Pinuccio Lovero - Yes I can
Il regista Pippo Mezzapesa presenta ad Andria il suo ultimo lavoro
giovedì 15 maggio 2014
11.56
Da oggi esce nelle sale Pinuccio Lovero - Yes I can, il film che racconta la nuova avventura di Pinuccio Lovero, becchino del cimitero di Bitonto, alle prese con un'impresa ardita: la sua candidatura alle elezioni amministrative della sua città con una campagna elettorale surreale e un programma politico che è in realtà un programma cimiteriale.
La regia di Mezzapesa, che domenica 18 maggio, alle ore 20,00, presenterà il suo ultimo lavoro al Cinemars di Andria, riesce, come sempre, a fare inquadrature precise non solo dei soggetti che sceglie ma, di più, sceglie certi soggetti proprio perché rappresentativi della società e del tempo in cui viviamo. E Pinuccio Lovero è stato scelto per la seconda volta dal regista.
Nel 2007, per la prima volta, alcuni fortunati hanno l'occasione di conoscerlo: un volto inconsueto sebbene giornaliero (nel significato improprio di ordinario, nel video allegato la spiegazione) destinato a restare impresso nella memoria ma soprattutto vivo nel cuore. Pinuccio Lovero non conosce tutti i nomi delle cose e delle emozioni (e per questa ragione spesso li inventa) ma sa come farsi capire e conosce, perfettamente, il modo per non farsi dimenticare. Come tutti noi, ha un sogno ma non riguarda ancora il cinema, il teatro o la televisione: vuole semplicemente lavorare al cimitero di Bitonto, sua città natale. Vuole il caso che questa ridente cittadina a pochi chilometri da Bari ha dato i natali a un altro Giuseppe, nato nello stesso giorno del primo, solo qualche anno più tardi. Si chiama Pippo Mezzapesa. Prima il classico, poi giurisprudenza, sempre il cinema. Dunque dalle loro differenze, distanze, parole nasce un sodalizio. Si chiama Sogno di una morte di mezza estate e racconta con uno stile asciutto e un'ironia senza precedenti cinematografici le giornate del becchino di Bitonto impiegato nel cimitero di Mariotto, una frazione di poche anime in cui da cinque mesi, da quando c'è Pinuccio, non muore nessuno. Ecco il soggetto (nell'accezione doppia del termine).
Cinque anni dopo, Mezzapesa, reduce dai suoi successi (tra questi il bellissimo corto L'Altra Metà, 2009; il lungometraggio Il Paese delle Spose Infelici, 2011), torna a Bitonto per le elezioni amministrative. La città è tappezzata di manifesti elettorali che a un primo sguardo paiono tutti uguali. Su uno però c'è un becchino in divisa, il motto "Pensa al tuo Futuro" e, dulcis in fundo, Pinuccio Lovero.
Altro lavoro per Pippo. Pinuccio non è riuscito a stare lontano dai riflettori. La vita quotidiana, sebbene sia più ricca di qualche anno prima (ora ha una compagna, Anna), merita dei diversivi. Forse ha iniziato a sognare anche lui la popolarità? Per questo Pinuccio scende in campo che non è il campo santo. Tuttavia il programma elettorale prevede un miglioramento nel suo proprio campo: più fontane, più loculi, più verde, appunto. Con semplicità e ironia, Pinuccio si muove per le strade di Bitonto con un carro funebre in cerca di consensi al grido "Pensa al tuo futuro". Non bisogna perciò meravigliarsi se al suo passaggio la gente si affretta a fare gesti scaramantici. Il futuro a cui pensa Pinuccio per deformazione professionale è il futuro che si scaccia, quello a cui non si arriva mai preparati né organizzati.
In questa politica che stenta ad essere viva, Pinuccio propone una razionalizzazione almeno di quel futuro ugualmente condiviso da tutti noi, la morte, appunto. Pinuccio Lovero fa ridere e riflettere perché la sua preziosa ingenuità, fonte assoluta di comicità, risulta affetta dal desiderio di quei minuti di celebrità promessi da una televisione marcia in cui si fa pessima politica e da una politica in cui, in poche parole, non si fa più nulla. Pinuccio almeno promette di farci morire. Dalle risate. E questa promessa è ampiamente mantenuta. Pippo e Pinuccio ci aspettano al cinema. E noi vogliamo credere almeno a loro. Almeno e ancora al cinema italiano.
Bianca Peloso
La regia di Mezzapesa, che domenica 18 maggio, alle ore 20,00, presenterà il suo ultimo lavoro al Cinemars di Andria, riesce, come sempre, a fare inquadrature precise non solo dei soggetti che sceglie ma, di più, sceglie certi soggetti proprio perché rappresentativi della società e del tempo in cui viviamo. E Pinuccio Lovero è stato scelto per la seconda volta dal regista.
Nel 2007, per la prima volta, alcuni fortunati hanno l'occasione di conoscerlo: un volto inconsueto sebbene giornaliero (nel significato improprio di ordinario, nel video allegato la spiegazione) destinato a restare impresso nella memoria ma soprattutto vivo nel cuore. Pinuccio Lovero non conosce tutti i nomi delle cose e delle emozioni (e per questa ragione spesso li inventa) ma sa come farsi capire e conosce, perfettamente, il modo per non farsi dimenticare. Come tutti noi, ha un sogno ma non riguarda ancora il cinema, il teatro o la televisione: vuole semplicemente lavorare al cimitero di Bitonto, sua città natale. Vuole il caso che questa ridente cittadina a pochi chilometri da Bari ha dato i natali a un altro Giuseppe, nato nello stesso giorno del primo, solo qualche anno più tardi. Si chiama Pippo Mezzapesa. Prima il classico, poi giurisprudenza, sempre il cinema. Dunque dalle loro differenze, distanze, parole nasce un sodalizio. Si chiama Sogno di una morte di mezza estate e racconta con uno stile asciutto e un'ironia senza precedenti cinematografici le giornate del becchino di Bitonto impiegato nel cimitero di Mariotto, una frazione di poche anime in cui da cinque mesi, da quando c'è Pinuccio, non muore nessuno. Ecco il soggetto (nell'accezione doppia del termine).
Cinque anni dopo, Mezzapesa, reduce dai suoi successi (tra questi il bellissimo corto L'Altra Metà, 2009; il lungometraggio Il Paese delle Spose Infelici, 2011), torna a Bitonto per le elezioni amministrative. La città è tappezzata di manifesti elettorali che a un primo sguardo paiono tutti uguali. Su uno però c'è un becchino in divisa, il motto "Pensa al tuo Futuro" e, dulcis in fundo, Pinuccio Lovero.
Altro lavoro per Pippo. Pinuccio non è riuscito a stare lontano dai riflettori. La vita quotidiana, sebbene sia più ricca di qualche anno prima (ora ha una compagna, Anna), merita dei diversivi. Forse ha iniziato a sognare anche lui la popolarità? Per questo Pinuccio scende in campo che non è il campo santo. Tuttavia il programma elettorale prevede un miglioramento nel suo proprio campo: più fontane, più loculi, più verde, appunto. Con semplicità e ironia, Pinuccio si muove per le strade di Bitonto con un carro funebre in cerca di consensi al grido "Pensa al tuo futuro". Non bisogna perciò meravigliarsi se al suo passaggio la gente si affretta a fare gesti scaramantici. Il futuro a cui pensa Pinuccio per deformazione professionale è il futuro che si scaccia, quello a cui non si arriva mai preparati né organizzati.
In questa politica che stenta ad essere viva, Pinuccio propone una razionalizzazione almeno di quel futuro ugualmente condiviso da tutti noi, la morte, appunto. Pinuccio Lovero fa ridere e riflettere perché la sua preziosa ingenuità, fonte assoluta di comicità, risulta affetta dal desiderio di quei minuti di celebrità promessi da una televisione marcia in cui si fa pessima politica e da una politica in cui, in poche parole, non si fa più nulla. Pinuccio almeno promette di farci morire. Dalle risate. E questa promessa è ampiamente mantenuta. Pippo e Pinuccio ci aspettano al cinema. E noi vogliamo credere almeno a loro. Almeno e ancora al cinema italiano.
Bianca Peloso