Ortofrutta: comparto che vale il 25% del primario, ma è in difficoltà per aumento costi e siccità
Tra le produzioni ortofrutticole di punta, vi è l' uva da tavola, mele, pomodoro da industria, kiwi, pesche e pere
giovedì 9 marzo 2023
"Quello ortofrutticolo è un comparto di fondamentale importanza per l'economia agricola e del Paese, costituendo una quota importante dell'agricoltura nazionale, sia in termini di superficie che di contributo al valore totale della produzione; parliamo di un settore che ha dimostrato una grande resilienza durante la drammatica fase pandemica e il cui valore nell'ultimo decennio si è sempre mantenuto su una media del 25% circa sul totale dell'agricoltura". Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Tommaso Battista intervenendo alla riunione del Tavolo ortofrutta, svoltasi al Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste alla presenza del titolare del dicastero Francesco Lollobrigida e del sottosegretario alle Politiche Agricole Patrizio La Pietra.
"Anche e soprattutto per tali ragioni, è fondamentale intervenire per tutelare l'ortofrutta dai noti incrementi delle tariffe energetiche e in particolare dei costi produzione, tutti fattori che se non compensati da prezzi più elevati rischiano seriamente di ripercuotersi sull'offerta ortofrutticola di un comparto che è legato a doppio filo con l'impatto dell'andamento meteoclimatico e che attualmente paga lo scotto di importazioni che arrivano anche da paesi dove le regole di coltivazione e condizionamento sono spesso meno rigorose rispetto a quelle osservate dai produttori comunitari", ha evidenziato Battista, ricordando che "al netto delle produzioni in serra, il settore è fortemente soggetto alle oscillazioni produttive legate al clima".
"Nonostante gli evidenti segnali di difficoltà dovuti agli aumenti dei costi sopracitati, nonché al calo delle rese dei raccolti provocato dalla siccità della prima parte dell'anno, l'ortofrutta continua a mostrare una buona vitalità, testimoniata anche dai positivi numeri dell'export, trainati dalle esportazioni delle produzioni ortofrutticole di punta, quale uva da tavola, mele, pomodoro da industria, kiwi, pesche, pere", ha aggiunto.
"Il futuro del comparto passa necessariamente da due strade: da una parte la sempre più avvertita necessità di fare squadra e puntare sull'aggregazione, sia a livello di offerta che di commercializzazione, continuando a spingere sugli accordi di filiera e sulla promozione della qualità; dall'altra l'esigenza, ugualmente sentita dagli operatori del settore, di approfittare con sempre maggiore convinzione e determinazione delle possibilità offerte dalla ricerca e dall'innovazione applicate al primario, a cominciare dall'agricoltura e dall'irrigazione di precisione, temi ancora più fondamentali in vista della crisi idrica con la quale sarà costretto a confrontarsi il Paese nei prossimi mesi", ha suggerito il presidente della Copagri.
"Le altre linee di intervento sulle quali bisogna continuare a lavorare sono la promozione del ricorso alle assicurazioni, il monitoraggio dell'andamento del mercato, sia nazionale che internazionale, l'individuazione e il superamento delle possibili criticità nei mercati legati alle barriere fitosanitarie, così come l'aggiornamento e la revisione della Strategia nazionale di settore", ha concluso Battista, ad avviso del quale "l'obiettivo primario deve restare quello di garantire un prezzo non inferiore ai costi produzione".
"Anche e soprattutto per tali ragioni, è fondamentale intervenire per tutelare l'ortofrutta dai noti incrementi delle tariffe energetiche e in particolare dei costi produzione, tutti fattori che se non compensati da prezzi più elevati rischiano seriamente di ripercuotersi sull'offerta ortofrutticola di un comparto che è legato a doppio filo con l'impatto dell'andamento meteoclimatico e che attualmente paga lo scotto di importazioni che arrivano anche da paesi dove le regole di coltivazione e condizionamento sono spesso meno rigorose rispetto a quelle osservate dai produttori comunitari", ha evidenziato Battista, ricordando che "al netto delle produzioni in serra, il settore è fortemente soggetto alle oscillazioni produttive legate al clima".
"Nonostante gli evidenti segnali di difficoltà dovuti agli aumenti dei costi sopracitati, nonché al calo delle rese dei raccolti provocato dalla siccità della prima parte dell'anno, l'ortofrutta continua a mostrare una buona vitalità, testimoniata anche dai positivi numeri dell'export, trainati dalle esportazioni delle produzioni ortofrutticole di punta, quale uva da tavola, mele, pomodoro da industria, kiwi, pesche, pere", ha aggiunto.
"Il futuro del comparto passa necessariamente da due strade: da una parte la sempre più avvertita necessità di fare squadra e puntare sull'aggregazione, sia a livello di offerta che di commercializzazione, continuando a spingere sugli accordi di filiera e sulla promozione della qualità; dall'altra l'esigenza, ugualmente sentita dagli operatori del settore, di approfittare con sempre maggiore convinzione e determinazione delle possibilità offerte dalla ricerca e dall'innovazione applicate al primario, a cominciare dall'agricoltura e dall'irrigazione di precisione, temi ancora più fondamentali in vista della crisi idrica con la quale sarà costretto a confrontarsi il Paese nei prossimi mesi", ha suggerito il presidente della Copagri.
"Le altre linee di intervento sulle quali bisogna continuare a lavorare sono la promozione del ricorso alle assicurazioni, il monitoraggio dell'andamento del mercato, sia nazionale che internazionale, l'individuazione e il superamento delle possibili criticità nei mercati legati alle barriere fitosanitarie, così come l'aggiornamento e la revisione della Strategia nazionale di settore", ha concluso Battista, ad avviso del quale "l'obiettivo primario deve restare quello di garantire un prezzo non inferiore ai costi produzione".