autovetture all'incrocio tra via Carmine e via Eritrea per permettere di ripristinare il traffico veicolare almeno in una delle due vie. Ma realizzato il ponte per un possibile tempo limitato in vista di una sistemazione definitiva del canale, i successivi studi di fattibilità hanno dimostrato come i costi di salvaguardia definitiva sono elevatissimi. Secondo l'ultima stima del febbraio 2015, effettuata dagli incaricati dello "Studio Architetti Cimino Associati", con una informativa preliminare relativa alla progettazione complessiva delle opere di rifacimento, il costo totale si aggirerebbe oltre i 6milioni di euro mentre l'ente comunale aveva previsto opere per circa un milione e mezzo. Una somma consistente che, ad ora, non trova grande facilità di attuazione anche se nel piano triennale delle opere pubbliche sarebbero stati inseriti interventi per un milione e mezzo nel 2016 e cinque milioni di euro nel 2017.