Per l'omicidio di Gianni Di Vito l'accusa chiede 14 anni ed un mese di carcere per Celestino Troia
Il 30 settembre sarà la volta della difesa prima che la Corte d'Assise di Trani si riunisca per la sentenza
venerdì 9 luglio 2021
17.36
14 anni ed un mese di custodia in carcere per Celestino Troia, è la pena che la pubblica accusa ha richiesto alla Corte di Assise di Trani nel processo per l'omicidio del 28enne giovane tranese Gianni Di Vito, accoltellato il 19 settembre del 2019 ad Andria, per un diverbio automobilistico avvenuto tra via Puccini e via Corato.
Secondo il sostituto procuratore Lucio Varia, si tratterebbe di un omicidio volontario con dolo eventuale senza aggravanti, non più per futili motivi, come ipotizzato nel momento in cui Troia venne arrestato dai poliziotti del locale Commissariato di P.S., dopo l'efferato omicidio, avvenuto sotto gli occhi della moglie e del figlio del Di Vito, che erano a bordo dell'auto con la quale la vittima ebbe prima un diverbio e poi una colluttazione con Celestino Troia, prima di essere ferito mortalmente da quest'ultimo. Portato in gravi condizioni all'ospedale "Lorenzo Bonomo" di Andria, spirò dopo poche ore, malgrado le cure dei sanitari.
Il 30 settembre prossimo sarà la volta dell'arringa difensiva dell'avvocato Vincenzo Scianandrone, legale di Celestino Troia, prima che la Corte si ritiri in camera di consiglio per la sentenza. La difesa ha sempre sostenuto che Troia, attualmente posto ai domiciliari, non aveva avuto alcuna intenzione di uccidere il Di Vito, ma solo spaventare la vittima. Di diverso avviso i familiari di Di Vito, costituiti parte civile con l'avv. Magda Merafina.
Secondo il sostituto procuratore Lucio Varia, si tratterebbe di un omicidio volontario con dolo eventuale senza aggravanti, non più per futili motivi, come ipotizzato nel momento in cui Troia venne arrestato dai poliziotti del locale Commissariato di P.S., dopo l'efferato omicidio, avvenuto sotto gli occhi della moglie e del figlio del Di Vito, che erano a bordo dell'auto con la quale la vittima ebbe prima un diverbio e poi una colluttazione con Celestino Troia, prima di essere ferito mortalmente da quest'ultimo. Portato in gravi condizioni all'ospedale "Lorenzo Bonomo" di Andria, spirò dopo poche ore, malgrado le cure dei sanitari.
Il 30 settembre prossimo sarà la volta dell'arringa difensiva dell'avvocato Vincenzo Scianandrone, legale di Celestino Troia, prima che la Corte si ritiri in camera di consiglio per la sentenza. La difesa ha sempre sostenuto che Troia, attualmente posto ai domiciliari, non aveva avuto alcuna intenzione di uccidere il Di Vito, ma solo spaventare la vittima. Di diverso avviso i familiari di Di Vito, costituiti parte civile con l'avv. Magda Merafina.