Paul Schreiner: «La Shoah in Croazia spesso dimenticata»
Il ceramista di fama mondiale ospite all'ITA per la Settimana della Cultura Ebraica
venerdì 6 marzo 2015
08.53
Torna nel territorio della Provincia di Barletta - Andria - Trani "Lech Lechà", la Settimana di Arte, Cultura e Letteratura Ebraica, giunta quest'anno alla sua terza edizione. Mercoledì mattina è stata la volta dell'appuntamento nella Città di Andria ed in particolare nell'auditorium dell'Istituto Tecnico Agrario "Umberto I" di Andria, dedicato al campo di concentramento croato di Jasenovac, raccontato da Paul Schreiner. Quest'ultimo, ingegnere ceramico di fama mondiale ed autore del libro "Memorie sulla Shoah in Croazia, perse nonni, madre, sorella e zii a Jasenovac, mentre altri suoi parenti furono deportati presso il campo di Loborgrad e ad Auschwitz.
«Il libro è la voce dell'intimità di tre membri della rinomata famiglia di imprenditori Schreiner, i quali hanno trovato la forza e il senso del dovere, nei confronti dei posteri, per riferire, attraverso la memoria della mente e del cuore, la messa in atto delle leggi razziali contro gli ebrei, sul suolo della Croazia di Ante Pavelić». E' la prefazione di Suzana Glavaš che introduce quello che nel libro sarà esplicitato in tutta la sua complessità e drammaticità. Un appuntamento dalle forti emozioni in cui il ceramista Schreiner ha ripercorso una delle pagine spesso dimenticate della Shoah: «Il testo è stato scritto da tre persone che sono sopravvissute a tutte le persecuzioni messe in atto dal regime fascista della Croazia - ha detto Schreiner - Le loro memorie sono storie vere, vissute con sofferenza, e caratterizzate da veri e propri miracoli che hanno determinato la loro salvezza». Il libro è la voce dell'intimità dei tre, i quali hanno trovato la forza e il senso del dovere, nei confronti dei posteri, per riferire, attraverso la memoria della mente e del cuore, la messa in atto delle leggi razziali contro gli ebrei, sul suolo della Croazia di Ante Pavelic. Paul Schreiner ha ricordato i tetri eventi che lo hanno visto privato, tredicenne, degli affetti della sua numerosa famiglia: venti uccisi, sette sopravvissuti, di cui cinque salvati dagli italiani. Alle proprie memorie l'autore ha voluto aggiungere quelle dei cugini di suo padre, Ivo Reich e Medea Brukner, di cui Ivo scampato al famigerato campo ùstascia di Jasenovac, e Medea, con i suoi due figli minorenni, a ben nove campi tra Croazia e Bosnia.
«Lo sterminio degli ebrei in Croazia è stato il più terribile di tutta Europa - ha ricordato Schreiner - prima della guerra c'erano circa 15mila ebrei in Croazia, dopo la guerra ne sono rimasti solo 400. In tutta la Croazia c'erano 82 campi di concentramento sopratutto posti a sud vicino alla Dalmazia. Tutta la costa era nelle mani degli italiani e della mia famiglia cinque sono stati salvati proprio dagli italiani. Nel 1960 sono immigrato in Italia dove vivo anche oggi». L'Istituto Tecnico Agrario è da sempre al centro di appuntamenti della Settimana Ebraica: «Siamo stati ben onorati di ospitare uno degli incontri previsti dalla Settimana della Cultura Ebraica - ha detto Riccardo Liso, Coordinatore dell'Istituto - Un progetto che da anni è stato sviluppato con il Prof. Lotoro per cercare di inculcare negli studenti il principio della legalità e del rispetto reciproco oltre che della convivenza visto anche il momento particolarmente turbolento».
«Voglio complimentarmi con la direzione artistica di "Lech Lechà", per aver anche quest'anno egregiamente organizzato la Settimana di Arte, Cultura e Letteratura Ebraica, iniziativa radicata e completa che ci consente di approfondire al meglio la cultura ebraica in un territorio, quale quello del Sud, il cui legame con l'ebraismo vanta un passato millenario - ha affermato, nel corso del suo intervento, il Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani Francesco Spina -. La Provincia continuerà ad ospitare ed a far sentire la propria vicinanza ad iniziative come questa, in grado di affermare una forte testimonianza di pace e di dialogo tra i popoli».
«Il libro è la voce dell'intimità di tre membri della rinomata famiglia di imprenditori Schreiner, i quali hanno trovato la forza e il senso del dovere, nei confronti dei posteri, per riferire, attraverso la memoria della mente e del cuore, la messa in atto delle leggi razziali contro gli ebrei, sul suolo della Croazia di Ante Pavelić». E' la prefazione di Suzana Glavaš che introduce quello che nel libro sarà esplicitato in tutta la sua complessità e drammaticità. Un appuntamento dalle forti emozioni in cui il ceramista Schreiner ha ripercorso una delle pagine spesso dimenticate della Shoah: «Il testo è stato scritto da tre persone che sono sopravvissute a tutte le persecuzioni messe in atto dal regime fascista della Croazia - ha detto Schreiner - Le loro memorie sono storie vere, vissute con sofferenza, e caratterizzate da veri e propri miracoli che hanno determinato la loro salvezza». Il libro è la voce dell'intimità dei tre, i quali hanno trovato la forza e il senso del dovere, nei confronti dei posteri, per riferire, attraverso la memoria della mente e del cuore, la messa in atto delle leggi razziali contro gli ebrei, sul suolo della Croazia di Ante Pavelic. Paul Schreiner ha ricordato i tetri eventi che lo hanno visto privato, tredicenne, degli affetti della sua numerosa famiglia: venti uccisi, sette sopravvissuti, di cui cinque salvati dagli italiani. Alle proprie memorie l'autore ha voluto aggiungere quelle dei cugini di suo padre, Ivo Reich e Medea Brukner, di cui Ivo scampato al famigerato campo ùstascia di Jasenovac, e Medea, con i suoi due figli minorenni, a ben nove campi tra Croazia e Bosnia.
«Lo sterminio degli ebrei in Croazia è stato il più terribile di tutta Europa - ha ricordato Schreiner - prima della guerra c'erano circa 15mila ebrei in Croazia, dopo la guerra ne sono rimasti solo 400. In tutta la Croazia c'erano 82 campi di concentramento sopratutto posti a sud vicino alla Dalmazia. Tutta la costa era nelle mani degli italiani e della mia famiglia cinque sono stati salvati proprio dagli italiani. Nel 1960 sono immigrato in Italia dove vivo anche oggi». L'Istituto Tecnico Agrario è da sempre al centro di appuntamenti della Settimana Ebraica: «Siamo stati ben onorati di ospitare uno degli incontri previsti dalla Settimana della Cultura Ebraica - ha detto Riccardo Liso, Coordinatore dell'Istituto - Un progetto che da anni è stato sviluppato con il Prof. Lotoro per cercare di inculcare negli studenti il principio della legalità e del rispetto reciproco oltre che della convivenza visto anche il momento particolarmente turbolento».
«Voglio complimentarmi con la direzione artistica di "Lech Lechà", per aver anche quest'anno egregiamente organizzato la Settimana di Arte, Cultura e Letteratura Ebraica, iniziativa radicata e completa che ci consente di approfondire al meglio la cultura ebraica in un territorio, quale quello del Sud, il cui legame con l'ebraismo vanta un passato millenario - ha affermato, nel corso del suo intervento, il Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani Francesco Spina -. La Provincia continuerà ad ospitare ed a far sentire la propria vicinanza ad iniziative come questa, in grado di affermare una forte testimonianza di pace e di dialogo tra i popoli».