Pd Andria: presentazione Ordine del giorno sulla cosiddetta “Autonomia differenziata”
Le criticità ed i rischi che provengono dalle attuali intenzioni del ministro Calderoli
mercoledì 4 gennaio 2023
3.15
Ad Andria la proposta del gruppo consiliare del Partito Democratico, per fermare la proposta del ministro degli Affari Regionali e della Autonomie Roberto Calderoli sul principio della c,d, ".Autonomia Differenziata",
«Il Partito Democratico e ogni forza progressista, democratica ed ecologista -si legge della nota a firma del capogruppo Michele Di Lorenzo- dovrebbe prestare debita attenzione alla problematica derivante dalla proposta di Autonomia Differenziata, come vorrebbe realizzarla il ministro degli Affari Regionali e della Autonomie Roberto Calderoli. Il Partito Democratico e le altre forze consiliari, che vorranno aggregarsi, discuteranno a breve un Ordine del Giorno sulla cosiddetta "Autonomia differenziata".
Dal testo dell'Ordine del Giorno, che stiamo elaborando e che sottoporremo alle forze politiche e alle liste presenti in Consiglio Comunale, si evince con molta chiarezza quali siano le criticità e i rischi che provengono dalle attuali intenzioni del ministro. In particolare grande è il rischio che in questa maniera si realizzi la separazione, di fatto, del Paese, tra Regioni ricche e Regioni povere. È a rischio, secondo noi consiglieri, ma soprattutto secondo molti costituzionalisti, presidenti di regione, sindaci, partiti, movimenti, sindacati e organizzazioni, il principio di uguaglianza di tutte le cittadine e di tutti i cittadini italiani. Già attualmente si riscontrano enormi differenze nella esigibilità di alcuni servizi e diritti tra regioni e regioni, con l'attuale proposte di regionalizzare 23 o 16 materie, di ridistribuire secondo criterio storico le risorse il divario sarebbe incolmabile e definitivo. Non meno preoccupante appare la volontà di regionalizzare materie come l'istruzione, la salute, la cultura, la tutela dell'ambiente eccetera che sono le strutture portanti dell'unità del Paese. Per questa ragione chiediamo con l'ordine del giorno al Governo e al Parlamento di fermarsi e di avviare un confronto nel Paese e nelle Istituzioni, comuni compresi, in cui ragionare con dati, evidenze e senso di responsabilità. Infine, ci associamo alla richiesta di portare, il prima possibile dopo la fine della raccolta delle firme necessarie (almeno 50.000) alla discussione in Parlamento il Disegno di Legge Costituzionale di Iniziativa Popolare presentato dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e chiediamo ai comuni di informare i cittadini su questa opportunità di firma digitale e fisica».
«Il Partito Democratico e ogni forza progressista, democratica ed ecologista -si legge della nota a firma del capogruppo Michele Di Lorenzo- dovrebbe prestare debita attenzione alla problematica derivante dalla proposta di Autonomia Differenziata, come vorrebbe realizzarla il ministro degli Affari Regionali e della Autonomie Roberto Calderoli. Il Partito Democratico e le altre forze consiliari, che vorranno aggregarsi, discuteranno a breve un Ordine del Giorno sulla cosiddetta "Autonomia differenziata".
Dal testo dell'Ordine del Giorno, che stiamo elaborando e che sottoporremo alle forze politiche e alle liste presenti in Consiglio Comunale, si evince con molta chiarezza quali siano le criticità e i rischi che provengono dalle attuali intenzioni del ministro. In particolare grande è il rischio che in questa maniera si realizzi la separazione, di fatto, del Paese, tra Regioni ricche e Regioni povere. È a rischio, secondo noi consiglieri, ma soprattutto secondo molti costituzionalisti, presidenti di regione, sindaci, partiti, movimenti, sindacati e organizzazioni, il principio di uguaglianza di tutte le cittadine e di tutti i cittadini italiani. Già attualmente si riscontrano enormi differenze nella esigibilità di alcuni servizi e diritti tra regioni e regioni, con l'attuale proposte di regionalizzare 23 o 16 materie, di ridistribuire secondo criterio storico le risorse il divario sarebbe incolmabile e definitivo. Non meno preoccupante appare la volontà di regionalizzare materie come l'istruzione, la salute, la cultura, la tutela dell'ambiente eccetera che sono le strutture portanti dell'unità del Paese. Per questa ragione chiediamo con l'ordine del giorno al Governo e al Parlamento di fermarsi e di avviare un confronto nel Paese e nelle Istituzioni, comuni compresi, in cui ragionare con dati, evidenze e senso di responsabilità. Infine, ci associamo alla richiesta di portare, il prima possibile dopo la fine della raccolta delle firme necessarie (almeno 50.000) alla discussione in Parlamento il Disegno di Legge Costituzionale di Iniziativa Popolare presentato dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e chiediamo ai comuni di informare i cittadini su questa opportunità di firma digitale e fisica».