Poca sicurezza per il settore socio sanitario di via Mozart

Scrive l'USB del Comune: «Salvaguardare l'incolumità dei dipendenti»

mercoledì 15 aprile 2015 09.30
A cura di Stefano Massaro
Minacce e gesti violenti contro gli operatori del servizio socio sanitario di Andria continuano a ripetersi con frequenza divenuta particolarmente allarmante. Ed allora l'Unione Sindacale di Base del Comune di Andria, attraverso il Segretario Aziendale Marco Pastore ed il Rappresentante della RSU Giuseppe Cagnetti, chiedono un incontro urgente all'ente per «addivenire ad un percorso condiviso che veda al primo punto la salvaguardia dell'incolumità e la sicurezza di tutti i dipendenti di questo settore nell'espletamento delle proprie attività lavorative».

L'organizzazione sindacale, in particolare, solidarizza con i dipendenti del settore e racconta quelle che sono le difficoltà quotidiane: «Abbiamo più volte evidenziato la precarietà e l'assenza quasi totale di misure atte alla salvaguardia e alla sicurezza del personale, di qualsiasi categoria e profilo professionale, che quotidianamente deve assolvere ai delicati compiti di cui è investito - scrivono dalla USB - Sono anni che il personale di questo settore deve far fronte a complesse situazioni di carattere sociale che interessano una sempre e più grande platea di cittadini, soprattutto in questo particolare e difficile momento, e sempre, hanno dato dimostrazione di fronteggiare efficacemente le contrarietà e le lacune di chi doveva in primis provvedere a creare buone condizioni di lavoro onde garantire dove possibile, la più ampia sicurezza per i dipendenti esposti a rischi anche di natura fisica, vedi minacce, aggressioni verbali e lesioni procurate. Diverse e numerose sono le criticità sussistenti, ad iniziare dalla collocazione del Settore isolato da tutti gli altri Uffici Comunali, dalla dislocazione su due livelli dei vari uffici con relativa difficoltà di controllo degli stessi, dalla messa in sicurezza di ipotetiche armi improprie quali estintori e sedie singole, alla mancanza di un monitoraggio remoto di video-sorveglianza, la cui installazione di telecamere consentirebbe di visionare le immagini dei colloqui in tempo reale, alla mancanza di pulsanti di allarme dislocati nelle varie stanze e per finire, ad un ottimizzazione dell'organizzazione dei colloqui con utenza particolarmente nota e alquanto pericolosa basata su colloqui presso i Comandi delle Forze dell'Ordine».

Le soluzioni sono molteplici e prevedono diversi interventi: «C'è bisogno di correggere la rotta è questo lo si può fare, innanzitutto elevando il grado di resilienza dei dipendenti e quindi delle capacità degli stessi di far fronte agli eventi stressanti o traumatici e quindi di riorganizzare in maniera più che positiva la propria attività lavorativa dinanzi alle difficoltà che intervengono - scrivono ancora dalla USB - Di pari passo, si rende necessario mettere in campo tutte quelle iniziative e misure di natura organizzativa e tecnica che supportino ed eliminino qualsiasi pericolo per l'incolumità psico-fisica dei lavoratori di questo settore. Per far questo, non basta però solo l'impegno, lo spirito di dedizione e la disposizione del personale ad accettare i cambiamenti facendo propri gli aspetti positivi delle trasformazioni e minimizzando quelli negativi affinché il cambiamento venga vissuto più come un incentivo a crescere che come difficoltà da evitare a tutti i costi, ci vuole più di ogni altra cosa, l'intervento degli organismi politici-amministrativi e dirigenziali che devono trovare e mettere in atto gli indirizzi e le soluzioni più idonee al fine di garantire la massima sicurezza dei lavoratori; non è più tempo di improvvisare o ancora peggio demandare ad altri quello che compete agli organi e alle persone preposte a farlo, è tempo di agire prima che succeda il peggio».