Padre Cannone: "Posso offrirti un caffè?"
Una riflessione a cura di don Savino Cannone, sacerdote del TRAFITTO
domenica 7 maggio 2017
7.14
"Vorrei partire da questa proposta, non - come semplice benevolenza verso tutti coloro che svolgono il dignitoso, stimatissimo, e alquanto faticoso, lavoro di baristi - ma come immagine che, mi auguro, possa servire a cogliere o, in alcuni casi, a riscoprire o rafforzare, la profondità di una consuetudine ordinaria.
U vù nu cafei o na' ma p'ghè nu cafei…
diciamolo ancora più frequentemente con amici di vecchia data o anche verso coloro che conosciamo poco o che magari stimiamo e apprezziamo in maniera indiretta.
Sono tutte opportunità, che la vita ci pone dinanzi, per cogliere la bellezza di incontrare il nostro fratello, magari senza un preordinato proposito, ma solo perché la Provvidenza in quel momento ha messo sulla nostra strada il volto di quel fratello o di quella sorella.
L'ispirazione mi è giunta leggendo sulla parete di un nuovo bar, di una stazione di rifornimenti nei pressi di Bitonto a pochi Km dal casello autostradale, la frase in oggetto che afferma:
"Ma vi siete mai chiesti cos'è il caffè? Il caffè è una scusa. Una scusa per dire ad un amico che gli vuoi bene (Luciano De Crescenzo)".
Se partissimo da questa scusa, a fine giornata forse potremmo dire di aver veramente incontrato un nostro fratello e magari, dopo la frenesia e il correre del nostro quotidiano vivere, sapere che quella giornata, forse anche inconcludente rispetto alle nostre aspettative, è stata condita da un incontro che pone una domanda o riempie di gioia il nostro cuore.
Quanti tipi di caffè possiamo offrire o lasciarci offrire? Ebbene sì, non sono un esperto ma cercherò di apprendere da un amico/a barista, proponendo qualche bizzarra riflessione…
Prima ancora dell'elenco dei caffè, ci tengo a sottolineare 4 occasioni vitali che ci possono capitare. Ognuna di esse ha la sua importanza:
-Offrire un caffè.
-Lasciarsi offrire un caffè.
-Pagare il caffè ad uno sconosciuto che non sapremo mai chi sarà.
-Invitare qualcuno a casa mia per un caffè.
La prima occasione dovrebbe caratterizzare, e in alcune persone lo si nota quasi come uno stile o un modo di fare che dice molto di quella persona, il mio primo passo. Incontrando un volto amico, o anche chi ha fatto parte in qualche modo della tua vita, viene spontaneo portarlo al bar per chiedere come sta? Assicurarsi che la sua vita proceda bene, in una parola far sentire il proprio affetto e la propria vicinanza. Questo semplice gesto apre scenari inattesi e qualora nascesse il desiderio di vedersi ancora per un caffè, vuol dire che quella persona è entrata o rientrata a far parte della tua vita, delle relazioni importanti e significative.
Non da meno il secondo atteggiamento, che a volte trova resistenza a motivo di una spiccata generosità dell'offerente. Anche su questo, dopo una necessaria insistenza, è bene fare un passo indietro e accogliere l'invito. Nell'invito vi è magari un desiderio esplicito che quella persona vuole comunicare perché ha cercato e voluto da tempo quell'incontro. Tutto questo è segno di una manifestazione grande di affetto, ovviamente se non filtrato da altri interessi…ma lì si aprono altri scenari che non affronto.
La terza proposta avviene in tanti bar di Napoli, ma posso supporre avvenga ad Andria. Consiste nel fatto, che oltre alla piccola mancia verso il cameriere o barista, si paghi il caffè per il povero che verrà al bar e sa che qualcuno per bontà di cuore glielo ha pagato. Forse non si incontreranno l'offerente e il beneficiario, ma il cuore di entrambi ne esce arricchito.
L'ultima proposta solitamente è espressione di un'amicizia profonda e si vuole condividere lo spazio vitale della propria casa per accogliere l'altra persona.
Ora i tipi di caffè:
normale, espresso, senza zucchero, macchiato, espressino, cappuccino, ginseng, borghetto, corretto, decafeinato…alla moka!
Normale per cogliere l'occasione di recuperare la normalità della vita, che consiste nel desiderio di incontrare il nostro fratello o la nostra sorella dando valore e senso al nostro correre quotidiano.
Espresso per dire che, nonostante la fretta e gli impegni, un caffè veloce e il tempo per consumare poche battute lo si trova.
Senza zucchero così come la vita che ci si racconta. A volte amara o col retrogusto che essa possiede. Condividerla con un fratello, anche se amara, quel gusto diventa meno amaro.
Macchiato come alle volte lo è la nostra vita e il nostro passato. Tutti commettiamo degli errori e un'amicizia non può andare in frantumi perché uno sbaglia. NO. Se fossi un vero amico lo chiamerei lasciando fuori ogni pregiudizio e ogni macchia verso lui.
Espressino per il gusto di dire che la vita è fatta anche di cose belle e l'amico è la persona adatta con il quale condividere le proprie gioie, i propri meritati traguardi. Un amico non può essere geloso del mio successo nella vita, ma deve gioire insieme a me come io lo farò per lui.
Cappuccino per iniziare la giornata come si deve. Fare colazione insieme può essere un modo per dire di sostenersi a vicenda nella battaglia che si sta intraprendendo.
Ginseng perché la vita è fatta anche di esperienze forti, di momenti di rinascita, di resilienza e di vera e propria risurrezione grazie alla forza irrompente del Risorto!
Borghetto per chi condivide il tifo o lo sport, purchè non diventi l'unico argomento del nostro incontro.
Corretto per elaborare i lutti e i conti inaspettati che la vita ti presenta. Lasciarsi correggere da un'amico è il modo migliore per crescere nella verità di se stessi e per rafforzare quel legame.
Decafeinato perché l'amico è anche colui che ti rilassa e ti fa gustare la bellezza di trascorre tutto il tempo possibile con lui senza mai guarda l'orologio.
Quello della moka classica… In casa mia o del mio amico per entrare in un livello di affinità e profondità maggiore.
…in parrocchia.
È l'immagine gioiosa, che porto nel cuore nei primi anni del mio ministero sacerdotale, dove per alcuni mesi mentre studiavo a Roma ogni sabato e domenica celebravo le s. messe in una parrocchia di Caivano.
Dopo ogni santa messa, ed in modo speciale dopo quella delle 12, tutti in sacrestia per na tazzulella 'e cafè offerta dal parroco o dalla parrocchia…si tornava a casa con la gioia della condivisione della vita, dopo aver spezzato e condiviso il Pane della Vita.
Cari amici,
troviamo questa scusa per incontrarci e arricchire la nostra esistenza!
Tutti al bar, a casa nostra e chissà…
U vù nu cafei o na' ma p'ghè nu cafei…
diciamolo ancora più frequentemente con amici di vecchia data o anche verso coloro che conosciamo poco o che magari stimiamo e apprezziamo in maniera indiretta.
Sono tutte opportunità, che la vita ci pone dinanzi, per cogliere la bellezza di incontrare il nostro fratello, magari senza un preordinato proposito, ma solo perché la Provvidenza in quel momento ha messo sulla nostra strada il volto di quel fratello o di quella sorella.
L'ispirazione mi è giunta leggendo sulla parete di un nuovo bar, di una stazione di rifornimenti nei pressi di Bitonto a pochi Km dal casello autostradale, la frase in oggetto che afferma:
"Ma vi siete mai chiesti cos'è il caffè? Il caffè è una scusa. Una scusa per dire ad un amico che gli vuoi bene (Luciano De Crescenzo)".
Se partissimo da questa scusa, a fine giornata forse potremmo dire di aver veramente incontrato un nostro fratello e magari, dopo la frenesia e il correre del nostro quotidiano vivere, sapere che quella giornata, forse anche inconcludente rispetto alle nostre aspettative, è stata condita da un incontro che pone una domanda o riempie di gioia il nostro cuore.
Quanti tipi di caffè possiamo offrire o lasciarci offrire? Ebbene sì, non sono un esperto ma cercherò di apprendere da un amico/a barista, proponendo qualche bizzarra riflessione…
Prima ancora dell'elenco dei caffè, ci tengo a sottolineare 4 occasioni vitali che ci possono capitare. Ognuna di esse ha la sua importanza:
-Offrire un caffè.
-Lasciarsi offrire un caffè.
-Pagare il caffè ad uno sconosciuto che non sapremo mai chi sarà.
-Invitare qualcuno a casa mia per un caffè.
La prima occasione dovrebbe caratterizzare, e in alcune persone lo si nota quasi come uno stile o un modo di fare che dice molto di quella persona, il mio primo passo. Incontrando un volto amico, o anche chi ha fatto parte in qualche modo della tua vita, viene spontaneo portarlo al bar per chiedere come sta? Assicurarsi che la sua vita proceda bene, in una parola far sentire il proprio affetto e la propria vicinanza. Questo semplice gesto apre scenari inattesi e qualora nascesse il desiderio di vedersi ancora per un caffè, vuol dire che quella persona è entrata o rientrata a far parte della tua vita, delle relazioni importanti e significative.
Non da meno il secondo atteggiamento, che a volte trova resistenza a motivo di una spiccata generosità dell'offerente. Anche su questo, dopo una necessaria insistenza, è bene fare un passo indietro e accogliere l'invito. Nell'invito vi è magari un desiderio esplicito che quella persona vuole comunicare perché ha cercato e voluto da tempo quell'incontro. Tutto questo è segno di una manifestazione grande di affetto, ovviamente se non filtrato da altri interessi…ma lì si aprono altri scenari che non affronto.
La terza proposta avviene in tanti bar di Napoli, ma posso supporre avvenga ad Andria. Consiste nel fatto, che oltre alla piccola mancia verso il cameriere o barista, si paghi il caffè per il povero che verrà al bar e sa che qualcuno per bontà di cuore glielo ha pagato. Forse non si incontreranno l'offerente e il beneficiario, ma il cuore di entrambi ne esce arricchito.
L'ultima proposta solitamente è espressione di un'amicizia profonda e si vuole condividere lo spazio vitale della propria casa per accogliere l'altra persona.
Ora i tipi di caffè:
normale, espresso, senza zucchero, macchiato, espressino, cappuccino, ginseng, borghetto, corretto, decafeinato…alla moka!
Normale per cogliere l'occasione di recuperare la normalità della vita, che consiste nel desiderio di incontrare il nostro fratello o la nostra sorella dando valore e senso al nostro correre quotidiano.
Espresso per dire che, nonostante la fretta e gli impegni, un caffè veloce e il tempo per consumare poche battute lo si trova.
Senza zucchero così come la vita che ci si racconta. A volte amara o col retrogusto che essa possiede. Condividerla con un fratello, anche se amara, quel gusto diventa meno amaro.
Macchiato come alle volte lo è la nostra vita e il nostro passato. Tutti commettiamo degli errori e un'amicizia non può andare in frantumi perché uno sbaglia. NO. Se fossi un vero amico lo chiamerei lasciando fuori ogni pregiudizio e ogni macchia verso lui.
Espressino per il gusto di dire che la vita è fatta anche di cose belle e l'amico è la persona adatta con il quale condividere le proprie gioie, i propri meritati traguardi. Un amico non può essere geloso del mio successo nella vita, ma deve gioire insieme a me come io lo farò per lui.
Cappuccino per iniziare la giornata come si deve. Fare colazione insieme può essere un modo per dire di sostenersi a vicenda nella battaglia che si sta intraprendendo.
Ginseng perché la vita è fatta anche di esperienze forti, di momenti di rinascita, di resilienza e di vera e propria risurrezione grazie alla forza irrompente del Risorto!
Borghetto per chi condivide il tifo o lo sport, purchè non diventi l'unico argomento del nostro incontro.
Corretto per elaborare i lutti e i conti inaspettati che la vita ti presenta. Lasciarsi correggere da un'amico è il modo migliore per crescere nella verità di se stessi e per rafforzare quel legame.
Decafeinato perché l'amico è anche colui che ti rilassa e ti fa gustare la bellezza di trascorre tutto il tempo possibile con lui senza mai guarda l'orologio.
Quello della moka classica… In casa mia o del mio amico per entrare in un livello di affinità e profondità maggiore.
…in parrocchia.
È l'immagine gioiosa, che porto nel cuore nei primi anni del mio ministero sacerdotale, dove per alcuni mesi mentre studiavo a Roma ogni sabato e domenica celebravo le s. messe in una parrocchia di Caivano.
Dopo ogni santa messa, ed in modo speciale dopo quella delle 12, tutti in sacrestia per na tazzulella 'e cafè offerta dal parroco o dalla parrocchia…si tornava a casa con la gioia della condivisione della vita, dopo aver spezzato e condiviso il Pane della Vita.
Cari amici,
troviamo questa scusa per incontrarci e arricchire la nostra esistenza!
Tutti al bar, a casa nostra e chissà…