Pasquino: «Il segnale di una società insoddisfatta è sempre buono»

Il politologo ospite dell'Unia negli scorsi giorni ad Andria per presentare il suo libro

mercoledì 4 giugno 2014 14.00
A cura di Stefano Massaro
«Il segnale di una società insoddisfatta è sempre buono, poi tocca alla politica decifrarlo e tradurlo in leggi ed in tutto quello che serve per cambiare una società che ne ha molto bisogno». Queste le parole di Gianfranco Pasquino, politologo ed ex docente dell'Università di Bologna, giunto ad Andria sabato scorso, ospite dell'Associazione andriese Unia, per presentare il suo ultimo lavoro Finale di partita. Tramonto di una Repubblica. Le democrazie hanno bisogno di uomini e donne, partiti e cittadini, governanti e rappresentanti, capaci di farle funzionare nonostante un'ottima costituzione scritta dai Padri Fondatori con molta lungimiranza. Ma ora tocca al mondo delle decisioni ricostruire un paese spento ed in cui, come dice il titolo del libro di Pasquino, la Repubblica sembra giunta al tramonto.

Gianfranco Pasquino
«La Repubblica era giunta al crepuscolo un anno fa - dice ancora Pasquino - poi per fortuna si sono verificati dei fatti nuovi ed importanti. Il Presidente della Repubblica ha deciso di accompagnare questa altra fase della Repubblica e c'è stato un Segretario di un Partito, il PD di Renzi, che ha deciso di imprimere delle modifiche e difatto ha costretto anche gli altri a muoversi in tal senso. Insomma, come si dice in genere, ci sono delle finestre di opportunità». Capitolo a sé stante per il Movimento 5 Stelle: «Tutti i movimenti che contestano sono ben accetti - dice ancora Pasquino - ma se questa protesta non è canalizzata verso le cose concrete da fare diventa una rimostranza sterile che non porta da nessuna parte».

Ultimo capitolo tutto dedicato alle riforme: «Non vale la pena annunciare riforme e poi non farle - conclude Pasquino - è bruttissimo minacciare di far riforme e poi non dargli seguito. Non mi sembra siano corrette le riforme immaginate da Renzi, ma è necessario cambiare la legge elettorale e le funzioni del senato nonché l'organizzazione del mondo della politica. Ma le riforme bisogna saperle fare e credo che vi siano le menti giuste per farle. Credo e spero che Renzi cambi idea sulle riforme proposte ed ascolti prima di mettersi a correre».