Onda d'urto, partita la manifestazione silenziosa
La volontà dell'associazione è quella di chiedere alle istituzioni l'aggiornamento del profilo della salute
giovedì 15 dicembre 2016
11.14
«Dopo il plauso iniziale, le istituzioni dormono, ecco perchè oggi siamo in piazza», spiegano dall'associazione "Onda d'Urto - uniti contro il cancro", il gruppo di volontari che da anni porta avanti un'autentica battaglia per sconfiggere il tumore.
L'associazione propone il censimento dei malati e la mappatura delle zone maggiormente colpite, nel tentativo di capire se in città si assiste ad un presunto aumento di casi, oppure no. In generale "Onda d'Urto" chiede l'aggiornamento del profilo della salute fermo al 2001 ma si scontra contro «il silenzio delle istituzioni».
Oggi marcia silenziosa, partita da Largo Torneo, «non contro qualcuno ma per sensibilizzare tutti ad appoggiare la nostra battaglia, perchè contro il cancro dobbiamo essere tutti dalla stessa parte».
Il corteo si apre con lo striscione che è poi anche hashtag della manifestazione: #LoStatoDormeLaGenteMuore».
«È arrivato il giorno di scendere per strada e rivendicare di essere RISPETTATI COME PERSONE, DI ESSERE ASCOLTATI e soprattutto DI AVERE DELLE RISPOSTE... lo dobbiamo soprattutto ai più giovani», ha scritto questa mattina su Facebook il presidente dell'associazione Antonio Tragno.
L'associazione propone il censimento dei malati e la mappatura delle zone maggiormente colpite, nel tentativo di capire se in città si assiste ad un presunto aumento di casi, oppure no. In generale "Onda d'Urto" chiede l'aggiornamento del profilo della salute fermo al 2001 ma si scontra contro «il silenzio delle istituzioni».
Oggi marcia silenziosa, partita da Largo Torneo, «non contro qualcuno ma per sensibilizzare tutti ad appoggiare la nostra battaglia, perchè contro il cancro dobbiamo essere tutti dalla stessa parte».
Il corteo si apre con lo striscione che è poi anche hashtag della manifestazione: #LoStatoDormeLaGenteMuore».
«È arrivato il giorno di scendere per strada e rivendicare di essere RISPETTATI COME PERSONE, DI ESSERE ASCOLTATI e soprattutto DI AVERE DELLE RISPOSTE... lo dobbiamo soprattutto ai più giovani», ha scritto questa mattina su Facebook il presidente dell'associazione Antonio Tragno.