«Parità di genere»: il no del Consiglio regionale alla proposta di legge
Stop alla possibile doppia preferenza per assicurare parità di rappresentanza. La maggioranza favorevole non ha i numeri: l'opposizione boccia il provvedimento
mercoledì 28 novembre 2012
Non passa nel Consiglio regionale della Puglia, la proposta di legge di iniziativa popolare sulla «parità di genere». Due gli articoli elaborati dal Comitato promotore: da una parte si stabiliva che in ogni lista fosse garantita parità di rappresentanza per i due sessi (pena l'inammissibilità della stessa) e che la presenza paritaria fosse rispettata nei programmi di comunicazione politica e nei messaggi autogestiti, dall'altra si introduceva la possibilità per l'elettore di esprimere la doppia preferenza, che non poteva essere attribuita a candidati dello stesso sesso. Per l'approvazione del testo, era necessaria la maggioranza qualificata in Consiglio (36 voti).
Ma l'aula non è arrivata ad esprimere il voto finale dal momento che ha bocciato i singoli articoli del testo, facendo ricorso al voto segreto. Modalità a cui si è fatto ricorso su richiesta di sette consiglieri del centrodestra, dopo che il capogruppo PdL Rocco Palese aveva deciso di ritirare l'ordine del giorno, con il quale «il Consiglio regionale si impegnava a rinviare alla VII commissione, competente in materia, la proposta di legge in questione con l'impegno a recepirla contestualmente alla revisione complessiva della legge elettorale regionale». La proposta era stata formulata da Palese nel corso del dibattito precedente al voto, allo scopo di «procedere in maniera ordinata e arrivare all'approvazione organica della norma», ma dopo che, nell'incontro con il presidente del Consiglio Onofrio Introna, il Comitato promotore aveva preferito rimettere al Consiglio ogni decisione, il capogruppo PdL ha fatto marcia-indietro, ritirando l'odg.
Vano anche l'invito del presente della Regione Vendola, che nel suo intervento a favore dell'approvazione della legge, aveva chiesto ai consiglieri di esprimere il loro voto in maniera "trasparente, senza ricorre a sotterfugi". Favorevole alla proposta anche la maggioranza ad eccezione del consigliere regionale IdV Patrizio Mazza, dichiaratosi "contrario": come lui molti esponenti dell'opposizione, pur con alcuni distinguo.
Ma l'aula non è arrivata ad esprimere il voto finale dal momento che ha bocciato i singoli articoli del testo, facendo ricorso al voto segreto. Modalità a cui si è fatto ricorso su richiesta di sette consiglieri del centrodestra, dopo che il capogruppo PdL Rocco Palese aveva deciso di ritirare l'ordine del giorno, con il quale «il Consiglio regionale si impegnava a rinviare alla VII commissione, competente in materia, la proposta di legge in questione con l'impegno a recepirla contestualmente alla revisione complessiva della legge elettorale regionale». La proposta era stata formulata da Palese nel corso del dibattito precedente al voto, allo scopo di «procedere in maniera ordinata e arrivare all'approvazione organica della norma», ma dopo che, nell'incontro con il presidente del Consiglio Onofrio Introna, il Comitato promotore aveva preferito rimettere al Consiglio ogni decisione, il capogruppo PdL ha fatto marcia-indietro, ritirando l'odg.
Vano anche l'invito del presente della Regione Vendola, che nel suo intervento a favore dell'approvazione della legge, aveva chiesto ai consiglieri di esprimere il loro voto in maniera "trasparente, senza ricorre a sotterfugi". Favorevole alla proposta anche la maggioranza ad eccezione del consigliere regionale IdV Patrizio Mazza, dichiaratosi "contrario": come lui molti esponenti dell'opposizione, pur con alcuni distinguo.