Paolo Nani ne “La lettera”: uno spettacolo tutto da ridere
Termina l’ultimo appuntamento del workshop di “Creazione della scena” all’Officina San Domenico
martedì 1 maggio 2018
16.58
Luci fisse e fondo nero. Un tavolo, una sedia e pochi oggetti. Niente musica. Una scenografia che più minimal non si può per Paolo Nani che, domenica 29 aprile, ha riportato in scena "La lettera".
Uno spettacolo che, con oltre 26 anni di esibizioni e oltre 1400 repliche, continua ad affascinare grandi e piccini e a girare il mondo, giungendo ad Andria grazie all'associazione "I Seriòmici".
1h 20' di risate e 10' di applausi del pubblico per il comico Paolo Nani che, con i capelli elettrizzati e gli ampi pantaloni sorretti dalle bretelle, riesce a riempire il palcoscenico con i numerosi personaggi che interpreta, ripetendo le stesse azioni in maniera sempre diversa: prima "normale", poi "all'indietro", "volgare", "pigro", "western", "cinema muto", "horror", "circo".
Un virtuosismo di clownerie che, con la storia semplice di un uomo che scrive una lettera e poi ci beve su, rapisce gli spettatori con sputi, caccole, cadute, ma anche un magistrale controllo dei tempi, dei suoni e della mimica, con la genialità che solo attraverso la semplicità può emergere.
«Lo spettacolo è ispirato al libro "Esercizi di stile" di Raymond Queneau, - spiega lo stesso Nani – ed è una performance che trae linfa vitale dall'improvvisazione: sulla base di un canovaccio, lascio che ogni volta sia differente nella sequenza e nei tempi».
Paolo Nani concluderà oggi l'ultimo appuntamento del workshop di "Creazione della scena" all'Officina San Domenico.
Uno spettacolo che, con oltre 26 anni di esibizioni e oltre 1400 repliche, continua ad affascinare grandi e piccini e a girare il mondo, giungendo ad Andria grazie all'associazione "I Seriòmici".
1h 20' di risate e 10' di applausi del pubblico per il comico Paolo Nani che, con i capelli elettrizzati e gli ampi pantaloni sorretti dalle bretelle, riesce a riempire il palcoscenico con i numerosi personaggi che interpreta, ripetendo le stesse azioni in maniera sempre diversa: prima "normale", poi "all'indietro", "volgare", "pigro", "western", "cinema muto", "horror", "circo".
Un virtuosismo di clownerie che, con la storia semplice di un uomo che scrive una lettera e poi ci beve su, rapisce gli spettatori con sputi, caccole, cadute, ma anche un magistrale controllo dei tempi, dei suoni e della mimica, con la genialità che solo attraverso la semplicità può emergere.
«Lo spettacolo è ispirato al libro "Esercizi di stile" di Raymond Queneau, - spiega lo stesso Nani – ed è una performance che trae linfa vitale dall'improvvisazione: sulla base di un canovaccio, lascio che ogni volta sia differente nella sequenza e nei tempi».
Paolo Nani concluderà oggi l'ultimo appuntamento del workshop di "Creazione della scena" all'Officina San Domenico.